L'INFINITAMENTE PICCOLO: ALLE VIGNE UNO SPETTACOLO SU SAN FRANCESCO DEL LABORATORIO DEGLI ARCHETIPI, EVENTO SPECIALE A INGRESSO LIBERO PER LA FESTA DELL'EPIFANIA
Dieci bambini camminano nello spazio guardandosi intorno con sguardi intensi e curiosi, mentre da lontano giungono voci che si domandano cantando da dove veniamo e dove eravamo prima di nascere. Si sollevano folate di vento, nell'aria volano pagine di un libro le cui parole sono impregnate dell'amore che ha creato il mondo.
Da quelle pagine un nome si fa strada, un volto prende forma, un sorriso illumina il cammino della vita: Francesco d'Assisi, piccolo, infinitamente piccolo.
Quella del santo patrono d'Italia è la figura centrale dello spettacolo L'infinitamente piccolo - Folate di vento in un libro d'amore, che verrà rappresentato martedì 6 gennaio al Teatro alle Vigne, evento speciale per l'Epifania (inizio ore 17.00, ingresso libero sino ad esaurimento posit; alle 16.00 "merenda nella calza").
La vita di San Francesco d'Assisi sarà cantata e narrata da 36 bambini e 20 ragazzi provenienti da Albania, Cina, Egitto, Filippine, Italia, Perù, Polonia, Romania e Russia, in una messa in scena ideata e diretta da Giacomo Cimurri, Giannetta Musitelli e Claudio Raimondo del Laboratorio degli Archetipi, con musiche e canti di Carlo Cialdo Capelli. La storia di Francesco inizia tra le braccia della mamma, cullato da una ninna nanna che racconta della grandezza della madri che nel loro silenzio, nella fatica della nascita, reggono l'eterno, che regge il mondo e gli uomini. Francesco cresce come tutti i fanciulli, attingendo nutrimento nel sottobosco di parole, gesti, pensieri che diventano giochi.
Ma chi gioca con Francesco? Chi gioca con i bambini? Non i padri presi dai loro affanni, non le madri troppo prese dalla cura delle cose. Francesco come tutti i bambini gioca con la vita, con le prime parole, la danza fragile dei primi passi, il riso sciocco e le lacrime agli occhi. Forse con lui gioca il Dio delle ore semplici che prende i cuori dei bambini fin dalla culla, li porta sulla soglia del segreto dell'esistenza e li apre alle bellezze del mondo.
Il giovane Francesco partecipa alle feste, ha tanti amici, viene coinvolto nelle guerre del suo tempo. E' ferito, è fatto prigioniero. Ma il suo cuore è altrove: viaggia alla ricerca di un senso, va dove la vita manca di tutto, dove il mondo è una via di luce che vibra eternamente. Là incontra l'infinitamente piccolo, il respiro del mondo.
Solca il mare, raggiunge la Palestina, parla al sultano come parla agli uccelli.
Incontra Chiara, divengono amici e fratelli. Li unisce l'amore per il creato, per la vita, per la povertà. Lontano dai rumori delle giornate intense, lontano dai traffici, dalle feste, dai divertimenti, incontra la terra con l'erba e i fiori, il cielo con la luna e le stelle, gli alberi e le pietre, gli uccelli e il vento, il sole e il fuoco e il volto degli uomini senza maschera, senza nascondimenti. Nell'abbraccio fraterno con le creature dell'universo, nel canto di lode al Signore per quei doni straordinari, chiude la sua vita trattenendo il respiro come un bambino "che interrompe i suoi giochi senza ragione apparente e resta là, improvvisamente pallido, immobile, muto, capace solo di sorridere".
Leggeri teli colorati, come soffi di vento, piccole lanterne, la cui fiamma illumina nel buio il volto dei bambini, un bianco labirinto, bastoni come sbarre di prigione, una rete verde come l'acqua e la terra fiorita di rossi papaveri, sacchi per stanchi viandanti, il fremito delle ali di due candidi uccellini, una fragile barca, sono immagini che delicatamente prendono forma nei movimenti di grandi e piccoli su note di musiche e canti creati per le parole del libro di Christian Bobin Francesco e l'Infinitamente piccolo a cui si è liberamente ispirata la realizzazione dello spettacolo.
(24-12-2008)