L'Associazione "L'Imbuto", con il patrocinio del Comune di Lodi presenta "IN SITU", mostra fotografica che inaugurerà domenica 21 settembre ore 18 presso il Caffè Letterario di Lodi.
NAJ, dell'artista fotografo Carlos Manuel Gasparotto, è la prima mostra del trittico di reportage fotografici dal titolo "IN SITU| Ambienti di reazione", dove il concetto di viaggio viene declinato in tre appuntamenti che avranno luogo da settembre a novembre nello spazio espositivo del Caffè Letterario.
Sud America, India, Australia e Sud Est Asiatico sono i luoghi nei quali gli artisti non solo hanno viaggiato ma hanno cercato, attraverso la fotografia, di incontrarsi/scontrarsi con la cultura, la gente e il paesaggio. Il viaggio non è più quindi puro turismo ma un restare nei luoghi, in situ, appunto.
Comunicato a cura dell'Associazione "L'Imbuto"
Contatti:
https://www.facebook.com/bellimbuto
21 settembre - 8 ottobre 2014
Caffè Letterario
Via Fanfulla, 3 Lodi
Vernissage domenica 21 settembre ore 18
La mostra
Le immagini in mostra formano un portfolio di quattro differenti storie, ad Apure e Jacoa, in Venezuela, con i campesinos alla ricerca di una vita migliore e con più speranze per i loro figli. E con i Ngäbe in Panama, tra la difesa del loro territorio e la vita quotidiana nelle piantagioni di banane.
Biografia
Carlos Manuel Gasparotto è nato in Argentina e ha studiato in Italia. Ora vive a Londra. Dopo la laurea al Politecnico di Milano si è spostato a NY per approfondire la fotografia di reportage e documentaria.
Nell'estate del 2011 ha viaggiato in Venezuela per seguire la vita dei contadini in zona di conflitto, sul confine colombiano.Successivamente in Panama per documentare la vita dei Ngöbe-Bugle, un etnia indigena minacciata dal loro stesso governo e da interessi economici.Dal 2012 è rappresentato da Invision Images.
I suoi lavori sono già stati esposti a New York, Londra, Milano e Bologna.
L'evento:
https://www.facebook.com/events/488859704584713/?fref=ts
Lodi, 17/09/2014
12 ottobre - 29 ottobre 2014
Caffè Letterario
Via Fanfulla 3, Lodi
Vernissage domenica 12 ottobre ore 19
La mostra
Durante il suo primo viaggio l'artista ha raccolto fotografie che provenivano un po' dappertutto, con il semplice obiettivo di rappresentare quell' "assurda anarchia" che non si smette mai di scoprire in India.
Dopo molti mesi sul posto, il tema della 'soglia' si è progressivamente imposto: porte socchiuse, volti duri, sguardi imperscrutabili, sari che dissimulano visi, muri - culturali e linguistici - non solo tra indiano e 'straniero' ma anche tra indiani stessi.
Dice l'artista "Laggiù c'è sempre un altro modo di vedere le cose: la realtà è relativa, niente è stabile, niente è affidabile, come se l'istinto fosse l'unica cosa che emerge dal quel coerente disordine. Ed è stato il mio che mi ha guidato quando ho cercato di cogliere la bellezza brutale di questo Paese".
Biografia
Marine Bardin nasce a Toulouse. Dopo aver studiato in Francia e in
Inghilterra, si è trasferita a Bruxelles dove ha frequentato un master in giornalismo all'Università ULB. Durante la
stesura della tesi ha iniziato a riflettere sul legame tra educazione
ed emancipazione femminile nel Nord dell'India rurale. Per
questo motivo ha vissuto 9 mesi in India dove ha raccolto interviste,
storie e fotografie che sono servite per realizzare una rivista come
prodotto finale della sua tesi.
L'artista ha visitato diversi stati del Nord
dell'India, come Punjab, Himachal Pradesh, Uttaranchal, West Bengal,
Orissa, Bihar, Madhya Pradesh e Uttar Pradesh.
Dopo la laurea ha lanciato una campagna di
crowd-funding con due colleghi e amici giornalisti per raccogliere il
denaro sufficiente per poter realizzare un documentario. La campagna è stata un
successo e i tre giornalisti sono riusciti a partire per il Ladakh (in Kashmir), una
regione anche chiamata 'Piccolo Tibet' a 5000 metri nell'Himalaya. Per anni i confini del
Ladakh sono stati chiusi agli stranieri e, da quando sono stati aperti nel
1974, la 'modernità' è entrata con forza, il costo della vita è aumentato
drammaticamente così come l'inquinamento e il turismo.
Come ogni altro stato il Ladakh ha il diritto di
svilupparsi, ma l'ambiente molto fragile e un cambiamento così
brutale hanno molte conseguenze sul territorio e la vita dei locali.
Oggi
gli abitanti del Ladakh hanno imparato a gestire questa
modernità improvvisa, rispettando allo stesso tempo le antiche tradizioni
legate al buddhismo, grazie all'utilizzo di energie alternative come i pannelli
solari e il riscaldamento solare dell'acqua.
Link al sito http://marinebardinpics.wix.com/marinebardin-photos
Link Tumblr http://walk-and-click.tumblr.com
Link del progetto
http://collectifjmag.wix.com/envertetcontreloubli
Lodi, 06/10/2014
23 novembre - 10 dicembre 2014
Caffè Letterario
Via Fanfulla 3, Lodi
Vernissage domenica 23 novembre ore 19.00
La mostra
Se stavamo bene stavamo fermi è il risultato di un anno in bilico tra lavoro, turismo, ricerca personale e una convalescenza che lo ha costretto a prolungare il soggiorno in Vietnam, il tutto sapientemente raccontato attraverso l'utilizzo del bianco e nero e una sensibilità che non solo permettono a queste fotografie di essere uno spaccato di vita vissuta ma rendono ciascuna di esse un vero e proprio frammento di bellezza naturale e umana.
Così Sirio parla del suo lavoro: «I ricordi sono in bianco e nero e sono quasi sempre sottoesposti. Queste sono foto scattate in un anno e mezzo tra Australia e Asia e l'esposizione è sempre sbagliata».
Biografia
Se stavamo bene, stavamo fermi riassume cosa ha portato Sirio Vanelli dall'altra parte del mondo.
Sirio Vanelli nasce a Lodi (LO) nel 1989. Dopo essersi laureato alla NABA di Milano in Media Design & Arti Multimediali, Sirio decide di partire e di rimanere in Australia un anno al termine del quale si ferma nel Sud Est Asiatico visitando Singapore, Cambogia e Vietnam.
Attualmente lavora come Filmmaker e Fotografo.
Link al sito http://siriovanelli.tumblr.com/
Lodi, 18/11/2014