"Le caratteristiche di Villa Bianchi e la personalità del suo autore (l'ingegner Pietro Grignani) non paiono al momento sufficienti per giustificare un provvedimento di tutela per notevole interesse culturale".
Con queste considerazioni, espresse in una nota trasmessa al Comune il 25 settembre, la Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici ha escluso la possibilità che l'edificio razionalista di viale Milano sia sottoposto a vincolo di legge. La richiesta era stata avanzata da alcune associazioni e privati, nell'intento di stabilire stringenti misure di tutela per Villa Bianchi, interessata da un progetto di restauro promosso dall'attuale proprietà e attualmente all'esame della Commissione per il Paesaggio. L'obbligo di Valutazione di Impatto Paesistico (altrimenti prescritto solo per gli edifici sorgenti in centro storico e per quelli di nuova realizzazione) era stato esteso a Villa Bianchi e ad una serie di altri immobili della città considerati esempi di "architettura minore in ambito urbano" per effetto di una apposita variante al Piano Regolatore Generale adottata nel 2004 e definitivamente approvata nel 2005, in seguito recepita anche nel nuovo Piano di Governo del Territorio. Oltre al restauro della villa risalente agli anni Trenta del secolo scorso, il progetto prevede l'edificazione in area adiacente di una nuova costruzione, su cui il Pgt ha "spostato" la volumetria residua (vale a dire assegnata ma non realizzata) della villa:
"Questa scelta - spiega l'assessore comunale all'urbanistica, Simone Uggetti - era stata dettata dall'intento di impedire che questi volumi residui potessero essere "aggiunti" a Villa Bianchi, magari tramite un'elevazione in altezza dell'edificio, prospettiva che anche la Soprintendenza, nella sua ultima comunicazione, ha raccomandato di scongiurare, suggerendo che un eventuale ampliamento non superi in altezza l'edificio esistente e richiedendo lo studio di soluzioni appropriate per il collegamento tra i nuovi volumi e quelli esistenti, in modo da salvaguardare l'autonomia formale della villa".
Pur negando l'apposizione di un vincolo di legge, la Soprintendenza ha tuttavia riconosciuto in Villa Bianchi "un certo valore di testimonianza, in quanto precoce esempio di aggiornamento architettonico in provincia", auspicando pertanto "che si pongano al più presto in atto misure in grado di arrestarne il degrado, compiendo un intervento di restauro conservativo che sappia correttamente applicare le più evolute soluzioni adatte all'architettura contemporanea". La Soprintendenza si è quindi resa disponibile per un parere consultivo, chiedendo di poter esaminare il progetto complessivo e compiere un sopralluogo, "al fine di una possibile condivisione con l'autorità comunale, in spirito di leale collaborazione fra enti".
"La collaborazione annunciata della Soprintendenza và al di là dei suoi puri compiti e rappresenta un fatto molto positivo - commenta l'assessore Uggetti - aggiungendo un importante contributo al ricco dibattito che si è sviluppato sul recupero di Villa Bianchi, con un rapporto sempre più stretto non solo tra la Commissione per il Paesaggio, la proprietà dell'edificio ed il progettista dell'intervento, ma anche con gli ordini professionali, le associazioni che promuovono la tutela e la valorizzazione del patrimonio architettonico della città e gruppo spontanei di cittadini che si sono dimostrati sensibili all'argomento. Questo dialogo proseguirà, nella ricerca delle soluzioni più idonee a favorire il restauro di un edificio che ha un legame indissolubile con il paesaggio urbano di Lodi".
28.09.2012