Casa, cibo e lavoro. E' attorno a questi temi che pubblico, privato e privato sociale hanno unito le forze per dare una risposta concreta al problema sociale locale attraverso il progetto "Ri- Generare valore sociale. Welfare lodigiano di comunità", che ora muove i primi passi.
Mantenere il lavoro, la propria abitazione e assicurarsi con continuità l'accesso al cibo in questi anni è diventato un problema anche tra le famiglie del Lodigiano. Basta citare qualche dato per rendersene conto: nel corso del 2014 gli iscritti alle liste di disoccupazione erano più di 21.000, oltre 500 gli sfratti e 2.000 famiglie bisognose di pacchi alimentari. In crescita la morosità nelle case Aler (quasi 33 per cento a fine 2013), così come le richieste di aiuto ai Comuni.
Nell'ottica di chi non può stare a guardare, Fondazione Cariplo a inizio del 2014 ha promosso il bando "Welfare di Comunità e Innovazione Sociale", finalizzato a creare sistemi territoriali di welfare comunitario in grado di produrre risposte innovative, fuori dai soliti schemi, alla nuova emergenza sociale.
Il Piano di zona per i servizi sociali del Lodigiano, in partnership con i Comuni del territorio, la rete del Terzo Settore e altri soggetti come Banche, Fondazioni e aziende private, ha risposto all'appello e partecipato con il progetto "Ri-Generare valore sociale. Welfare lodigiano di comunità". Selezionato su 83 proposte in Regione Lombardia e accompagnato insieme ad altri 19 alla fase 2 (quella dello studio di fattibilità), il progetto lodigiano ha ottenuto un finanziamento di 1.600.000 euro, aggiudicandosi il secondo più alto finanziamento.
"La perdita del lavoro - spiega la Project Leader, Donatella Barberis - è oggi la causa primaria di fragilità, marginalità e precarietà sociale, che ha fatto precipitare molte famiglie "normali" nella condizione di povertà e talvolta di vera e propria indigenza, con la perdita di un tetto sotto cui vivere. Proprio su queste aree di criticità intendiamo intervenire ripensando, in ottica di sviluppo e non di assistenza, le modalità di approccio e soluzione "tradizionali" e articolando la nostra attività per il prossimo triennio (la durata del progetto) su casa, lavoro e cibo. Parole d'ordine: Ri-abitare le case, Ri-generare lavoro e Re-distribuire cibo!".
L'alto valore innovativo del progetto è dato anche dalla "regia", ovvero nella proposta di governance che rivisita il ruolo della Pubblica Amministrazione nei confronti dei diversi attori sociali ed economici, agendo nella forma della co-progettazione o partenariato con privati non profit e for profit.
"Quello che farà la differenza (e quindi il successo nel conseguimento degli obiettivi), sarà la potenza della rete che non è strumento, ma essenza stessa del progetto - continua Barberis - Collaborazione e partecipazione non potranno che far crescere il progetto tra portatori di interesse, aprendo la strada a nuovi processi d'innovazione dal basso e sviluppati prima in piccola scala e successivamente estendibili a tutto il territorio".
A partire da un numero molto ampio dei potenziali destinatari del progetto, saranno seguite circa 350 famiglie (120 ogni anno per tre anni), con l'impegno ambizioso di assicurare almeno per 90 famiglie un percorso con esito positivo di uscita dalla povertà. Questo attraverso il reperimento di 90 opportunità abitative individuate e gestiste con successo con nuovi strumenti alternativi al mercato, nonché 90 posti di lavoro distribuiti tra agricoltura, artigianato, commercio. Parte integrante del progetto sarà il risveglio o il potenziamento (attraverso forum online, spazi ideativi partecipati, consultazioni...) della partecipazione del territorio, sensibilizzato e parte attiva e responsabile di una risposta comune.
Facendo leva su dialogo e collaborazione tra ente pubblico e privati proprietari di immobili si punta a:
Con l'obiettivo di creare nuove opportunità occupazionali, ci si attiverà per:
Garantire a tutti un piatto caldo e ... più! In un territorio ricco e dall'abbondanza in tavola, forti dell'esperienza maturata con la creazione del Progetto Centro Raccolta Solidale per il diritto al Cibo che ha messo in moto un processo virtuoso di raccolta, gestione e redistribuzione dei beni alimentari e allo, stesso tempo, consolidato una buona pratica sostenibile e antispreco, il progetto si attiverà per:
I PARTNER DEL PROGETTO
Comune di Lodi - Ente Capofila del Piano di Zona, Associazione Progetto Insieme, Famiglia Nuova Società Cooperativa Sociale, Movimento Lotta contro la fame nel mondo MLFM, Microcosmi Società Cooperativa Sociale, Azienda Speciale consortile del lodigiano per i servizi alla persona, Associazione Casabarasa, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Lodi, Consorzio per la Formazione Professionale e per l'educazione permanente, Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, Caritas lodigiana - Emmaus onlus, oltre a Fondazione BPL - Ente finanziatore e Provincia di Lodi - Ente co-finanziatore.
UFFICIO COMUNICAZIONE del Progetto
Referente comunicazione Roberto Vho
PER LA STAMPA:
Paola Busto
Mobile: 3332162119
e-mail: paolabusto@gmail.com