Pubblichiamo di seguito la risposta dell'Assessore all'Urbanistica all'interpellanza presentata in Consiglio Comunale giovedì 25 luglio dal Consigliere Giorgio Daccò avente per oggetto il prospetto dell'edificio residenziale di Via Gaffurio 26.
Gentile consigliere Dacco', ringraziandola per aver portato all'attenzione del consiglio comunale un argomento che nelle ultime settimane è stato oggetto di un vivace dibattitto in città e fatta salva la premessa che i giudizi estetici sono personali e soggettivi,cercherò di affrontare il tema al centro della sua interrogazione in modo il più possibile analitico.
La demolizione e successiva ricostruzione dell'edificio "ex cinema Marzani" al civico 26 di via Gaffurio è stata realizzata tramite un Piano di Recupero, adottato con delibera di Consiglio Comunale il 12 ottobre 2009e definitivamente approvato, a seguito di pubblicazione per la presentazione di eventuali osservazioni, il 15 luglio del 2010. Nel corso della procedura, erano stati acquisiti i pareri favorevoli di tutti gli organi competenti a esprimersi: quelli di Asl e Arpa già preliminarmente all'adozione, e quelli delle Soprintendenze ai beni archeologici, ai beni architettonici ed ai beni storici in fase di approvazione.
Giova ricordare che sull'immobile in questione non gravava alcun vincolo di tutela e che anche i sopralluoghi effettuati presso l'edificio dalle citate Soprintendenze avevano portato a ritenere non significative le residue testimonianze degli aspetti architettonici, storici e artistici che avevano caratterizzato la struttura in passato, con particolare riferimento alla chiesa quattrocentesca di S.Antonio, i cui elementi originari sono stati (cito dalla documentazione depositata agli atti della Conferenza di Servizi del maggio 2010) "totalmente stravolti in più interventi e non ultimo quello della trasformazione dell'edificio di culto in cinema", risalente agli anni '30 del XX secolo.
Benché l'edificio non fosse tutelato ai sensi di legge, il Piano di Recupero è stato comunque sottoposto a Valutazione di Impatto Paesistico, poiché inserito tra i siti da assoggettare a questa verifica preliminare in forza dell'Appendice al Regolamento Edilizio approvata dal consiglio comunale nel luglio 2005.
A tale proposito, la Commissione per il Paesaggio si è espressa una prima volta nel gennaio 2009, formulando all'unanimità un giudizio neutro, accompagnato dall'auspicio (anche in questo caso cito) "di un maggior risalto all'aspetto innovativo dell'intervento, in special modo nella scelta di conservare la morfologia della facciata su via Gaffurio", nonché dalle seguenti prescrizioni: 1) eliminazione della colonna al piano terra lato corso Roma al fine di rendere simmetrica la facciata; 2) modifica in senso più lineare delle inferriate dei balconi e delle porte finestre; 3) eliminazione delle cornici in pietra, da sostituire con cornici in intonaco; 4) obbligo di comunicazione alla Soprintendenza ai Beni Archeologici preventiva alle operazioni di scavo.
Risulta quindi evidente come la Commissione abbia, in sostanza, incentivato il soggetto attuatore del Piano di Recupero ad adottare soluzioni progettuali maggiormente innovative rispetto alla pura replica dell'assetto pre esistente della facciata.
La Commissione per il Paesaggio è quindi tornata ad esprimersi nell'aprile di quest'anno, in conseguenza di alcune varianti apportate al progetto iniziale, confermando il giudizio neutro e richiedendo di effettuare un sopralluogo per verificare la campionatura del colore della cornice della facciata, allo scopo di accertarne la conformità al Piano del Colore del Comune di Lodi, nonché per concordare la posizione in cui ricollocare la lapide in ricordo di Cesare Battisti provvisoriamente rimossa a suo tempo per consentire la demolizione dell'ex cinema.
Il sopralluogo si è tenuto il 27 giugno scorso, individuando nel colore identificato nel piano comunale come 5502B Y=29 la tonalità da utilizzare per la cornice (peraltro identica a quella di un edificio di recente ristrutturazione posto nella stessa via Gaffurio) e stabilendo la ricollocazione della lapide su una parete della galleria commerciale al piano terra dell'edificio, che in orario diurno sarà aperta al passaggio pubblico, garantendo adeguata visibilità al monumento commemorativo.
A riguardo delle varianti apportate al progetto iniziale, è utile ricordare quanto in tal senso è previsto dalla legge regionale 12, che all'articolo 14 ("Approvazione dei piani attuativi e loro varianti") così recita: "Non necessita di approvazione di preventiva variante la previsione, in fase di esecuzione, di modificazioni planivolumetriche, a condizione che queste non alterino le caratteristiche tipologiche di impostazione dello strumento attuativo stesso, non incidano sul dimensionamento globale degli insediamenti e non diminuiscano la dotazione di aree per servizi pubblici e di interesse pubblico o generale".
In sostanza, ciò significa che per varianti di progetto come quelle in questione non è prescrittoil pronunciamento da parte del Consiglio Comunale. La difformità del prospetto da lei segnalata nell'interrogazione, consiste in una variante al progetto inizialeche non comporta ulteriore approvazione, perché non ha alterato le caratteristiche dimensionali del complesso immobiliare.
Per varianti di questo genere, che dunque non modificano l'assetto planivolumetrico, la procedura prevede una valutazione da parte dell'ufficio tecnico e successivamente, verificato il rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge 12, la trasmissione della pratica alla Commissione per il Paesaggio.
Benché sia circostanza oggettiva che l'attuale aspetto della facciata dell'ex cinema Marzani differisca da quello che era stato delineato nel progetto iniziale del Piano di Recupero, ciò non equivale ad una violazione delle autorizzazioni e dalla ricostruzione analitica dei vari passaggi della pratica non emerge alcuna violazione delle procedure. Tenendo giustamente conto del prevalente giudizio critico manifestato dall'opinione pubblica della città, d'intesa con la Commissione per il Paesaggio, l'amministrazione comunale ha comunque avviato un dialogo con la proprietà e la direzione lavori per verificare la possibilità di mitigare l'impatto cromatico della cornice della facciata, intervenendo nella fase di completamento dell'opera, che richiede ancora la rimozione degli ultimi allestimenti di cantiere e la rifinitura della galleria.
In conclusione, mi sia consentita una riflessione, relativa alle modalità con cui prevenire per il futuro situazioni analoghe a quella che stiamo esaminando. Ferme restando le disposizioni di legge, la giunta valutera' le eventuali possibilita' introducendo laddove si riterra' opportuno disposizioni che garantiscano il coinvolgimento preventivo dell'amministrazione comunale stessa.
La ringrazio per l'attenzione.
Simone Piacentini - Assessore all'Urbanistica del Comune di Lodi