A seguito della visita aperta ai cittadini presso la piscina di via Ferrabini (svoltasi venerdì scorso in forma purtroppo ridotta, a causa delle condizioni climatiche davvero critiche), ho ricevuto in questi giorni ripetute richieste (in particolare dal Comitato dei residenti di Campo Marte-Oltre Adda) di consentire la partecipazione di tecnici esterni all’amministrazione comunale al sopralluogo all’impianto che si terrà prossimamente con funzionari dell’Agenzia per la Tutela della Salute (ex Asl).
Si tratta di un segnale di attenzione e di una dimostrazione di disponibilità a collaborare senz’altro positivi, che in questo senso registro con favore, ringraziando per il loro impegno il Comitato e tutti i singoli cittadini che si sono interessati alla questione; tuttavia, ritengo che la richiesta non possa essere accolta. Il motivo è semplice: in uno Stato di diritto, come quello in cui viviamo, è prevista una precisa distinzione dei ruoli e delle competenze; nel caso della piscina Ferrabini le valutazioni tecniche sullo stato di una struttura di proprietà pubblica spettano all’ufficio tecnico del Comune, mentre quelle sugli standard igienico-sanitari che devono essere assicurati per consentire l’apertura della piscina al pubblico spettano all’autorità sanitaria. A chi propone che gli accertamenti che verranno svolti ufficialmente dalle istituzioni preposte vengano estesi a tecnici esterni, faccio rilevare, con il massimo rispetto, che ciò equivarrebbe ad una abdicazione delle istituzioni dal loro ruolo. Ai cittadini chiedo di riconoscere questo ruolo e di avere fiducia nella capacità dell’amministrazione comunale (che in questa fase di gestione commissariale è rappresentata dalla mia figura) di garantire che venga esercitato con competenza, correttezza e riguardo per l’interesse generale. Non si tratta di favorire una maggior trasparenza: questa non è minimamente in discussione, come è già stato dimostrato promuovendo sul tema della piscina Ferrabini un incontro pubblico nell’aula consigliare del Municipio ed un sopralluogo aperto alla partecipazione di tutti gli interessati.
La situazione è nota. L’ufficio tecnico del Comune ritiene che sia necessario realizzare consistenti lavori per l’adeguamento normativo degli impianti elettrico ed idrico-sanitario, oltre ad una riqualificazione strutturale, i cui costi sono stati stimati preliminarmente nell’importo di circa 600.000 euro. Il reperimento delle risorse, la progettazione, le procedure di gara e la realizzazione dei lavori richiedono tempi che appaiono incompatibili con l’obiettivo di riaprire la piscina per l’estate 2017. L’amministrazione comunale ha però recepito la proposta di valutare l’opzione alternativa di limitare l’intervento al minimo indispensabile per garantire le condizioni di sicurezza, agibilità e conformità igienico-sanitaria della piscina, se ciò risultasse meno impegnativo sotto il profilo economico e meno complesso in termini realizzativi rispetto ad un intervento di radicale riqualificazione.
Il sopralluogo che verrà effettuato con l’Ats ha questo preciso scopo e i suoi esiti verranno formalizzati in un verbale, i cui contenuti saranno resi pubblici. In questo contesto, la presenza di “tecnici esterni” non aggiungerebbe nessuna competenza a quelle delle istituzioni preposte, né si motiverebbe con esigenze di trasparenza e informazione che sono invece ampiamente garantite. Il confronto tra amministrazione e cittadini è stato franco e aperto, e così si manterrà, ma le valutazioni tecniche, giuridiche ed economiche sono riservate a chi è chiamato per compito a svolgerle. In caso contrario, le istituzioni sembrerebbero esautorate dal loro ruolo, quasi “messe sotto tutela”: come se (mi siano consentite alcune metafore, senza alcun intento provocatorio) i genitori volessero partecipare al Collegio Docenti in cui si decidono i voti dei propri figli, gli avvocati difensori entrassero nella Camera di Consiglio di una Corte penale o i parenti dei pazienti venissero ammessi in sala operatoria.
(18.01.2017)