IL SOGNO DI TARTARUGA, UNA FIABA AFRICANA IN CUI GLI ANIMALI E LA NATURA SONO I VERI PROTAGONISTI
Tartaruga fece un sogno. Sognò un albero che si trovava in un luogo segreto. Sui rami dell'albero crescevano tutti i frutti della terra: banane, datteri, noci di cocco, meloni, miglio, patate dolci, manioca e tanti altri. Tartaruga raccontò il suo sogno agli altri animali. Ma tutti risero. "E' solo un sogno", dicevano. "No", replicò Tartaruga, "sono sicura che esiste davvero. Andrò da Nonna Koko e lei saprà dirmi dove cresce". "Aspetta! Andrò io, tu sei troppo lenta!", disse la scimmia. E si mise in viaggio. Ma ai sogni occorre credere fino in fondo, perché si avverino. E soprattutto non bisogna avere fretta! Tartaruga tutto questo lo sa molto bene. E Tartaruga aspettò con la sua nota pazienza, così alla fine. Il racconto di questo albero meraviglioso viene dall'Africa, un continente che tutti sogniamo, una terra che immaginiamo piena di colori, di suoni e ritmi, di una natura esuberante e vitale. Ed è così che viene raccontata questa storia, con vivacità e tanta musica, come in un sogno. I protagonisti sono gli animali della savana, rappresentati da pupazzi animati a vista. Le musiche sono eseguite dal vivo su ritmi e strumenti africani, con tutta la loro carica di energia, capace di coinvolgere gli spettatori di tutte le età. Il sogno di Tartaruga (in programma domenica 25 gennaio presso il Teatro alle Vigne, per la rassegna Famiglie a Teatro) è innanzitutto una storia di animali. Gli animali, oltre a catturare immediatamente la curiosità e la simpatia dei bambini, rappresentano un elemento fondamentale della fiaba, nel quale ci si identifica, oppure di cui si ha paura o che si investe di poteri straordinari e diventa benefattore o elemento magico. In questo caso Tartaruga diviene elemento di identificazione come personaggio positivo: come i bambini, Tartaruga ha tanti amici, Tartaruga sogna, anche i bambini sognano. Ma soprattutto questa storia parla di un grande sogno da realizzare. Ci insegna a credere fortemente nei nostri sogni, a lottare per essi, soprattutto se questi sogni sono rivolti al bene non solo nostro, ma di tutti. Tartaruga camminerà, soffrirà, si batterà fino in fondo e, pur con qualche momento di sconforto, alla fine la sua tenacia sarà giustamente premiata. Lo spettacolo, inoltre, consente diversi piani di lettura . La musica, per esempio, gioca un ruolo fondamentale nella messinscena, accompagnando ogni momento saliente della vicenda. I vari personaggi sono caratterizzati ognuno da un ritmo e un motivo musicale diverso. Tutte le musiche sono eseguite dal vivo su strumenti musicali "etnici", provenienti perlopiù dall'Africa, ma anche dall'Oceania, dall'Asia e dall'America del Sud. In particolare sono utilizzati questi strumenti musicali: per il personaggio della tartaruga il balaphon (xilofono africano con alcune zucche come amplificatori del suono); per lo struzzo l'affuscè (grande zucca, avvolta in una rete di piccoli semi, che producono il suono per sfregamento); per la scimmia lo djembè (tamburo di legno e pelle di capra); per la iena una grande canna di bambù, battuta con assicelle di legno; per il personaggio di Nonna Koko il tama, o "tamburo parlante", nel quale tirando alcune corde si può regolare l'altezza del suono; per la seconda iena il gokagui (campanaccio metallico a due suoni); per la farfalla il flauto dolce; inoltre, vari tipi di cavigliere (fatte di materiali naturali come semi di carruba dall'Africa, sonagliere (con unghie di capra dal Perù o con legno intrecciato e semi dall'Africa). Ma vi è un altro protagonista nella storia: l'albero. Un albero generoso, carico di frutti che gli animali mangeranno. E da sempre l'albero è un elemento naturale di grande forza e fascino, venerato e rispettato in tutte le culture e oggi al centro di un grande dibattito di carattere ambientale. Nella storia l'albero è la fonte della vita, ciò in cui occorre credere fino in fondo, è il sogno da realizzare perché ci sia la felicità. E Tartaruga è il personaggio che crede nella forza dell' albero. Non a caso la saggezza della Tartaruga è legata alla sua lentezza, si direbbe quasi una saggezza antica, perché Tartaruga è lenta in un mondo che tende ad andare di fretta e a dimenticare alcuni valori fondamentali, soprattutto quelli legati alla salvaguardia dell'ambiente. Infine, la storia dell'albero magico viene dall'Africa centrale, una regione lontana e diversa, piena di suggestioni, che ci chiama alla memoria ritmi e colori, una natura esuberante e spesso crudele, immagini lontane ma dal forte richiamo. Una storia ambientata nella savana, un tipo di ecosistema particolare dell'Africa nera, con flora e fauna peculiari, e protagonisti sono proprio i tanti animali che popolano la savana, animali che non siamo soliti vedere se non sui libri o nei documentari televisivi, ma capaci di attirare subito la curiosità di tutti. La storia evoca inoltre concetti come il caldo e la fame, che subito chiamano alla mente l'Africa e le sue problematiche. Ma questa fiaba ci pone a contatto con una cultura legata a valori antichi, dove gli animali parlanti si trovano molto spesso come fonte di saggezza e di insegnamento, dove gli anziani sono ancora portatori della conoscenza, dove la musica scandisce i tempi e momenti fondamentali nella vita degli uomini.
21-01-2009
Teatro alle Vigne
Famiglie a Teatro
Domenica 25 gennaio 2009 - Ore 17.00
Il sogno di Tartaruga
Con Andrea Lugli
Regia Andrea Lugli
Produzione Il baule volante
Tecnica: Teatro d'attore e pupazzi animati a vista
durata 60 min
età 3-10 Biglietti: intero 7 euro, ridotto 5
La biglietteria del teatro è aperta da un'ora prima dell'inizio della rappresentazione E' possibile effettuare prenotazione telefonica contattando il n. 347 9049904 TEATRO ALLE VIGNE Via Cavour, 66 - Lodi Telefono 0371/425862-3, Fax 0371/549104 Emeail biglietteria@teatroallevigne.net