La riqualificazione del Parco
dell’Isola Carolina rappresenta un tema caro a molti lodigiani e non è passata
settimana dall’insediamento dell’amministrazione in carica senza che ci fosse
rivolto un ulteriore stimolo rispetto alla necessità di realizzare un
intervento che potesse riconsegnare la storica area verde ai suoi legittimi
proprietari: la città ed i suoi cittadini.
Consapevoli dunque delle priorità
delle quali i lodigiani ci hanno investiti abbiamo deciso di cogliere
un’opportunità di finanziamento che proprio quest’anno avrebbe interessato il
territorio della provincia di Lodi: i Fondi Emblematici Cariplo, 7 milioni di
euro finalizzati al finanziamento di progetti di particolare rilevanza
territoriale.
Abbiamo così innescato un processo che ci ha consentito di
presentare entro la scadenza del 31 maggio un progetto definitivo elaborato
dall’Arch. Marco Bay, vincitore del concorso di progettazione indetto dal
Comune di Lodi nel 2008.
La speranza è dunque quella che
la Fondazione valuti positivamente la nostra proposta e la ritenga meritevole
di ricevere il milione di euro che abbiamo richiesto (il quadro economico
complessivo è di 1.300.000 euro, la restante parte sarebbe a carico del Comune).
In ogni caso avremo nel cassetto
il livello di progettazione più avanzato che l’ente abbia mai sviluppato. “Trasformare ed innovare, nel rispetto
dell’identità e della storia: ecco l’ambizioso obiettivo che chiediamo ai
partecipanti del concorso”: queste le parole del mio predecessore che
scandirono uno dei passaggi contenuti nella presentazione del bando di concorso
dal quale emerse proprio l’idea dell’Arch. Bay.
Il progetto di allora,
aggiornato per rispondere elle esigenze dei tempi più recenti, si basa sul
concetto di ridefinizione degli spazi e ha come obiettivo quello di fornire
nuove e più ampie possibilità di fruizione.
Da qui nasce l’idea d’individuare
due spazi distinti ma complementari all’interno dell’area, da definirsi
attraverso l’arretramento della recinzione esistente su Viale Dalmazia: una
“camminata” esterna, sempre fruibile, che prendendo le mosse dalla nuova
piazzetta che sorgerà alle spalle della Cascina Carolina (attuale sede del
Parco Adda Sud) si svilupperà attorno al doppio filare di Ippocastani esistente;
ed il parco diurno vero e proprio, un’oasi verde innervata da un asse centrale
pedonale, attorno al quale si sviluppano prati irrigati, prati rustici e ampie
zone alberate.
La proposta di progettazione del
verde affonda le proprie radici in quanto prescritto nel bando del 2008, che
dipingeva lo stato di fatto sottolineando le seguenti criticità: assenza di
sottobosco e manto erboso diradato, presenza di soli alberi ad alto fusto,
eccessiva densità degli alberi e scarsa rilevanza paesaggistica delle essenze
esistenti.
In altre parole si chiedeva una riorganizzazione del materiale
vegetale esistente che, contraddistinto da uno sviluppo incontrollato, rappresentava
(e rappresenta ancora) una sorta di vincolo alle possibilità di fruizione
dell’area. Quanto descritto può essere tradotto in termini più tecnici
prendendo spunto da alcuni passaggi della relazione agronomica recentemente
elaborata ai fini della progettazione. Al suo interno si evidenzia come
l’eccessiva densità che contraddistingue in sesto d’impianto abbia causato
evidenti difetti dovuti alla reciproca competizione per la luce. A livello del
fusto le anomalie osservate con maggiore frequenza riguardano la presenza di
inclinazioni, arcuature e/o sinuosità più o meno accentuate; mentre a livello
di chioma molti esemplari mostrano una conformazione non ottimale laddove i
fenomeni di competizione citati ne hanno favorito uno sviluppo filato ed
asimmetrico.
Insomma il quadro che emerge
descrive una situazione più prossima a quella di un bosco che ad un parco e
proprio queste caratteristiche strutturali si sostanziano in uno sviluppo
deficitario di molte alberature presenti, oltre che nelle già citate criticità di
fruizione.
Appare dunque auspicabile, oltre che necessario, procedere con una
complessiva rivisitazione dell’impianto arboreo dell’area, in coerenza con gli
obiettivi delineati poco fa.
Veniamo dunque a quanto proposto
nella soluzione progettuale elaborata che, come noto, implica la sostituzione
di una parte delle essenze arboree ad alto fusto esistenti con esemplari di
media grandezza, mantenendo un saldo arboreo complessivo più che positivo.
Qualche numero per meglio inquadrare la questione: si prevede che 105 degli
esemplari presenti (371 in totale) lascino il posto a 422 nuove alberature,
messe a dimora nel rispetto delle necessità di sviluppo vegetativo delle
essenze prescelte ed in coerenza con le restanti alberature preesistenti.
Occorre per altro precisare che nessuno
degli esemplari a dimora oggi risulta essere censito come alberatura
monumentale, né nell’ambito degli storici rilevamenti provinciali, né ai sensi
dell’art. 7 della legge n. 10 del 14 gennaio 2013 recante le norme per lo
sviluppo degli spazi verdi urbani.
Nonostante l’assenza di questo
riconoscimento formale il progetto mira comunque a conservare e valorizzare le
alberature di pregio presenti nell’area come il doppio filare di Ippocastani
parallelo a Viale Dalmazia, il filaretto di Tassodi antistante gli spalti di
Corso Archinti o la magnifica Pterocarya, che con la sua particolare
conformazione rappresenta una vera e propria attrazione.
Come si può chiaramente notare
dalla tavola progettuale l’avvicendamento si concentrerà attorno al nuovo asse
centrale del parco diurno, dove le nuove alberature definiranno il profilo dei
prati, contribuendo a caratterizzare in modo del tutto nuovo gli spazi
esistenti, oltre che a conferire profili di pregio paesaggistico inediti. Due
differenti varietà di magnolia da fiore, due varietà di melo da fiore, l’albero
di Giuda ed il Crataegus sono stati scelti oltre che per le loro spettacolari
fioriture, anche per la loro resistenza all’ambiente urbano.
La primavera verrà
salutata con i cromatismi dei fiori che vanno dal bianco al viola e l’autunno
dai riverberi bronzei del fogliame.
Il colpo d’occhio da Piazza
Castello, luogo da cui prenderà le mosse la gradonata che inviterà a scendere
verso il parco, è destinato ad entrare tra le viste più incantevoli e
suggestive della città.
Lodi, 8 giugno 2018
Alberto Tarchini, Assessore all’Ecologia e Ambiente