“Nulla osta” di Rete Ferroviaria Italiana al progetto preliminare dei lavori di riqualificazione e ampliamento del sottopasso ciclopedonale che collega via Dall’Oro e viale Pavia.
Il via libera della società del gruppo Fs che gestisce l’infrastruttura ferroviaria è stato comunicato nel corso dell’incontro che il Commissario Prefettizio, Mariano Savastano, assistito dal dirigente del settore tecnico comunale ingegner Giovanni Ligi, ha avuto ieri a Milano con il responsabile per la Lombardia del reparto patrimonio, espropri e attraversamenti di Rfi, ingegner Claudio Ricotti.
"Si tratta di un passaggio importante - sottolinea il Commissario - che attesta la conformità delle linee progettuali generali dell’intervento, favorendo il coordinamento tra le modalità di realizzazione dell’opera e le esigenze del servizio ferroviario. Questo pronunciamento preliminare consente di programmare i prossimi passaggi, a partire dalla gara per l’affidamento della progettazione esecutiva, che definirà tutti gli aspetti di organizzazione dei lavori, compreso quello cruciale delle interferenze del cantiere con il traffico ferroviario, che dovranno essere compensate in termini economici, con rimborsi che saranno calcolati in base a precisi parametri giornalieri".
Secondo le previsioni elaborate dal settore tecnico del Comune, il progetto esecutivo dovrebbe essere pronto per la prossima primavera, quando verrà sottoposto alla valutazione definitiva di Rfi, che formulerà il proprio parere vincolante entro il successivo mese di settembre.
"Secondo quanto ci è stato indicato da Rfi - informa il Commissario – le criticità climatiche e l’intensità stagionale del traffico ferroviario sconsigliano un insediamento del cantiere nel periodo autunno-inverno, per cui è ragionevole pensare che i lavori potranno essere avviati nella primavera del 2018, per concludersi nei successivi 6 mesi".
In occasione dell’incontro di ieri, il Commissario ha inoltre sollevato il tema dell’accessibilità della stazione ferroviaria per i soggetti disabili:
"A questo proposito - osserva il dottor Savastano - bisogna anzitutto sgombrare il campo da un equivoco: l’ipotesi che le somme che verranno versate dal Comune a titolo di risarcimento per i rallentamenti del traffico ferroviario in fase di esecuzione possano essere riutilizzate da Fs per l’abbattimento delle barriere architettoniche presso la stazione è priva di fondamento ed irrealizzabile. Come ci è stato spiegato, questi importi verranno redistribuiti per quota di competenza a tutte le varie società, sia del Gruppo Fs sia operatori privati, che utilizzano l’infrastruttura ferroviaria e che saranno quindi penalizzate dai rallentamenti dei convogli: non si tratta perciò di risorse che resteranno interamente nelle disponibilità di Rfi. Indipendentemente da questa opportuna precisazione, ho comunque posto la questione del superamento delle barriere architettoniche in termini estremamente determinati, perché non è accettabile che l’accessibilità per i disabili di un servizio essenziale come il trasporto ferroviario sia così fortemente limitata da impedimenti fisici. Tra gli interlocutori del Gruppo Fs con i quali mi sono confrontato a Milano era presente una figura dirigenziale di 100 Stazioni, società che cura lo sviluppo e la valorizzazione commerciale degli scali ferroviari, ma che non ha competenza sugli interventi di adeguamento strutturale, che fanno invece capo ad un’altra società, Terminali Servizi, con cui ho immediatamente stabilito un contatto, concordando un appuntamento a Lodi per la prossima settimana. Da quanto è stato possibile apprendere, Terminali Servizi avrebbe già programmato l’installazione di un ascensore alla stazione di Lodi, ma occorre verificare che le soluzioni ipotizzate garantiscano non solo il collegamento tra l’ingresso ed il sottopasso che conduce ai binari, ma anche quello tra il sottopasso ed i binari".
(13-10-2016)