Più alloggi per l'assistenza a donne bisognose presso la Casa di Accoglienza Femminile "Rosa Gattorno" di via Gorini ed un nuovo spazio coperto polivalente per il polo delle scuole diocesane di via Legnano: i due interventi (promossi rispettivamente dall'Istituto Figlie di S.Anna e dalla Fondazione Scuole Diocesane) potranno essere realizzati grazie ai permessi di costruire in deroga che verranno concessi dal Comune, in considerazione delle finalità di elevato valore sociale e di servizio pubblico.
I lavori per la trasformazione ad uso residenziale di una parte del sottotetto della Casa di Accoglienza Femminile e per l'installazione di una tensostruttura in ferro amovibile nel contesto del complesso scolastico diocesano necessitano infatti di una apposita autorizzazione, dato che eccedono alcuni limiti stabiliti dal Piano di Governo del Territorio (in entrambi i casi per quanto riguarda la densità edilizia, per la Casa di Accoglienza anche in relazione all'altezza interna dei locali e per le scuole diocesane anche in merito alla distanza tra i fabbricati).
La possibilità di derogare a questi limiti è subordinata alla stipula di una convenzione con il Comune, che nel caso del potenziamento della dotazione di posti presso la "Rosa Gattorno" prevede che due dei nuovi posti siano riservati a interventi di prima accoglienza per donne indigenti italiane o straniere, nell'ambito di un accordo vigente che consente già ai servizi sociali comunali di disporre di tre posti in via Gorini.
L'Istituto Figlie di S.Anna ha inoltre in essere da anni una ulteriore intesa di collaborazione con il Comune, la Provincia, la Caritas Diocesana ed il Centro di Accoglienza Segnavia, per azioni finalizzate al reinserimento sociale delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Sula base delle richieste presentate dai due soggetti interessati, il consiglio comunale ha quindi deliberato all'unanimità di autorizzare i relativi permessi di costruire in deroga.
All'interno delle zone della città che rivestono particolare interesse sotto i profili storico, architettonico, artistico e paesaggistico, gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici (anche non soggetti a vincolo di tutela) che comportano modifica della sagoma saranno assoggettati a permesso di costruire o a denuncia di inizio attività, mentre la semplice segnalazione certificata di inizia attività (SCIA) non sarà considerata sufficiente.
Lo ha stabilito, con voto unanime, il consiglio comunale, che a questo scopo ha individuato ai sensi di legge le cosiddette "zone omogenee" nelle quali la SCIA non è applicabile.
Dell'elenco fanno parte le aree che in base al Piano di Governo del Territorio costituiscono il Sistema Insediativo Storico della città (centro storico; tessuto di interesse tipologico della frazione Torretta; edifici di interesse storico-architettonico-paesaggistico e vincolati ai sensi di norme sovraordinate), gli edifici di interesse tipologico-architettonico, gli insediamenti rurali di rilevanza paesistica, gli ambiti rurali di interesse storico-artistico e gli edifici ricompresi nel Sistema Informativo Regionale dei Beni Culturali. Con la stessa delibera, il consiglio ha inoltre stabilito che nelle aree in questione, anche per gli interventi diversi da quelli di demolizione, per i quali è quindi applicabile la SCIA, i lavori non potranno avere inizio prima che siano decorsi 30 giorni dalla data di presentazione della segnalazione certificata.
Nella seduta del 29 maggio, il consiglio comunale ha inoltre approvato (con 17 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni) il documento sugli indirizzi per la nomina e la designazione dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende ed istituzioni. Rispetto al testo iniziale del documento, definito dai capigruppo consigliari nella commissione affari generali, sono stati presentati 10 emendamenti (9 da parte della Lista Uggetti e 1 da Forza Italia sottoscritto da tutte le opposizioni), che sono stati tutti approvati.
(30-05-2014)