Il quotidiano "il Cittadino" ha aperto la prima pagina dell'edizione odierna con un titolo (ripreso anche nelle locandine) relativo ad una presunta "bocciatura" del bilancio del Comune da parte della Corte dei Conti: la notizia è completamente destituita di ogni fondamento.
Con un parere depositato lo scorso 18 febbraio, la Sezione Regionale di Controllo della Lombardia ha invece rilevato la non conformità dell'attribuzione alle "spese di rappresentanza" sostenute dall'ente nel 2011 di alcune spese che avevano invece "carattere istituzionale". In sostanza, con eccesso di zelo, il Comune ha classificato tra le spese di rappresentanza alcuni costi non pertinenti a questa categoria, che pertanto non dovevano essere inseriti nell'apposito prospetto allegato al conto consuntivo. Come sottolineato nella nota trasmessa dal Comune lo scorso 16 gennaio a riscontro dei rilievi formulati dalla Corte dei Conti, tale prospetto era stato predisposto precedentemente alla pubblicazione delle "linee guida" con cui nell'aprile 2012 la Corte stessa aveva individuato i criteri di classificazione delle "spese di rappresentanza": non avendo potuto tenere conto di tali criteri, il Comune di Lodi aveva quindi fornito una interpretazione estensiva del concetto di "spese di rappresentanza", indicando tra queste anche altre spese, del tutto legittime, aventi in realtà natura "istituzionale". L'aver applicato una interpretazione estensiva, e non restrittiva, è testimonianza del comportamento trasparente e responsabile dell'amministrazione comunale, che non ha omesso di dichiarare costi per attività di rappresentanza, ma al contrario ha imputato a tali attività costi superiori a quelli effettivi, pur mantenendo l'importo complessivo entro i limiti di spesa stabiliti dalla normativa. Dal 2010, infatti, le spese di rappresentanza dei Comuni non possono superare il 20% degli importi registrati a questo titolo nel 2009: per Lodi, ciò significa un limite alle spese di rappresentanza pari a 55.000 euro all'anno. Nel 2011, l'importo registrato a questo titolo ammontava a 54.080 euro, comprendendo tuttavia una serie di voci che secondo la Corte dei Conti non dovevano essere tenute in considerazione: "depurando" il prospetto sulle spese di rappresentanza da queste voci (tra le quali i costi per le celebrazioni di San Bassiano e delle feste civili, la cerimonia del Premio Gandini, le iniziative per i gemellaggi, gli omaggi agli sposi in occasione di matrimoni civili), l'importo che ne risulta si riduce a poche migliaia di euro, con ciò dimostrando l'assoluta sobrietà del Comune. Il parere della Corte dei Conti, rilevando una non conformità di metodo, ha quindi il significato di un invito a predisporre per il futuro dei rendiconti sulle spese di rappresentanza che si attengano puntualmente ai criteri impartiti dalla Corte stessa, attestando che il Comune ha dichiarato costi persino superiori a quelli effettivamente attribuibili alle attività di rappresentanza.
Come ulteriore contributo all'approfondimento della questione, si pubblicano in allegato la nota inviata dal Comune alla Corte dei Conti e la deliberazione di quest'ultima: il prospetto sulle spese di rappresentanza sostenute nel 2011 è invece consultabile su questo sito nella sezione "trasparenza amministrativa".