L'imperatore? Ma l'imperatore è nudo! L'esclamazione d'ingenua innocenza è di un bambino il quale, lontano sia dalla piaggeriatipica degli adulti che difficilmente osteggiano o dileggiano il potente, sia dalla credulità abilmente indotta nei fedeli sudditi da due furbastri, può gridare, divertito, la verità. La fiaba è nota. L'espediente su cui si snoda la vicenda è arguto: due sarti scaltri hanno una stoffa magica, bellissima, che gli stolti non possono vedere. La stoffa, naturalmente, non esiste, ma i due furbi tessitori fanno pagare a caro prezzo al presuntuoso e vanitoso imperatore i metri di nulla che gli stanno vendendo. E i cortigiani, adulatori per mestiere o per forza - nelle fiabe le teste di chi dissente cadono quasi più velocemente che nella realtà - nel dubbio di essere davvero degli sciocchi (e sei i tessitori dicessero il vero? se davvero le loro fossero zucche vuote?) e la consapevolezza di dispiacere al sovrano che dice cose splendide di quel tessuto che in realtà non vede (ma può un sovrano essere uno sciocco?), fanno meraviglie e s'incantano davanti a ciò che non esiste...
E così l'imperatore, tronfio e felice per il suo nuovo abito inesistente, sfila trionfante e in mutande tra gli stupiti,
ma ammutoliti sudditi. Finché: - Ma l'imperatore è nudo! - grida un bambino che sa guardare in faccia la realtà..
E nell'infinito mondo che non c'è delle fiabe, la "nuda" verità è ristabilita tra le risate generali.