Martedì 22 marzo, alle ore 11.00, presso il parco di Villa Braila, si svolge la cerimonia di inaugurazione del pannello illustrativo dedicato alla figura di Tiziano Zalli, nell'ambito dell'iniziativa "Tre lodigiani in memoria", organizzata dal Consiglio comunale di Lodi.
Tiziano Zalli
(1830 – 1909)
Considerato da
sempre il padre virtuale del mutualismo lodigiano Tiziano Zalli ebbe
sicuramente il merito di essere l’instancabile promotore di molte iniziative
attuate in ambito socio-economico, cooperativo-mutualistico, culturale,
benefico e sportivo.
Nato a Lodi il 29 novembre 1830 Zalli compì studi
classici e si laureò in Giurisprudenza all’Università di Pavia.
Esercitò inizialmente la
professione di avvocato ma nel 1860 assunse la carica di Segretario del Comune
di Lodi e coordinò il Comitato per i soccorsi all’insurrezione siciliana.
Si impegnò in prima persona
per la costituzione della locale Società generale operaia di mutuo soccorso, da
cui presero avvio quasi tutte le sue opere-iniziative. Proprio in “seno” a
questo sodalizio lodigiano sperimentò anche una “Cassa del Prestito d’onore” il
cui felice esito lo incoraggiò ad ideare la realizzazione, a Lodi nel marzo
1864, di una Banca popolare, la prima a sorgere in Italia.
Patriota si iscrisse, nel
1848, al “Battaglione degli studenti” ma, non ancora diciottenne, venne posto
fra le riserve e di fatto non si mosse da Lodi; ebbe comunque <<modo di combattere nel Corpo garibaldino dei
Bersaglieri lombardi del 1866 guadagnandosi una menzione d’onore per il
comportamento tenuto nella battaglia di Vezza d’Oglio>>.
Fu uomo politico: per
quarant’anni (dal 1859 al 1899) militò nel campo liberal-moderato ma passò i
seguito fra i liberal-progressisti quando venne varata, a livello cittadino,
l’alleanza fra liberali e clericali.
Sedette per un biennio nel
primo Consiglio comunale liberamente eletto (1859-1860) e poi ininterrottamente
dal 1872 al 1907.
Fra i principali protagonisti dell’azione sociale e cooperativistica
lodigiana ebbe come intento e volontà di tutta la sua vita quella di
integrare la crescita economica di Lodi con quella sociale, dando espressione
al suo carattere di borghese illuminato e intraprendente con l’animo del
filosofo.
Morirà a Lodi il 27 agosto 1909.