QUESTA SERA COSE TURCHE: ALLE VIGNE LA PRIMA PROVA ALLA REGIA DI ENZO IACCHETTI
I discorsi "tra femmine" sono sempre appartenuti alle leggende e alla fantasia del mondo maschile, ma finalmente l'abile penna dell'autore teatrale e televisivo Giorgio Centamore e la sensibilità umoristica di Enzo Iacchetti (per la prima volta nelle vesti di regista) ci permettono di vederli rappresentanti e interpretati in una divertentissima commedia, Questa sera cose turche, in programma venerdì 15 maggio presso il Teatro alle Vigne (ore 21.00, ingresso libero), nell'ambito del festival I sette peccati capitali. Lussuria! Al termine dello spettacolo, Enzo Iacchetti incontrerà il pubblico.
Com'è d'abitudine quando si trovano in un ambiente a loro esclusivo uso, le donne sciolgono remore e freni inibitori esprimendo punti di vista, raccontando episodi e interpretando ruoli, personaggi ed esperienze a dir poco esilaranti. Questo è quanto avviene alle tre protagoniste della commedia (Alessandra Sarno, Pia Engleberth e Rossana Carretto), colte nell'avvolgente intimità di un bagno turco, che si trasforma in silenzioso spettatore della nascita di un'amicizia profonda, di quelle che frugano nell'intimo della propria esistenza ma che tuttavia si esaurirà con la magia del momento, contestualmente con l'abbandonano di quello stesso posto.
Lo spettacolo si apre nella sala "diwan" (relax) di un bagno turco, con la presenza di una donna immobile come una mummia che sta facendo raffreddare gli orecchini (Alessandra Sarno): una profumiera responsabile del reparto rughe, che lei stessa definirà "l'unico reparto dove, per anzianità, invece che dirigente diventi cavia". La seconda ad entrare in scena (Rossana Carretto) è una donna "bruttarella" e un po' spaesata dalla vita ma che affronta con serenità anche le situazioni più avverse.
Sarà merito delle pastiglie che prende? No di sicuro, visto che confonde gli ansiolitici con quelle della lavastoviglie. La terza ad entrare è Norina (Pia Engleberth), sposata e spossata da una vita non proprio felice.
È una figura che più che ricordare una donna, ricorda di esserlo stata. Accetta come un fatto oggettivo la realtà della sua scarna esistenza, con quella antica saggezza contadina che non si ribella al fato.
Mentre queste entrano in confidenza tra di loro, la terza signora se ne va, e si presenta la quarta (interpretata magistralmente sempre da Pia Engleberth), che tira le file di tutti i discorsi tra donne con l'energia e il piglio di una leader (sessista) da mercato rionale.
Sentenzia fuor di metafora trovando morali astruse ma plausibili. Si dice che nel mondo della comicità non ci siano donne: in realtà c'è solo molta dispersione. Per dimostrare che c'è invece molto da vedere, molto da dire e molto da ridere, tre donne si sono ritrovate a parlare tra di loro in grande libertà. E fanno ridere, raccontando un mondo dalla forma ovarica.
(12-05-2009)