RESIDUI DI FARMACI NELL'ACQUA POTABILE: RIBADITA DA ASTEM, ARPA E ASL L'ASSOLUTA MANCANZA DI RISCHI PER LA SALUTE AL VIA UNA NUOVA CAMPAGNA DI ACCERTAMENTI
L'acqua potabile di Lodi è di ottima qualità, risponde a tutti i requisiti di legge e non contiene alcuna sostanza controindicata per il consumo.
A ribadirlo sono Astem (la società che gestisce il servizio idrico in città), Azienda Sanitaria Locale e Agenzia Regionale per l'Ambiente, a conclusione dell'incontro tenuto oggi a Palazzo Broletto a seguito della recente pubblicazione sulla stampa locale dei risultati di un'indagine svolta nel 2000 dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri sulla presenza nell'acqua di residui di farmaci. Nel corso del confronto (a cui hanno partecipato per il Comune il sindaco Lorenzo Guerini e l'assessore all'ambiente Simone Uggetti; per Astem il responsabile del servizio idrico integrato Vittorio Riccaboni e la dottoressa Izzo del laboratorio di analisi acque; per l'Asl il responsabile del servizio di igiene e sanità Cesare Rusca e la dottoressa Rapirei del dipartimento di prevenzione; per l'Arpa il responsabile dell'unità operativa territorio e sistemi ambientali Walter Di Rocco e i tecnici Marina Girami, Stefania Ughini e Davide Cartelli) è stata anche annunciata dall'Arpa una nuova campagna di accertamenti, con l'analisi di campioni prelevati presso una decina di pozzi e 3 piezometri. "Come annunciato dopo la pubblicazione delle notizie sugli esiti dello studio realizzato nel 2000 dall'Istituto Negri - spiega il sindaco - abbiamo ritenuto opportuno promuovere un approfondimento con tutte le autorità competenti, a ulteriore conferma delle garanzie di una assoluta mancanza di qualsiasi profilo di rischio per la salute di chi consuma l'acqua della rete pubblica di Lodi. Rischi che peraltro erano già stati esclusi dalle predette autorità già all'epoca e che anche la relazione finale del progetto di ricerca dell'Istituto Negri considerava, testualmente, inverosimili, ma che è stato comunque giusto e corretto fugare definitivamente".
"In ogni caso - aggiunge l'assessore Uggetti - è giusto ricordare che l'acqua potabile di Lodi è sottoposto di norma a controlli sistematici, che si svolgono a più livelli e per tutta la gamma degli indicatori di salubrità e di qualità stabiliti dalla legge. In particolare, ai controlli interni al servizio che vengono effettuati da Astem come ente erogatore dell'acqua, si affiancano quelli di Arpa e Asl: i primi riguardano la fase della captazione dell'acqua, quindi tra la falda e l'acquedotto, i secondi invece si riferiscono all'acqua nel percorso tra l'acquedotto e la rete di distribuzione".
Per quanto riguarda in modo specifico le sostanze (diazepam, acido clofibrico e tiolosina) di cui lo studio dell'Istituto Negri aveva rilevato tracce, sia Asl che Arpa avevano già svolto tempestivi accertamenti, con due distinte rilevazioni nell'agosto 2001 e nel febbraio 2002, che avevano confermato livelli di concentrazione minimi, nell'ordine di alcuni microgrammi per litro, tali da essere considerati irrilevanti, tenuto anche conto del fatto che non esistono soglie di legge per questi indicatori, che normalmente non vengono rilevati.
"La ricerca dell'Istituto Negri - ricorda l'assessore Uggetti - aveva infatti lo scopo di testare un metodo sperimentale di rilevazione dei residui di farmaci nell'acqua, sino ad allora mai presi in considerazione, e non di segnalarne la presenza come fattore di rischio per la salute, rischio che nel rapporto finale dell'indagine viene definito inesistente".
I risultati della nuova campagna di rilevazioni che verrà effettuata dall'Arpa saranno disponibili fra circa tre mesi.
(06-04-2009)