Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa a cura della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi e di Unioncamere Lombardia
Si chiude
con segno positivo il 2017 per le imprese del settore industria e
dell’artigianato manifatturiero.
Il quarto trimestre 2017 è stato positivo per il
business delle imprese industriali milanesi, crescono rispetto al 2017 produzione
(+2,7%), ordini (+7,4%) e fatturato (+6,4%), soprattutto esteri (+8,3% gli
ordini e +7% il fatturato).
Segno positivo anche per Monza Brianza (+5,8% la
produzione e +7% il fatturato) e Lodi (+6,3% la produzione e +7,9% il
fatturato) ma rallenta il mercato estero.
Emerge da un’anticipazione dei dati
dal Monitor congiunturale del quarto trimestre 2017 del Servizio Studi della
Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi oggi, in occasione della
presentazione di Unioncamere Lombardia dei risultati dell’analisi congiunturale
dell’industria e dell’artigianato manifatturieri.
L’andamento
dell’industria milanese tra ottobre e dicembre 2017.
Registra un +2,7% la produzione industriale su base annua (rispetto
allo stesso periodo del 2016) e +0,8% nei confronti del precedente trimestre. Positivo
su base annua sia l’andamento degli ordini (+7,4%) che il fatturato (+6,4%)
trainati in particolare dall’estero (+8,3% gli ordini e +7% il fatturato
estero). Considerando l’andamento
rispetto al trimestre precedente (luglio – settembre 2017), il fatturato totale
cresce del +1,5% e gli ordini interni del +0,8%, rallentano quelli esteri
(-0,4%). Positive anche le aspettative per l’inizio del 2018, a fronte di un
63% degli operatori che si attende stabilità dei volumi nel primo trimestre 2018,
sulla crescita della produzione industriale vi è netta prevalenza di operatori ottimisti (il 28,1%) rispetto ai
pessimisti (8,4%).
L’andamento
dell’industria di Monza e Brianza.
Nel quarto trimestre
del 2017 la produzione industriale manifatturiera registra una variazione
tendenziale del +5,8% (superiore al dato medio regionale del +5,1%) ed una
variazione congiunturale del +1,7% (contro +1,9%). Cresce il fatturato sia su
base annua che rispetto al trimestre precedente (rispettivamente +7% e +1,9%)
trainato rispetto al 2016 da un buon andamento soprattutto del fatturato estero
(+8,7% rispetto al +6% del fatturato interno su base annua). Su base annua
crescono anche gli ordini, +4,1% gli ordini totali, +2,7% gli ordini esteri e
+4,9% quelli provenienti dall’Italia ma rispetto al terzo trimestre 2017
rallenta leggermente il canale estero (-0,2% gli ordini) mentre resta positivo
l’andamento degli ordini interni (+1,4%). Per quanto riguarda le previsioni
sull’andamento nel primo trimestre 2018, si aspetta un aumento della produzione
industriale il 30,8% degli imprenditori mentre è del 10,8% la percentuale che
si attende un calo. Produzione stabile per il 58,5%.
L’andamento dell’industria
di Lodi.
Nel quarto trimestre 2017 l’industria
manifatturiera lodigiana registra una variazione tendenziale positiva (+6,3% su
base annua) ed una crescita del +0,7% rispetto al terzo trimestre. Segno
positivo anche per il fatturato che cresce del +7,9% su base annua (in
particolare +8,3% il fatturato interno e+7% quello estero) e del +1,5% rispetto
al trimestre precedente. Andamento meno positivo per gli ordini che se in un
anno crescono del +6,1%, trainati dal +6,3% degli ordini interni e con gli
ordini esteri a +5,8%, ma rispetto al terzo trimestre 2017 rallentano (-0,6%
gli ordini interni e -0,4% quelli esteri). Sul fronte delle aspettative sul primo
trimestre 2018, si aspettano stabilità il 56,8% degli imprenditori, con il 27% che
si aspetta una crescita e il 16,2% che prevede un calo della produzione (era il
6,7% nel trimestre precedente).
L’andamento
dell’artigianato manifatturiero in Lombardia.
