Credo che la città ricorderà a lungo la sera del 12 luglio 2008.
Lo farà senza enfasi né trionfalismi, che non si addicono alla sua natura sobria e discreta, ma con l'intensa emozione e l'intima soddisfazione, diffuse e condivise tra migliaia di persone, di aver partecipato (non semplicemente assistito) a un omaggio delicato e insieme vibrante alla sua storia, ai suoi protagonisti, soprattutto un omaggio alla sua capacità, dimostrata in 850 anni di vita, di mantenere attraverso i secoli un senso di appartenenza e uno spirito di comunità.
Quello di sabato non è stato "solo" un grande spettacolo.
Affascinanti evoluzioni, mirabolanti effetti scenici, suoni suadenti e luci cariche di suggestioni sono stati i mezzi con i quali la città ha viaggiato nel suo tempo, ripercorrendo un cammino che, passando da ciò che è stata, l'ha ricondotta a ciò che è oggi: una realtà viva, in cui la storia (anche quella dei grandi eventi) non è semplicemente passata, ma ha lasciato segni in cui tutti ancora ci riconosciamo.
Sabato sera, l'identità e il volto di questa città sono stati rappresentati con straordinaria capacità simbolica sui palchi, i carri mobili, le sfere volanti, ma ancor più sul selciato della piazza, da sempre il cuore delle nostre relazioni sociali, dove la presenza numerosa, ordinata, partecipe dei lodigiani è stata l'elemento che ha esaltato, meglio di qualunque altra cosa, l'unicità dell'evento, rendendolo grandioso e indimenticabile.
Lo voglio sottolineare con gratitudine, per il trasporto emotivo, ma anche la compostezza di comportamenti, con i quali i lodigiani sono stati protagonisti di un'impresa (e non esito a definirla tale) che senza il loro determinante contributo non sarebbe stato possibile realizzare, per quanto era complessa, colossale per apparato organizzativo (quattro giorni di lavori di allestimento, quasi 200 persone a vario titolo impegnate), inusuale per modalità di svolgimento (uno spettacolo da vivere a 360 gradi, muovendosi per la piazza), per giunta con la minaccia incombente di un cielo carico di nubi e solcato da impressionanti saette, che invece, alla fine, dimostrando clemenza e comprensione per l'importanza del momento, hanno solo aggiunto un'altra sfumatura magica ad un'atmosfera ammaliante.
Di questa gratitudine sono debitore anche nei confronti di Valerio Festi, che con il suo straordinario staff di artisti, registi, coreografi, scenografi e tecnici ha prima immaginato e poi concretizzato tutto ciò: un sognatore che nella sua carriera ha regalato meraviglia e stupore a milioni di persone, e che di fronte alla meraviglia e allo stupore dei lodigiani li ha ringraziati per avergli trasmesso felicità, gioiosa serenità, gentilezza ed ospitalità. Cogliendo, in ciò, il volto di Lodi, che dietro un velo di innata riservatezza ha i tratti dell'accoglienza, della cordialità, del piacere di stare insieme.
Nel corso dell'anno, vivremo altri importanti momenti nel segno della ricorrenza dell'850° anniversario di fondazione della città (alcuni dei quali già nei prossimi giorni, con il 17 luglio il concerto di una delle più apprezzate interpreti della canzone italiana, Fiorella Mannoia, cui seguirà sabato 19 luglio la travolgente euforia della Notte Bianca), ma la sera del 12 luglio ha già lasciato un'impronta che non svanirà.
Buon compleanno Lodi, buon compleanno lodigiani.
Lorenzo Guerini
Sindaco di Lodi