L'intervento del Commissario dr. Savastano, pronunciato in occasione della mattinata celebrativa
Buongiorno
a tutti ed un affettuoso saluto alle Autorità civili, militari e religiose, ai
rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’armi, ai cittadini
lodigiani e agli studenti oggi presenti.
Come
sappiamo, il IV Novembre di ogni anno ricordiamo la fine del primo conflitto
mondiale perché il IV Novembre 1918, con la firma dell’armistizio, finiva la
Prima Guerra Mondiale, un evento sanguinoso che costò la vita a quasi 700.000
italiani, mentre più di un milione tornarono a casa mutilati e feriti.
La
ricorrenza che celebriamo oggi è pertanto dedicata in primo luogo alla commemorazione
dei Caduti di ogni guerra, riconoscendo, proprio a partire dalla traccia
indelebile lasciata dagli orrori del primo conflitto mondiale, come il lascito
di tutte le guerre siano morte e desolazione.
Questa
consapevolezza, che prevale su ogni altra considerazione, non ci deve tuttavia
impedire di riconoscere e celebrare anche gli altri importanti significati che
lo Stato italiano ha voluto attribuire al IV Novembre, come momento in cui si
afferma l’Unità Nazionale e si rende omaggio al ruolo svolto dalle Forze Armate
nel nostro modello di convivenza, un ruolo radicalmente cambiato e vocato alla
costruzione ed al mantenimento della pace, strumento a garanzia delle
istituzioni democratiche e di cooperazione alla preservazione della pace nel
mondo.
Oggi
tanti nostri militari sono all’estero, impegnati in missioni di cui assimiliamo
le definizioni (“peace keeping”, “peace enforcing” …).
In
questo momento, le Forze Armate italiane stanno partecipando a 28 missioni
internazionali sotto l’egida di Nato, Onu e Unione Europea, in ben 19 Paesi
(dal Mali alla Libia, dal Kosovo al Libano, dall’Iraq alla Somalia), con
l’impiego di quasi 7.000 militari.
Ovunque
suscitano l’apprezzamento e la riconoscenza delle popolazioni locali, portando
tante straordinarie prove di coraggio, civiltà e di generoso impegno per
contribuire alla volontà di rinascita di territori e popolazioni afflitti da
guerre, terrorismo, limitazione delle libertà individuali e collettive.
Non
solo. Quella dei militari è diventata una presenza amica e rassicurante in
molte città italiane (soprattutto quelle più grandi e popolose) dove
collaborano, con l’operazione STRADE SICURE, alle attività di controllo del
territorio, in relazione alle eccezionali esigenze di prevenzione della
criminalità.
Ma il
IV Novembre non è una festa militare, è una festa civile, alla quale devono
partecipare tutti i cittadini del Paese.
E’ il
giorno in cui dovremmo cercare di dare risposte chiare a domande essenziali per
il nostro presente ed il nostro futuro, partendo dalla consapevolezza del
significato dell’unità nazionale.
Molti
italiani hanno imparato a riconoscere i simboli della nostra unità solo
attraverso i riti collettivi della passione sportiva.
Cantiamo
l’inno e sventoliamo la bandiera allo stadio o davanti alla televisione, ma
siamo in grado di emozionarci pensando al significato delle parole scritte da
Goffredo Mameli o alla vista dei tre colori, il verde il bianco e il rosso?
Oppure,
appena rimosso il pretesto sportivo, siamo pronti a lacerarci e dividerci su
tante, troppe questioni che sono, invece, centrali per il nostro modello di
convivenza civile, al di là di un giusto confronto di posizioni e della
naturale distinzione delle opinioni?
“Raccolgaci
un’unica bandiera, una speme”, recita una dei versi del Canto degli Italiani
scritto nel 1847 da Mameli, perché dovunque in Italia il bianco, il rosso e il
verde diventarono e da allora si sono affermati come un vessillo di libertà
conquistata da un popolo che trova la propria identità nei principi di fratellanza,
uguaglianza, di solidarietà e di democrazia.
Ecco
perché il IV Novembre è una solennità civile della nostra Repubblica, a cui
tutti i cittadini, giovani e anziani, uniti insieme, devono partecipare per
onorare l’unità nazionale e le Forze Armate che hanno saputo incarnare tutti
questi valori (libertà, giustizia, spirito di solidarietà, unità dello Stato,
senso di responsabilità).
Ecco
dunque perché il IV Novembre, oltre al ricordo di tutti i Caduti che in ogni
tempo ed in ogni guerra hanno sacrificato la vita ad un ideale di devozione e
dovere, deve suscitare in noi una consapevolezza della portata che questa
ricorrenza ha nel presente.
Rievocare
e onorare la memoria rappresentano allora l’opportunità di dare una lettura
contemporanea, culturale e sociale, al significato di appartenenza alla
comunità nazionale.
E’
un’esigenza che avvertiamo ancor più in queste sofferte giornate di
condivisione così diffusa e profonda per i drammatici disagi patiti dalle
popolazioni del Centro Italia colpite da una sequenza sconvolgente di
catastrofi naturali.
In
questi drammatici frangenti ritroviamo il senso della partecipazione all’unità
nazionale e della condivisione del destino di una comunità.
Ecco
perché noi oggi non siamo giunti qui per vivere un momento semplicemente
celebrativo, ma per dedicare il nostro pensiero ed i nostri sentimenti ad un
momento dal forte carattere culturale, che deve servire a mantenere viva in
tutti noi, e ancor di più nei ragazzi, negli studenti, la coscienza collettiva
delle nostre radici e della nostra identità nazionale.
Con
questa consapevolezza possiamo allora esclamare:
Viva
l’Italia unita!
Viva
le Forze Armate, strumento di pace nel mondo e di coesione nazionale!
Onore
e cordoglio per i Caduti di ogni guerra.
Lodi, 4 novembre 2016
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Venerdì 4 novembre 2016 si tengono le commemorazioni in ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale e dei caduti di tutte le guerre.
Le celebrazioni si svolgono in occasione della tradizionale 'Giornata delle Forze Armate', appuntamento sentito e partecipato da sempre in tutta Italia.
Programma:
ore 9.30 Ritrovo dei partecipanti in Piazza della Vittoria
ore 10.15 Partenza del Corteo che deporrà le corone al Monumento dei Caduti in Piazzale Zaninelli
Ore 10.30 S. Messa alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Ore 11.30 Discorsi celebrativi e conclusione della cerimonia
(24.10.2016)