UNA COPPIA INFEDELE: AL TEATRO ALLE VIGNE IL NUOVO SPETTACOLO DI COCHI & RENATO
Tutto il meglio di Cochi & Renato, in un nuovo spettacolo in cui ancora una volta si alterneranno canzoni demenziali, gag surreali, riflessioni insensate e battute fulminanti, per una coppia che non smette di stupire e colpire il pubblico di ogni tipo, dimostrando la sua straordinaria attualità, a oltre 30 anni dalle prime apparizioni televisive con cui rivoluzionarono i canoni della comicità italiana. Una coppia infedele è il titolo dello spettacolo preparato da Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto per la stagione 2008/2009, che approderà sul palcoscenico del Teatro alle Vigne di Lodi giovedì 27 settembre (inizio ore 21.00), per il primo appuntamento della rassegna dedicata al cabaret nell'ambito della programmazione della sala di via Cavour. Un successo annunciato, è il caso di dirlo, alla luce del "tutto esaurito" registrato in prevendita già da due settimane, con i 440 posti delle Vigne "bruciati" in breve tempo.
Definire la comicità di Cochi & Renato, il loro modo di fare teatro comico, è un'impresa ardua, perché sarebbe come sforzarsi di definire il Big Bang, o la materia di cui sono fatti i sogni, o il panettone. Loro sono Cochi & Renato e basta. Da qui è nato un nuovo modo di ridere, di cantare e di guardare il mondo che è diventato nel tempo patrimonio di tutti noi e che dopo la recente riunificazione del duo è tornato prepotentemente all'attenzione del pubblico e della critica. Con i due "mostri sacri" della comicità italiana, in scena ci saranno anche i bravissimi Goodfellas, una band composta da sette musicisti, che accompagnerà le gag e interpreterà canzoni di culto vecchie e nuove.
Ma c'è di più. C'è l'intenzione (riuscita) di graffiare, di andare oltre il semplice revival. Cochi e Renato cambiarono il cabaret degli anni '60, mettendosi sulla scia di Dario Fo, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber: ma se questi erano anche "altro" (cantanti, musicisti, autori), loro invece erano "solo" cabarettisti, capaci di elaborare e poi imporre quasi come "standard" uno stile originale e innovativo, nell'atmosfera feconda e creativa della Milano dei maestri della comicità, in cui la loro "normalità" si impose come una proposta rivoluzionaria, per consolidarsi poi in punto di riferimento per molte generazioni di cabarettisti. Una normalità fatta di accorta gestione dei personaggi e di capacità di rinnovamento del repertorio, che dimostra come anche oggi il cabaret possa uscire dai luoghi comuni e dai conformismi secche in cui l'indigestione televisiva degli ultimi anni ha rischiato di relegarlo. Soprattutto, dimostra che il cabaret può tornare a spaziare, inventando e raccontando storie, mescolando i linguaggi, sovvertendo sensi e significati.
(25-11-2008)