E' stato aggiudicato ad Astem Spa l'edificio di via Besana che ospita la sede provinciale dell'Inps, il più importante dei beni immobiliari di proprietà del Comune messi in vendita nel 2011 per recuperare le risorse straordinarie necessarie per rispettare gli obiettivi finanziari imposti dal Patto di Stabilità. L'offerta presentata alla trattativa privata dall'azienda a capitale pubblico (partecipata dal Comune di Lodi con quota di maggioranza del 98 per cento e da altri 34 Comuni del territorio) ammonta a 4.900.000 euro, di cui 3.500.000 euro versati immediatamente ed i restanti 1.400.000 euro dilazionati nell'arco dei prossimi tre anni. L'acconto di 3.500.000 euro sull'edificio di via Besana si aggiunge ai 3.096.000 euro già introitati nel corso dell'anno dal Comune per la vendita di altri immobili (tra i quali l'edificio di via Volturno che attualmente ospita uno degli asili nido comunali, aggiudicato per 1.400.000 euro) e ad altre entrate di parte straordinaria per 4.806.000 euro (1.196.000 euro da trasferimenti di capitale di Regione ed altri enti, 1.065.000 euro da trasferimenti di capitale da altri soggetti, 2.545.000 euro da oneri di urbanizzazione, monetizzazione di aree e standard di qualità), per incassi complessivi pari a 11.402.000 euro. L'obiettivo del Comune di Lodi indicato per il 2011 dal Patto di Stabilità è di un saldo tra entrate ed uscite di cassa positivo per 2.811.000 euro: con 9.100.000 euro di pagamenti effettuati nel corso dell'anno per investimenti già finanziati in anni precedenti, le risorse da recuperare per rispettare il Patto di Stabilità ammontavano pertanto a 11.911.000 (9.100.000 euro di pagamenti pregressi più 2.811.000 di obiettivo di saldo), reperiti per 11.402.000 euro con i proventi straordinari prima ricordati e per la parte restante con surplus di parte corrente.
La decisione di aggiudicare per 4.900.000 euro ad Astem Spa l'edificio di via Besana è stata ufficializzata con un atto di indirizzo approvato oggi dalla giunta, che ha conferito mandato all'apposita commissione (composta dai dirigenti dei settori tecnico, finanziario e servizi generali) a concludere l'operazione, alla luce della valutazione di incongruità di una manifestazione di interesse alternativa a quella di Astem, presentata da un operatore privato sulla base di un valore di 4.200.000 euro, rispetto ad una soglia di congruità di 4.750.000 euro indicata nella perizia redatta da un esperto (il professor Giacomo Morri, direttore del Master in Real Estate dell'Università Bocconi e docente di amministrazione, controllo, finanza aziendale e immobiliare della Scuola di Direzione Aziendale dello stesso ateneo). Da parte sua, Astem aveva autorizzato l'operazione con apposita delibera del consiglio di amministrazione, valutando l'acquisto conveniente alla luce di una rendita annua pari all'8,47 per cento del capitale da investire.
"Con quest'ultima alienazione realizzata nel 2011 - spiega il sindaco, Lorenzo Guerini - raggiungiamo due importanti risultati: da una parte riusciremo a rispettare il pur censurabile Patto di Stabilità, evitando penalizzazioni (tra le quali un ulteriore taglio di 1,5 milioni di euro dei trasferimenti statali) che comporterebbero l'impossibilità di continuare a garantire alla città servizi essenziali senza aumentare le relative tariffe o la pressione tributaria, come invece siamo stati in grado di fare in questi anni, pur tra notevoli difficoltà; dall'altra, i proventi straordinari verranno utilizzati in larga parte per estinguere anticipatamente numerosi mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, diminuendo di oltre un quinto l'indebitamento totale del Comune, che già ora è tra i meno consistenti fra tutti i capoluoghi di Provincia italiani, sia per quota pro capite che per incidenza sulle entrate correnti, arrivando a rispettare i nuovi parametri normativi sul rapporto tra interessi su mutui e primi tre titoli delle entrate con anni di anticipo rispetto alle scadenze di legge".
Nel dettaglio, rispetto ad un indebitamento totale che ammonta a 23.765.000 euro, verranno estinti mutui per 5.500.000 euro, abbassando dal 50 per cento del 2010 al 46 per cento di fine 2011 il rapporto con le entrate correnti, rispetto ad un limite normativo del 150 per cento.
"Nel 2012 - aggiunge il sindaco - questo indice scenderà ulteriormente al 37 per cento, vale a dire a poco più di un quinto della effettiva capacità di indebitamento del Comune. In soldi, ciò significherà un risparmio di parte corrente di 560.000 euro all'anno, superiore agli introiti annuali derivanti dalla riscossione dei canoni di affitto degli immobili che sono stati venduti (di cui 414.000 euro relativi all'edificio di via Besana). Per quanto riguarda i nuovi limiti all'incidenza degli interessi per mutui sui primi tre titoli delle entrate correnti, introdotti con l'ultima Legge di Stabilità, il Comune di Lodi sarà in grado già nel bilancio consuntivo 2011 di raggiungere gli obiettivi fissati per il 2014 (pari al 4 per cento), persino sommando agli interessi veri e propri le fideiussioni, anche se in realtà non è certo che questa componente verrà conteggiata ai fini del rispetto del parametro. Nel 2012, con un obiettivo di legge dell'8 per cento, il nostro rapporto interessi/entrate correnti sarà del 3,35 per cento e nel 2013 sarà del 3,33 per cento rispetto ad un obiettivo del 6. Queste misure strutturali renderanno il bilancio del Comune di Lodi ancor più saldo e virtuoso di quanto già non sia, come ampiamente riconosciuto da rilevazioni di fonte ufficiale e ricerche di centri studi indipendenti, che evidenziano l'ottimo equilibrio di parte corrente, la bassa pressione tributaria, l'alta propensione agli investimenti ed il basso indebitamento. Si tratta di risultati molto positivi e destinati a produrre effetto anche in futuro, quando chiunque assumerà la responsabilità di amministrare l'ente dopo la conclusione del mandato in corso (che scadrà nel 2015) troverà una situazione ideale e priva di squilibri. La possibilità di continuare ad erogare servizi di buon livello ed a basse tariffe (in alcuni casi anche gratuiti) e quella di finanziare importanti investimenti in opere pubbliche per migliorare costantemente la dotazione di infrastrutture della città dipenderà però molto dalle regole di finanza locale che verranno decise a livello nazionale: è chiaro che il sistema del Patto di Stabilità, con i meccanismi attuali o addirittura peggiorativi di quelli in vigore, non può reggere, perché costringe i Comuni a tenere ferme risorse che sarebbero indispensabili ed a reperirne sempre di nuove da entrate straordinarie, con accorgimenti sempre più complessi. Noi stessi se non fossimo stati in condizioni di assoluta necessità probabilmente non avremmo venduto tutto quello che in questi anni è stato messo sul mercato, ma le conseguenze del mancato rispetto del Patto di Stabilità sarebbero state pesanti per la città e dovevano essere scongiurate. Certo è assurdo che un Comune come il nostro che ha un bilancio sanissimo sia costretto a rincorrere con tanta fatica e sino alle ultime ore dell'anno un risultato che, insieme a quelli analoghi degli altri Comuni, serve solo a compensare con i risparmi degli enti locali (oltre 2 miliardi di euro negli ultimi anni) parte del buco che lo Stato continua invece a produrre a livello centrale".
(29-12-2011)