Nella stagione in cui celebra i 30 anni di attività, il Teatro alle Vigne rende omaggio al suo primo direttore artistico, Carlo Rivolta, che fu responsabile della sala di via Cavour dall'inaugurazione nel 1985 sino al 1989, dopo aver già diretto in precedenza (dal 1973 al 1981) il Fraschini di Pavia.
Si intitola "Il corpo e la parola: immagini e testimonianze dal Teatro di Carlo Rivolta" l'appuntamento che la città ha voluto dedicare all'attore e regista scomparso nel 2008, in programma sabato 29 novembre (info: www.teatroallevigne.net).
Alla serata interverranno Giuseppe Girgenti (docente di filosofia all'Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano9, don Roberto Vignolo (biblista, docente della Facoltà di Teologia dell'Italia Settentrionale) e la regista Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro "Franco Parenti" di Milano.
Dopo aver legato il suo nome e la sua attività alle Vigne nei primi cinque anni di esistenza del nuovo teatro comunale sorto dalla riqualificazione della chiesa seicentesca di San Giovanni alle Vigne, Rivolta è stato protagonista acclamato in tutta Italia di interpretazioni che nascevano da tradizioni orali, come quelle di Giobbe, Qohélet, Salmi, Cantico dei Cantici e Giona, dedicandosi inoltre alle strutture drammatiche in forma di dialogo scelta da Platone per Apologia di Socrate, Critone, Fedone e Simposio, diventano materia fondante per la rappresentazione scenica.
Di questo intenso percorso di rappresentazione scenica, sabato sera verranno presentate testimonianze filmate, tratte da suoi spettacoli:
"Fissare il teatro di Carlo Rivolta in un filmato è tradire il suo modo di esprimersi, che presuppone la vicinanza fisica con lo spettatore, con una comunicazione diretta e immediata - si legge nelle note di presentazione della serata - Eppure, ora che la sua presenza fisica non c'è più, queste riprese "rubate" e non omogenee potrebbero ancora accendere emozioni e stimolare il desiderio di continuare a creare in modi sempre nuovi un Teatro povero in apparenza, perché essenziale, ma capace di provocare e inquietare, suscitando dubbi e domande, partendo dall'ascolto di quella voce di dentro che pensa, che si interroga, che si mette in gioco. Teatro della estrema coerenza tra il pensare, il dire e il fare".
(25-11-2014)