Il Comune di Lodi ribadisce il suo "no" al deposito gas di Cornegliano Laudense e chiede che la concessione rilasciata a Ital Gas Storage nel 2011 venga rivalutata, alla luce delle mutate condizioni del mercato energetico, della considerevole riduzione dei consumi di metano e della possibile realizzazione di nuovi gasdotti internazionali che renderebbero non più conveniente l'impianto di stoccaggio. La contrarietà al deposito di Cornegliano è stata confermata con una delibera approvata oggi dalla giunta, con la quale il Comune ha aderito al protocollo proposto dalla Provincia alle amministrazioni delle località coinvolte dal progetto (oltre a Cornegliano e Lodi, anche Lodi Vecchio, Pieve Fissiraga, San Martino in Strada, Massalengo e Borgo San Giovanni).
La nostra posizione è nota - spiega il sindaco, Simone Uggetti - ed è già stata espressa più volte in passato in modo chiaro, anche quando si trattava di una posizione solitaria, visto che a lungo Lodi è stata l'unica l'amministrazione locale a mettere nero su bianco il suo "no", purtroppo non vincolante. Con questa ulteriore delibera, ricordando quelle che l'hanno preceduta tra il 2012 ed il 2013 (con diniego sulla conformità urbanistica del progetto del deposito e sull'estensione dell'elettrodotto e del gasdotto a servizio dell'impianto), riaffermiamo tutti i motivi per i quali a nostro giudizio la procedura di concessione deve essere rivista, a partire dal profondo cambiamento del quadro di riferimento, tenuto conto che tra il 2005 ed il 2014 i consumi di gas in Italia sono diminuiti di ben il 28%, tanto da far ritenere che non esistano più i presupposti per considerare il deposito di gas di Cornegliano un'opera strategica per la politica energetica del Paese.
Nella delibera viene rammentata anche la denuncia presentata dal Comitato Ambiente e Salute nel Lodigiano, che ha segnalato all'autorità giudiziaria possibili irregolarità del procedimento di autorizzazione del deposito, che deve essere tenute in considerazione nel contesto di una possibile revisione della concessione. In particolare, alla Regione viene chiesto di proporre al Ministero dello Sviluppo Economico la sottoscrizione di un protocollo operativo identico a quello siglato tra il Mise e la Regione Emilia Romagna, che garantisce l'applicazione integrale delle nuove linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni sotterranee emanate dal ministero nel 2014 sulla base dei risultati del lavoro della Commissione ICHESE, e che per quanto riguarda il deposito di Cornegliano sono presenti soli in parte come condizioni vincolanti nella concessione rilasciata a Ital Gas Storage.
L'obiettivo - sottolinea l'assessore all'ambiente, Andrea Ferrari - è quello di fermare l'attuazione del progetto, quanto meno per un supplemento di esame, perché sono davvero molti i profili di incertezza e di carenza istruttoria che hanno caratterizzato questa vicenda. Sappiamo che non sarà semplice mettere in discussione una concessione già rilasciata, ma ci sono elementi oggettivi che ne suggeriscono l'opportunità. Nel frattempo, è necessario lavorare anche su scenari alternativi, nel caso in cui l'operazione non venisse fermata: per questo motivo, nella delibera approvata oggi vengono formulate alcune importanti richieste, che chiamano in causa anche le responsabilità della Regione, che nel 2008 ha espresso parere positivo sulla compatibilità ambientale deposito di Cornegliano, nonostante dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sia stata esclusa la parte del progetto relativa alla prospezione sismica, mentre recentemente ha dato parere negativo all'ampliamento di un impianto analogo a Sergnano, chiedendo una valutazione complessiva degli effetti dello stoccaggio di gas sulla sismicità indotta/innescata.
In particolare, alla Regione viene chiesto di proporre al Ministero dello Sviluppo Economico la sottoscrizione di un protocollo operativo identico a quello siglato tra il Mise e la Regione Emilia Romagna, che garantisce l'applicazione integrale delle nuove linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni sotterranee emanate dal ministero nel 2014 sulla base dei risultati del lavoro della Commissione ICHESE, e che per quanto riguarda il deposito di Cornegliano sono presenti soli in parte come condizioni vincolanti nella concessione rilasciata a Ital Gas Storage.
Chiederemo anche il coinvolgimento dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente - informa Ferrari - perché ad oggi non sono disponibili dati di proiezione sulle emissioni in atmosfera ad impianto in attività, mentre è chiaramente necessario uno studio preventivo all'entrata in funzione, con l'obiettivo non solo di conoscere le potenziali criticità, ma anche programmare azioni di monitoraggio, attraverso sistemi di rilevazione che producano dati accessibili alla popolazione
Un altro aspetto di grande importanza - aggiunge l'assessore alla protezione civile, Simone Piacentini - è quello relativo al Piano di Emergenza Esterno per la gestione di eventuali criticità legate all'attività del deposito. Si tratta di un documento fondamentale, che deve essere predisposto dalla Prefettura, ma che riteniamo indispensabile venga elaborato da subito, senza attendere i termini di legge. A nostro giudizio le misure di salvaguardia devono infatti essere messe a punto prima dell'avvio della fase determinante dei lavori di realizzazione del deposito, per favore la massima condivisione di tutti i soggetti interessati e l'informazione della popolazione. Sotto questo profilo, con la delibera approvata oggi il Comune si impegna a monitorare l'osservanza dell'obbligo di redazione, pubblicazione e divulgazione del Piano, nonché a controllarne l'aggiornamento periodico, prevedendo apposite esercitazioni che coinvolgano anche le popolazioni delle aree limitrofe all'impianto.
Infine, nell'ipotesi in cui il deposito venisse effettivamente realizzato ed entrasse in funzione, gli enti locali chiederanno a Ital Gas Storage di costituire fidejussioni di adeguata entità a copertura di eventuali danni, compresi quelli di natura economica dovuti alla possibile perdita di valore di mercato delle proprietà immobiliari insediate nell'area di influenza dell'impianto.
Lodi, 27 gennaio 2016