Anche per le aziende artigiane manifatturiere si registra
un’accelerazione tendenziale (+3,1%) associata ad un incremento congiunturale
(+0,7%) e la crescita media annua risulta così pari a +2,6%, più del doppio
rispetto alla crescita media annua del 2016 (+1,2%).
Accelera sensibilmente la produzione industriale lombarda
nel quarto trimestre, con un incremento congiunturale dell’1,9%. Su base annua la
produzione cresce del 3,7% (media annua), incremento decisamente superiore al +1,3
del 2016. In accelerazione anche gli ordini (+2,5% congiunturale l’interno e +2,3%
l’estero) e il fatturato (+2,6%). Anche l’artigianato consegue un risultato positivo,
con un incremento congiunturale dei livelli produttivi dello 0,7% e una
crescita media annua del 2,6%.
In questo contesto l’occupazione, che reagisce in
ritardo rispetto alle dinamiche produttive, presenta saldi entrate-uscite nulli
ed uno stabile ricorso alla CIG sui livelli minimi raggiunti.
Le aspettative per il prossimo trimestre per la
domanda sia interna che estera sono in miglioramento, come anche le aspettative
per l’occupazione e la produzione. Gli imprenditori artigiani sono meno ottimisti
per il prossimo trimestre con aspettative in peggioramento per tutti gli
indicatori.
I dati presentati derivano dall’indagine relativa al quarto
trimestre 2017 che ha riguardato un campione di più di 2.700 aziende
manifatturiere, suddivise in imprese industriali (oltre 1.500 imprese) e
artigiane (quasi 1.200 imprese).
Nel quarto trimestre
2017 si registra una accelerazione tendenziale della crescita della produzione
industriale (+5,1%) ed anche un deciso
incremento congiunturale (+1,9% dato destagionalizzato [1]).
Questi risultati portano ad una crescita
media annua dell’anno pari al +3,7%,
decisamente superiore alla media annua del 2016 (+1,3%).
Anche per le aziende artigiane manifatturiere si
registra un’accelerazione tendenziale (+3,1%)
associata ad un incremento congiunturale (+0,7%)
e la crescita media annua risulta
così pari a +2,6%, più del doppio
rispetto alla crescita media annua del 2016 (+1,2%).
L’indice della produzione industriale, sale a quota 109,7 (dato destagionalizzato, base
anno 2010=100) riducendo lo scarto dal massimo pre-crisi a 3,5 punti
percentuali (pari a 113,2 registrato
nel 2007).
Per le aziende artigiane l’indice della produzione è a quota 97,3 (dato destagionalizzato, base anno
2010=100), rimanendo ancora sotto quota 100.
Da un punto di vista settoriale, il 2017 si chiude con
un risultato complessivo della produzione che mostra un'unica variazione ancora
negativa per il tessile (-0,8%). Tutti gli altri settori sono in crescita con
siderurgia (+5,9%) e pelli-calzature (+5,8%) più dinamici seguiti da meccanica
(+4,7%), gomma-plastica (+4,4%), chimica (+4,2%) e minerali non metalliferi
(+4,2%). Sotto la media, ma in sua prossimità, si trova il legno-mobilio
(+3,4%), seguito dalle industrie varie (+2,3%) e dagli alimentari (+2,3%).
Infine, gli incrementi più contenuti si registrano per la carta-stampa (+1,6%),
l’abbigliamento (+1,3%) e i mezzi di trasporto (+0,9%).
Anche per l’artigianato il 2017 è globalmente
positivo, con solo le pelli-calzature in calo significativo (-4,4%). Altri tre
settori (legno-mobilio, alimentari e carta editoria) mostrano un segno negativo
ma, vista l’intensità della variazione (-0,1%), si tratta sostanzialmente di
stabilità dei risultati. All’opposto crescono significativamente la siderurgia
(+5,0%) e la meccanica (+4,9%), seguiti dai minerali non metalliferi (+3,5%).
Poco sotto la media troviamo le manifatturiere varie e la gomma-plastica
(+2,1%). Con incrementi meno intensi si segnalano il tessile (+1,2%) e
l’abbigliamento (+0,4%).
