Sul numero di lunedì 23 marzo il Sole 24 Ore ha pubblicato una ricerca sugli incassi Imu e Tasi dei 104 Comuni capoluogo di Provincia: la chiave interpretativa fornita dal giornale è l'aumento dell'imposizione locale sugli immobili determinata nel 2014 dall'introduzione della Tasi a fianco dell'Imu, con un gettito complessivo che a livello nazionale è risultato superiore del 7% a quello dell'Imu 2012 (prima dell'esenzione per le prime case stabilita nel 2013) e del 15% rispetto all'Ici 2011.
Sotto questo profilo, il gettito 2014 di Imu e Tasi del Comune di Lodi è risultato in linea con quello Imu 2012, centrando l'obiettivo che era stato dichiarato dall'amministrazione, insieme a quello di evitare la doppia imposizione sullo stesso immobile (in sostanza: o si è pagata l'Imu oppure la Tasi, entrambe no).
Il servizio era inoltre corredato da una graduatoria dei 104 Comuni capoluogo per incassi pro capite da Imu e Tasi, un parametro in sé non significativo, perché le due imposte non si pagano in base al requisito della residenza (come, per esempio, l'addizionale Irpef comunale), ma in base a quello del possesso dell'immobile, per cui tra i contribuenti che versano Imu e Tasi al Comune di Lodi moltissimi non vivono in città. In ogni caso, in questa graduatoria Lodi occupa la 58ª posizione, con un prelievo per abitante di 272,1 euro; dei 57 Comuni che precedono Lodi, 48 fanno registrare incassi pro capite superiori a 300 euro e fra questi in 17 casi gli incassi pro capite sono superiori a 400 euro.
Inoltre, tra i 12 capoluoghi di Provincia lombardi, solo a Varese gli incassi pro capite sono inferiori a Lodi.
Peraltro, è da osservare che l'unico parametro di confronto omogeneo tra i vari Comuni sarebbero le aliquote applicate alle diverse categorie di immobili, tenendo conto anche di eventuali esenzioni e detrazioni.
Sul confronto tra gli importi riscossi incidono poi anche altri fattori, in particolare le differenze delle rendite catastali per lo stesso tipo di immobili assegnate nei vari Comuni ("il risultato è influenzato parecchio dai valori catastali medi di ogni città" si sottolinea infatti nell'articolo).
Infine, sarebbe sbagliata (come segnalato nello stesso servizio) un'interpretazione dei dati sugli incassi complessivi e pro capite come indicatore della pressione fiscale locale sulle case e sulle famiglie, visto che "il gettito comprende negozi, alberghi e capannoni che alzano nettamente il dato" (ai quali aggiungere anche uffici, terreni etc.).
A questo proposito, è opportuno ricordare che 11.100 delle circa 13.000 prime case esistenti a Lodi beneficiano delle detrazioni Tasi stabilite dal Comune (da 50 a 120 euro per rendite da 1.000 a 300 euro; 30 euro per ogni figlio sino a 26 anni; 200 euro per famiglie in cui vivono portatori di handicap o con invalidità riconosciuta al 100%) e che per circa 900 delle famiglie interessate ciò equivale all'esenzione.
Inoltre, esentando dalla Tasi le seconde case (soggette a Imu), è stato evitato che circa 7.000 famiglie che vivono in affitto pagassero la quota della tassa (tra il 10 ed il 30%) che la legge pone a carico degli inquilini.
(24.03.2015)