PROGETTO UNA TATA PER AMICA: BILANCIO POSITIVO PER IL SERVIZIO GRATUITO DI BABY SITTER A FAVORE DI FAMIGLIE CON PROBLEMI DI LAVORO
Sono state 17 (rispetto a una previsione iniziale di 10 e a un numero di richieste pari a 31) le famiglie di Lodi che hanno usufruito nel 2008 del servizio gratuito di baby sitter promosso dal Comune, per un totale di 750 ore di assistenza prestata nell'arco di 8 mesi a bambini di età compresa tra 1 e 8 anni.
I risultati dell'iniziativa (intitolata Una tata per amica) sono stati illustrati giovedì 6 novembre nel corso di un incontro svoltosi presso il Teatrino del Centro Donna di via Gorini, con la partecipazione dell'assessore comunale alle pari opportunità Giuliana Cominetti, di Clara Bassanini (presidente dell'associazione Pari e Dispari, che ha collaborato al progetto), delle Consigliere di Parità Provinciali e di rappresentanti dell'Azienda Sanitaria Locale, oltre che delle baby sitter e delle famiglie che hanno fatto ricorso al servizio.
"L'iniziativa - ha ricordato l'assessore Cominetti - è nata come continuazione del servizio di baby sitter che era stato promosso nel 2006 e nel 2007 a favore delle famiglie con genitori lavoratori atipici e precari, nell'ambito del progetto Conpiùtempo, che a sua volta si inseriva nelle attività del programma Equal dell'Unione Europea. Il successo di quella prima sperimentazione ci aveva indotti a proseguire in questa direzione, cosa che è stata possibile grazie a un finanziamento della Regione Lombardia a valere sui fondi della legge 23/99 sulle politiche per la famiglia. In questa "seconda edizione", il servizio ha inoltre beneficiato del prezioso supporto dell'Azienda Sanitaria Locale, la cui approvazione è stata garanzia del rispetto di precisi standard di qualità".
Su un totale di 31 famiglie che hanno presentato richiesta di accedere al servizio, ne sono state selezione 17, 12 italiane e 5 straniere; da rilevare, inoltre, che 11 delle famiglie in questione sono composte da un solo genitore, 4 sono composte da genitori separati o divorziati e 2 da genitori che svolgono entrambi lavori su turni; a proposito della condizione occupazionale dei genitori, in 4 delle 17 famiglie i genitori non hanno contratti di lavoro regolari oppure hanno contratti di breve durata e privi di alcuni dei principali requisiti (coperture assicurative, previdenziali etc.), mentre nelle restanti 13 famiglie i genitori lavorano come dipendenti, con 5 casi di lavoro su turni in rotazione dal lunedì alla domenica. I 18 bambini per i quali è stata richiesta l'assistenza sono stati accuditi da 9 baby sitter, di cui 6 italiane e 3 straniere: sotto il profilo della formazione, 3 sono laureande in scienze dell'educazione, 1 laureanda in scienze infermieristiche, 2 infermiere professionali, 1 maestra diplomata e 1 ausiliaria socio-assistenziali con diploma di corso di formazione.
"La collaborazione con il gruppo delle baby sitter - sottolinea l'assessore Cominetti - è stata fortemente positiva: la loro disponibilità per la soluzione dei problemi che si potevano presentare nel rapporto con i genitori e le famiglie è stata sempre confermata e le eventuali criticità (organizzative, secondo emergenze di varia natura) sono sempre state affrontate con sensibilità e competenza".
L'utenza a cui si è rivolto il servizio era costituita in particolare da donne che normalmente incontrano difficoltà nell'utilizzo dei servizi locali per l'infanzia, in ragione di orari di lavoro atipici e disagevoli, di particolari situazioni personali e di assenza di una rete parentale di supporto. Il servizio è stato organizzato con caratteristiche molto specifiche: era rivolto ad un target di persone con responsabilità familiari che presentano caratteristiche di fragilità nel mercato del lavoro legate a precarietà e mancanza di reti di supporto; si proponeva come servizio flessibile e personalizzato, per soddisfare esigenze altrimenti non facilmente risolvibili con modalità e orari standard del servizio pubblico; prestava attenzione all'integrazione e alle differenze tra culture e tradizioni espresse nella relazione con i figli, la famiglia, la comunità; rispondeva alla necessità di individuare e attivare politiche sociali e di pari opportunità, attente alle difficoltà di partecipazione e accesso al lavoro per madri e padri, anche stranieri, che incontrano difficoltà nella conciliazione familiare; interveniva in sinergia con il sistema dei servizi pubblici e privati presenti nel territorio.
Le attività realizzate sono state conseguenti ai diversi obiettivi indicati dal progetto: offerta di un sostegno gratuito individuale a domicilio a madri e padri soli e alle famiglie con difficili problemi di conciliazione familiare; disponibilità di figure stabili di riferimento, baby sitter qualificate e di fiducia, per la cura di bambini fino a otto anni di età e di sostegno ai genitori durante la giornata; offerta di un'alternativa di servizio per i genitori che non possono usufruire dei servizi esistenti a causa dei tempi del loro lavoro e della difficoltà a sostenere i costi privatamente; possibilità di un'occasione di confronto e crescita per le madri e genitori in merito a competenze pedagogiche, ludiche e di relazione con i figli, al confronto con altre culture ed anche di informazione sulle opportunità che offre il territorio.
"Gli esiti della valutazione sul grado di soddisfazione da parte delle famiglie che hanno utilizzato il servizio è altamente positivo - conclude l'assessore Cominetti - Le persone che hanno beneficiato di questa opportunità hanno potuto gestire in migliori condizioni il proprio lavoro nelle fasi orarie più critiche e si sono sentite meno sole nella soluzione dei loro problemi con i figli. Le richieste sulla possibilità di continuazione del progetto sono state davvero molto pressanti da parte di tutte le famiglie coinvolte e di quelle nuove che ne vorrebbero usufruire. L'assessorato comunale alle pari opportunità e l'associazione Pari e Dispari sono dunque orientate a confermare il servizio, ricercando nuove risorse di finanziamento all'interno delle opportunità offerte dai bandi della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi. Questa positiva e certa prospettiva futura è il "vero" risultato del progetto Una tata per amica. In questa direzione si programmerà la continuità del servizio, mantenendo gli elementi di partecipazione e di qualità dell'intervento che lo hanno contraddistinto e fatto conoscere nella città".
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