Una scommessa sulle G2 cioè le 'seconde generazioni', prove di dialogo e di intercultura, fare 'network' cioè legarsi in reti solidali. Sono le parole d'ordine dell'appuntamento di mercoledì 30 maggio, quando è in programma il Convegno promosso dal Comune di Lodi dal titolo Lodi Città Aperta, che intende presentare pubblicamente il frutto di un anno di lavoro di tanti ragazze e ragazzi della città.
Questo 'viaggio alla scoperta dell'altro', come recita il sottotitolo dell'evento, è stato compiuto dalle cosiddette 'seconde generazioni migranti', vale a dire dai figli di persone straniere nati e cresciuti a Lodi, quindi pienamente inseriti e consapevoli fin da piccoli della duplice realtà cui appartengono, quella dell'origine dei genitori e quella del luogo e del Paese dove sono nati e stanno tuttora vivendo. Sono loro i protagonisti principali dell'integrazione, del dialogo con i coetanei, della crescita e del buon futuro anche della nostra città, oltre che dell'Italia.
Il discorso si inserisce all'interno del percorso del Network italiano delle città del dialogo interculturale,realtà promossa da Consiglio d'Europa e Commissione Europea. È una rete che ad oggi comprende diciotto città tra cui Lodi, che collaborano sui temi dell'immigrazione e delle politiche di governance per comunità diverse. La rete italiana costituisce un luogo per definire le buone prassi di governo locali e migliorare il dialogo interculturale e la partecipazione alla vita della città.
Il progetto è ammesso al "Cofinanziamento regionale per i programmi annuali per l'immigrazione - anno 2010" della Regione Lombardia. Oltre al Comune, titolare dell'iniziativa, sono coinvolte altre realtà del Terzo settore quali: l'ente realizzatore Microcosmi, società cooperativa sociale, l'Associazione "Lodi per Mostar ONLUS" ideatrice del progetto, l'Associazione "Tuttoilmondo", sede della Multibiblioteca che ha ospitato il corso, e l'associazione "Viviamo insieme il nostro quartiere". La supervisione è a cura del Centro "Come" di Milano.