I cittadini di Lodi "espressero il proprio ringraziamento a Tiziano Zalli il 12 gennaio 1902 con una grande festa": alle due pomeridiane dalla sede della Società generale operaia di mutuo soccorso, dove erano convenuti i soci di numerosi altri sodalizi, si mosse un lungo corteo aperto dalla Fanfara Garibaldi.
Nella sala del Consiglio comunale il sindaco, rievocando le benemerenze di una vita "tutta spesa per il bene del popolo", consegnò a Zalli una medaglia d'oro ed un album con oltre 150 pagine di firme di "cittadini di ogni classe sociale che gli esprimevano stima e riconoscenza.
Considerato da sempre il padre virtuale del mutualismo lodigiano Zalli ebbe sicuramente il merito di essere l'instancabile promotore di molte iniziative attuate in ambito socio-economico, cooperativo-mutualistico, culturale, benefico e sportivo, gran parte delle quali "intraprese a favore delle fasce più deboli della società lodigiana".
Nato a Lodi il 29 novembre 1830 compì studi classici e si laureò in Giurisprudenza all'Università di Pavia.
Patriota si arruoluò, nel 1848, nel Battaglione degli studenti ma, non ancora diciottenne, venne posto fra le riserve e di fatto non si mosse da Lodi; ebbe comunque modo di combattere nel Corpo garibaldino dei Bersaglieri lombardi del 1866 guadagnandosi una Menzione d'onore per il comportamento tenuto nella battaglia di Vezza d'Oglio.
Esercitò inizialmente la professione di avvocato ma nel 1860 assunse la carica di Segretario del comune di Lodi e coordinò il Comitato per i soccorsi all'insurrezione siciliana.
Esaurito questo compitò Tiziano si impegnò in prima persona per la costituzione di una Società generale operaia di mutuo soccorso, da cui presero poi avvio quasi tutte le sue iniziative.
Il benefico sodalizio nacque il 10 febbraio 1861, nella sede lodigiana del Consiglio di leva, dove si svolse l'assemblea di fondazione che proclamò presidente onorario Giuseppe Garibaldi, elesse Gaetano Pirovano alla presidenza e Tiziano Zalli ed Antonio Scotti vicepresidenti.
L'impostazione iniziale data alla Mutuo soccorso fu di larga apertura: il vescovo di Lodi monsignor Gaetano Benaglio ne fece parte come socio onorario e l'inaugurazione avvenne con la solenne benedizione del vessillo sociale; solo più tardi si porrà la questione della "laicità" di cui il presidente Tiziano fu l'emblema cittadino di fermezza anticlericale.
La Società operaia si componeva di soci effettivi ed onorari: i primi, versando una quota mensile, acquisivano il diritto al sussidio in caso di malattia o di impotenza al lavoro, i secondi erano borghesi benestanti che contribuivano senza ricevere nulla e si occupavano, inoltre, della parte organizzativa ed amministrativa dell'istituzione.
Al sodalizio erano ammesse anche le donne "con parità assoluta di diritti e di doveri, escluse soltanto dal coprire le cariche sociali"; queste ultime godevano, principio assolutamente innovativo per l'epoca, di un modesto ma sempre provvidenziale sussidio in caso di maternità.
Costituita la Società operaia Zalli non perse tempo a promuoverla inviando, a nome del neonato Consiglio direttivo, una serie di lettere ai "maggiorenti di città e territorio".
Sollecitati da una specifica circolare, con la quale si invitavano ad aderire alla neonata associazione, i lodigiani risposero positivamente e ben 86 uomini, 9 donne, il Comune di Lodi, l'istituto delle Dame Inglesi ed i Padri Barnabiti chiesero ed ottennero di essere iscritti in qualità di socio onorario.
Tiziano Zalli resse la vicepresidenza della Società generale operaia di mutuo soccorso nei primi tempi, fino al 1869 anno in cui venne eletto presidente, ruolo che conservò per tutto il resto della sua esistenza.
Fu proprio "in seno" a questa associazione che ebbe inizio l'azione che lo avrebbe portato a fondare la Banca Popolare di Lodi.
Nell'Assemblea generale dei soci della Mutuo soccorso del gennaio 1862 proprio Tiziano suggerì infatti l'idea di costituire una Cassa del prestito d'onore basata unicamente sulla probità ed onestà dell'affidato, al fine di "andare incontro alle finalità dei piccoli ed umili operatori economici" evitando loro l'alternativa di "cader sotto i rapaci artigli dello strozzinaggio, oppure ricorrendo al Monte di Pietà, privarsi spesso della materia prima o degli strumenti di lavoro".
La proposta venne accettata all'unanimità e l'iniziativa ottenne immediato successo.
Sul finire del medesimo 1862 ancora Zalli illustrava all'opinione pubblica, sulla stampa locale - sul "Corriere dell'Adda" in particolare - il progetto di fondare a Lodi una Banca popolare, tentativo del tutto nuovo in Italia.
Infatti, forte dei buoni risultati raggiunti col Prestito, sempre Tiziano annunciò anche "che si pensa[va] di stabilire una Banca popolare per favorire gli interessi degli operai agiati e dei piccoli negozianti".
Il suo auspicio divenne ben presto una solida realtà ed il Prestito d'onore, sperimentato all'interno della Società operaia, poteva considerarsi il primo e positivo esperimento che aveva portato alla nascita della banca lodigiana, alla cui costituzione avevano contribuito centoventotto soci, fra effettivi ed onorari, del sodalizio cittadino di Mutuo soccorso.