Lo spaccato dimensionale presenta un quadro tendenziale
positivo per tutte e tre le classi considerate con risultati inversamente
proporzionali alla dimensione d’impresa: le piccole e medie imprese riescono ad
incrementare i livelli produttivi del 6,0% le prime e del 5,2% le seconde, mentre
le grandi imprese (con oltre 200 addetti) registrano una crescita inferiore ma
comunque significativa (+3,7%).
Anche per l’artigianato tutte le dimensioni di impresa
evidenziano una crescita della produzione rispetto allo stesso trimestre dello
scorso anno ma, a differenza dell’industria, con intensità crescente
all’aumentare del numero di addetti: se per le imprese manifatturiere artigiane
con un numero di addetti compreso tra 3 e 5 la variazione è dell’1,3%, per le
imprese con 6-9 addetti raddoppia (+2,6%) e per quelle con 10 addetti e oltre supera
il 5% (+5,2%).
Aumenta per l’industria la quota di aziende in
crescita (62%), rispetto a quelle in contrazione (25%). Stabile la quota di
imprese che non registrano variazioni (14%).
Lo stesso fenomeno si osserva nell’artigianato, dove raggiunge
la soglia del 50% la quota di aziende in crescita e scende al 26% quella delle
aziende in contrazione. Anche in questo caso è pressoché stabile la quota di
imprese artigiane che non registrano variazioni (24%).
Il fatturato a
prezzi correnti per l’industria registra un risultato tendenziale molto
positivo (+7,9%) che, associato ad un incremento del 2,6% rispetto al trimestre
precedente, porta ad una crescita media annua per il 2017 del 5,6%. Anche per
l’artigianato la variazione tendenziale del fatturato è molto positiva (+3,9%)
mentre, questo trimestre, la crescita è meno intesa dal punto di vista
congiunturale (+0,8%). Complessivamente, il fatturato dell’artigianato cresce
in media annua del 3,0% nel 2017.
Per entrambi i comparti comunque, il risultato del
quarto trimestre è molto positivo se confrontato con lo stesso periodo del
2016, con un incremento del fatturato del 7,9% per l’industria e del 3,9% per
l’artigianato.
Gli ordinativi
provenienti dal mercato interno accelerano
ulteriormente la crescita tendenziale segnando un +7,5% e, come per gli altri
indicatori, il dato congiunturale conferma l’accelerazione di quest’ultimo
trimestre (+2,5%). Complessivamente il 2017 si chiude con un incremento del
5,2% degli ordini interni. Il mercato
estero segue la stessa dinamica con tassi di crescita più intensi: +10,0% la
variazione tendenziale, +2,3% la variazione congiunturale e +7,5% la crescita
media annua. La quota di fatturato ricavata dalle esportazioni dall’industria rimane
stabile oltre il 40%.
Le imprese
artigiane mostrano un miglioramento del risultato tendenziale (+2,6%) per domanda interna, incrementando anche la
crescita congiunturale (+0,7%). Questi risultati portano ad un incremento medio
annuo del 2,1%. La domanda estera
delle imprese artigiane, invece, mostra un’accelerazione più marcata
relativamente alla variazione tendenziale (+4,5%) che, associata ad un
incremento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, porta la crescita media
annua al +2,9%. Il canale estero per le imprese artigiane svolge sempre un
ruolo marginale, con la quota del fatturato estero sul totale in lieve calo (6,8%).
L’occupazione
per l’industria presenta un saldo nullo, risultato positivo se si considerano
gli effetti stagionali che vedono concentrarsi a fine anno le pratiche di
cessazione dei rapporti di lavoro. Considerando il dato corretto per gli effetti
stagionali del quarto trimestre si registra un incremento dell’occupazione
dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Complessivamente l’occupazione è
cresciuta dello 0,5% nel corso del 2017. Stabile il ricorso alla CIG, con una
quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione al
7,2% e la quota sul monte ore dell’1,0%.
Nell’artigianato crescono sia il tasso d’ingresso (2,0%)
che il tasso di uscita (2,3%), determinando un saldo negativo (-0,3%); al netto
degli effetti stagionali la variazione occupazione risulta invece nulla. Per
gli artigiani si riduce il ricorso alla CIG con una quota di aziende che scende
all’1,4% e una quota sul monte ore che quasi si annulla (0,1%).
