DAL 6 AL 12 OTTOBRE AL TEATRO ALLE VIGNE LA DECIMA EDIZIONE DEL LODI CITTA' FILM FESTIVAL
XX Cos'è?
AA Schemi, appunti, note, abbozzi...il libro che avrei voluto scrivere.
XX E allora, perché strappi tutto?
AA Perchè non lo scriverò più.
(Sławomir Mrozek, Emigranti, 1974)
Perdere il sonno e cambiare lingua. Due prove, l'una indipendente da sé stessi, l'altra deliberata. Da soli, faccia a faccia con le notti e le parole.
(Emil Cioran, Confessioni e anatemi, 1987)
Mentre lo giravo, avevo la sensazione di rinascere, di realizzare la mia seconda "opera prima" .
(Andrzej Wajda, 1979)
La fotografia più vicina al vero di come sia stata, a lungo, forse anche troppo, meditata, trasformata anche dalle congiunture finanziarie ed infine allestita questa edizione del Lodi Città Film Festival (che doveva nascere al compimento dei suoi dieci anni di esistenza come un "rapporto" sul cinema italiano alla maniera dei referti stilati dallo storico dell'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco negli anni '60), sono le citazioni di Mrozek e Cioran giustapposte ad epigrafe. La terza è invece la galleria che porterà all'edizione del 2009, in cui definitivamente l'esclusività appartenuta al cinema italiano verrà deposta a favore dei tanti cinema continentali. Dunque non più un Lodi Città Film Festival, ma un Lodi Europa Film Festival, che sarà anticipato proprio quest'anno da una sorta di "numero zero", quasi una linea-guida delle oscillazioni di forma del cinema europeo passato e presente, con tre film a sorpresa che idealmente chiuderanno la prima versione durata dieci anni (e, lo ripeto, tutta italiana) del Festival. Prima di lasciare spazio al programma e rimandando la riflessione sulla scelta dei film e sull'allineamento delle sezioni e sottosezioni all'ampia introduzione del catalogo on-line (www.lodifilmfest.it), raccolgo, nel presentare l'edizione del decennale, alcune suggestioni critiche di Alberto Farassino che mi sono sembrate, rileggendole in questi giorni, come il credo stilistico-poetico del lavoro collettivo (non lo si dimentichi) di chi ha contribuito con il sottoscritto alla realizzazione di tutte e dieci le edizioni del Festival: "Il neorealismo è cinematograficamente un fenomeno eterogeneo, capace di trovare ispirazione e modelli sia nei generi americani che nel cinema sociale sovietico o francese e se c'è chi cerca di trasformare la sua eterogeneità in un eclettismo accomodante, che già prefigura il futuro sistema dei generi degli anni cinquanta, c'è anche chi la radicalizza in operazioni e set inconsueti, in versioni rudi e pure, secche e solitarie". Insomma, nella fedeltà ai miei (e nostri) maestri e amici so che, molto spesso, "lontano dalla nostalgia dello studio e della bella forma" si costruisce quel "neorealismo mobile", quel cinema di movimento che nel corso di quasi settant'anni, attraverso crisi e rinascite (oggetti più di mode e di colore che di discussione), più o meno scopertamente, ancor oggi riesce a mettere in rete e far dialogare un cospicuo numero di "opere cinematografiche". Buio in sala.
Fabio Francione
Direzione artistica Fabio Francione
Direzione tecnica Filippo Negri
Assistente direzione artistica Annamaria Vignati
Ospitalità Irene Castelvecchio
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Per aggiornamenti e/o modifiche del programma www.lodifilmfest.itTeatro alle Vigne Comune di Lodi: responsabile tecnico Massimiliano Rosati
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Gli ingressi alle proiezioni e alle conversazioni sono gratuiti
Il Lodi Città Film Festival è socio dell'Agenzia per il Cinema a Milano