"Conservare la memoria della tragedia delle foibe e dell'esodo degli italiani da Istria e Dalmazia è un dovere umano e civile prima ancora che politico, che deve insegnare a tutti noi gli errori del passato per trarne insegnamento, in modo da non ripeterli mai più nel presente e nel futuro".
Lo afferma il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, indirizzando alla cittadinanza un messaggio in occasione della celebrazione della ricorrenza del "Giorno del Ricordo", istituito dal Parlamento italiano nel 2004 a memoria dei tragici eventi accaduti al termine della seconda guerra mondiale sul confine orientale dell'Italia, nel Friuli Venezia Giulia, con l'infoibamento di migliaia di persone da parte delle forze comuniste jugoslave guidate dal Maresciallo Tito.
"Quel dramma, che coinvolse tanti italiani, fu frutto di odio e perversione nazionalistica, pericolose derive da cui anche oggi dobbiamo stare in guardia, poiché il rischio di non accettazione della diversità, di odio etnico, di chiusure ad una civiltà in cui convivano donne e uomini di idee, culture e religioni diverse è purtroppo ancora reale - sottolinea Guerini - Al contrario, i buoni valori della comune patria europea di cui facciamo parte, memori anche di questi drammi del passato, ci devono muovere verso un futuro di solidali e pacifiche convivenze, in cui le idee diverse sono un dato positivo e non un limite. L'impegno di tutti noi, cittadini ed istituzioni, è oggi quello di coltivare la buona memoria e la verità storica di quegli eventi".
In occasione del "Giorno del ricordo" l'Istituto Lodigiano per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea (ILSRECO), con il patrocinio del Comune di Lodi, offre un contributo alla memoria della tragedia delle foibe e del dramma dei profughi giulianodalmati, focalizzando l'attenzione su un importante documento che forse in questi anni non ha avuto l'attenzione che invece meriterebbe: si tratta della Relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena, istituita nell'ottobre 1993 su iniziativa dei ministeri degli Esteri dei due Paesi e composta da sette storici italiani e da sette storici sloveni. La Commissione e il suo lavoro di ricerca storica (durato 8 anni) costituiscono un originale, quanto raro, tentativo di una rilettura condivisa dei difficili rapporti sul confine orientale italiano a partire dall'ultimo ventennio dell'800 fino al 1956.
"Foibe ed esodo: un tentativo di memoria condivisa" è il titolo dell'incontro che si terrà sabato 11 febbraio presso l'Archivio Storico Comunale di via Fissiraga (inizio alle ore 16.00): all'introduzione da parte del professor Ercole Ongaro, direttore dell'Ilsreco, che esporrà i punti salienti della Relazione della Commissione mista italo-slovena, faranno seguito le testimonianze di due lodigiani, originari dell'area giuliano-istriana, Umberto Pipolo e Romano Parovel. Nato a Trieste nel 1931, Pipolo ha trascorso adolescenza e gioventù nel clima drammatico della occupazione nazista, poi dei quaranta giorni dell'occupazione jugoslava ed infine delle ondate di ritorno degli italiani dell'Istria. Nel 1962 si è trasferito per lavoro a Milano e dal 1963 vive nel Lodigiano, a Casalpusterlengo. Romano Parovel è invece nato nel 1934 a Capodistria, dove ha vissuto sino all'ottobre del 1953; dopo una tappa di un anno a Trieste, la famiglia si traferì a Milano, mentre lui iniziò la vita di ufficiale di macchina sul piroscafo "Toscana" che faceva rotta tra Trieste e Melbourne, portando soprattutto emigranti, tra cui molti giuliano-dalmati; dal 1959 vive con la famiglia a Tavazzano con Villavesco.
"Una lettura condivisa della storia - esorta il professor Ongaro presentando l'incontro di domani - è possibile soltanto se si è aperti a prendere in considerazione anche il "dolore degli altri". Avere attenzione, rispetto e comprensione per l'altro, è la condizione primaria per avviare un dialogo fra le differenti memorie d'Europa che sia effettivamente libero da"usi pubblici" strumentali di storia e memoria".
(10-02-2012)