Anche per quanto concerne gli investimenti i risultati sono positivi. La quota di imprese che
dichiara di aver fatto investimenti nel 2017 cresce sia per l’industria (64%)
che per l’artigianato (34%), come anche quella di chi prevede di fare
investimenti il prossimo anno (63% per l’industria e 28% per l’artigianato).
Gli incentivi previsti dal Piano Nazionale Industria
4.0 sembrano incidere sulle decisioni di investimento delle imprese
industriali, che incrementano gli investimenti in macchinari ed informatica a
discapito degli immobili. Il fenomeno non si osserva invece per l’artigianato,
dove gli investimenti in valore aumentano per i fabbricati, mentre cresce la
percentuale di imprese che ha effettuato investimenti in macchinari e
informatica.
Le
aspettative degli imprenditori industriali sulla produzione per il prossimo
trimestre sono in miglioramento, con la quota di imprenditori che non prevede
alcuna variazione ferma al 59%. Considerando la dimensione d’impresa le
aspettative appaiono omogenee con un ottimismo crescente all’aumentare della
dimensione.
Positive anche le aspettative degli imprenditori
relativamente ai livelli occupazionali, e in crescita, con una riduzione della
quota di chi non prevede alcuna variazione (77%). Anche in questo caso sono le
medie e le grandi imprese ad essere più ottimiste, mentre per le piccole
imprese il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione è limitato e la quota
di imprenditori che prevedono stabilità dei livelli rimane poco oltre l’80%.
Le aspettative degli imprenditori sulla domanda sono
in sensibile miglioramento, sia considerando il mercato interno sia
considerando quello estero, grazie ad una riduzione della quota di chi prevede
una diminuzione degli ordini. La quota di imprenditori che non si aspettano
variazioni della domanda estera cresce leggermente al 63% mentre resta stabile
quella relativa al mercato interno (64%).
Nel caso dell’artigianato, le aspettative mostrano una
flessione generalizzata tornando in territorio negativo per la domanda interna,
ma restando in campo positivo per domanda estera, produzione ed occupazione.
Il quarto trimestre del 2017
si è chiuso con un deciso processo di accelerazione che ha riguardato
produzione, fatturato ed ordini, sia interni che esteri. Anche se i dati
tendenziali sono superiori a quelli congiunturali, non per questo le variazioni
sul trimestre precedente sono meno rilevanti: una crescita della produzione
manifatturiera dell’1,9% gareggia con quella fatta registrare nel primo
trimestre del 2017. Occorre risalire al 2010 per trovare una dinamica così
intensa.
Parallelamente ai dati sulla
triade ordini-produzione-fatturato, anche l’occupazione mostra finalmente segni
di crescita: un aumento medio annuo dello 0,5% non è un dato trascurabile che
deve però fare i conti con due fenomeni complessi, quali la qualità dei posti
di lavoro, messa a dura prova dagli sviluppi della tecnologia e dalla
globalizzazione, e dalla contrazione dell’universo di riferimento. Infatti, il
numero delle imprese manifatturiere continua a diminuire e questa tendenza
frena la portata degli incrementi occupazionali rilevati nel nostro campione. A
questo proposito due sono gli aspetti rilevanti da sottolineare. Il primo è che
questo processo di contrazione si sta ridimensionando, per cui l’universo di
riferimento sembrerebbe diventare più stabile. Il secondo è che all’interno del
campione anche le imprese in difficoltà sono in forte calo: il loro peso, pari
al 25%, si confronta con un 75% di imprese in crescita o in forte crescita.
Questi dati trimestrali hanno
trascinato verso l’alto l’intera performance del 2017, ed il circolo virtuoso
della crescita sembra essersi finalmente innescato. Tutti i motori sia interni
che esteri sembrano spingere verso l’alto, ma questo quadro ottimistico non è
privo di rischi. Anche per questo occorre intensificare gli sforzi diretti a
far aumentare il potenziale di crescita e ad allargare la base e la qualità
occupazionale.
[1] D’ora in poi le variazioni congiunturali (sul
trimestre precedente) si intendono sempre destagionalizzate, se non specificato
diversamente.
(06.02.2018)