Il 28 marzo 1864, infatti, veniva ufficialmente costituita la Banca popolare di Lodi ed i soci acclamarono, plebiscitariamente, Zalli alla presidenza.
Lo stesso Tiziano era infatti solito indicare proprio nel Prestito d'onore l'esperienza pratica che, ripensata alla luce degli studi sul credito di Luigi Luzzatti, lo aveva convinto a fondare a Lodi la prima Banca popolare in Italia.
Un'altra delle iniziative ispirate e sostenute da Tiziano, e che la Società operaia attivò al suo interno, fu la Biblioteca circolante (istituita con un proprio Regolamento il 26 dicembre 1864), ossia una biblioteca pubblica con prestito di libri -- l'unica nella Lodi del tempo -- ad uso gratuito per i soci mentre gli estranei dovevano pagare pochi centesimi per volume.
L'apertura della Biblioteca fu anche fortemente sostenuta dal giornale da "La Plebe", diretta da Enrico Bignami (socio della Mutuo soccorso), che ne aveva incoraggiato la nascita ed elogiato l'organizzazione.
Ancora oggi, a centocinquant'anni dalla sua costituzione, molti utenti usufruiscono dello storico patrimonio librario.
Nell'autunno dello stesso anno 1864, "a seguito delle sollecitazioni del vicepresidente della Mutuo soccorso, Zalli", aveva preso avvio anche la Società alimentare cooperativa allo scopo "di fornire ai lodigiani meno abbienti i generi di prima necessità all'alimentazione, come farine, pane e altri commestibili, a prezzo di puro costo".
Sempre grazie all'attivismo di Tiziano vennero attuate, nei primi anni di esistenza della Società operaia, anche due nuove forme di mutualità originale e progressista: la prima riguardava la possibile aggregazione dei figli dei soci, mediante il "versamento di uno speciale contributo", riconoscendo loro il diritto ai medicinali ed all'assistenza medica; la seconda consisteva "nell'impianto di un piccolo guardaroba contenente telerie di prima necessità da dare in prestito ai soci durante eventuali malattie".
Entrambi i progetti, però, non ebbero continuità e futuro.
Miglior fortuna incontrò invece l'idea di Zalli di istituire, all'interno della medesimo sodalizio operaio, una Cassa per i cronici, le vedove e gli orfani.
Ancora grazie alla sua volontà la medesima Società di mutuo soccorso aveva appoggiato anche l'istituzione della scuola domenicale maschile e femminile per operai, nonché la costituzione di diverse società cooperative in vari settori della società lodigiana.
La positiva esperienza della nascita di molti sodalizi non gli bastava e Zalli sentiva forte il bisogno di promuovere la cooperazione anche in altri campi: ecco quindi i tentativi di fondare una cooperativa di tipografi ed una di panettieri.
In entrambi i casi non ebbe successo ma non si scoraggiò e quando si verificherà il rincaro del pane -- in seguito alla guerra ispano-americana del 1898 -- rilancerà il Panificio cooperativo (inaugurato ufficialmente alla fine dell'ottobre dello stesso anno) e questa volta con esito positivo.
Intanto, dal 1882, aveva contribuito a promuovere la Società Teatro Gaffurio e quella dei Reduci dalle patrie battaglie di Lodi e Circondario (di cui sarà anche consigliere per tutta la vita), e dal 1886, coadiuvando Amilcare Carabelli, anche la Società cooperativa fra le lavandaie.
Dieci anni dopo, nel 1896, Tiziano sarà fra i più convinti sostenitori del patronato "Scuola Famiglia" istituito allo scopo di "tenere i bambini lontani dalla strada e di integrare l'attività scolastica".
Zalli fu pure uomo politico: per quarant'anni (dal 1859 al 1899) militò nel campo liberal-moderato ma passò fra i liberal-progressisti quando venne varata, a livello cittadino, l'alleanza fra liberali e clericali; Tiziano era infatti noto per il fiero anticlericalismo, forse eredità di un'educazione rigida e severa ricevuta nel Collegio dei padri Barnabiti di Lodi che incise profondamente sul suo temperamento.
Sedette per il biennio 1859-1860 nel primo Consiglio comunale liberamente eletto e poi ininterrottamente dal 1872 al 1907.
Fra le tante azioni intraprese da Tiziano Zalli in campo socio-economico, oltre al fondamentale sostegno fornito alla nascita del Linificio-Canapificio Nazionale, meritano una speciale attenzione la Società Cooperativa Lodigiana Edificatrice di Case popolari e la Cooperativa di Produzione Terraglie e maiolica: due iniziative particolarmente significative per la storia cittadina. Costituite nei primi anni del Novecento proprio grazie alla filantropia di Zalli unita alla collaborazione di uomini, ambienti, forze politiche e sociali fra loro molto diverse miravano, entrambe, a "favorire e promuovere il progresso morale e materiale della classe operaia lodigiana".
Fra i principali protagonisti dell'azione sociale e cooperativistica cittadina Tiziano Zalli, che morirà a Lodi il 27 agosto 1909, ebbe come intento e volontà "di tutta la sua vita quella di favorire ed integrare la crescita economica di Lodi con quella sociale, dando espressione al suo carattere di borghese illuminato e intraprendente con l'animo del filantropo".
Ed è soprattutto per questa ragione che ai suoi funerali (solennemente celebrati in forma laica il 29 agosto) partecipò una grande folla di cittadini appartenenti ad ogni ceto sociale.