Signor Presidente,
grazie per aver accolto l'invito ad essere qui con noi, nella nostra città, e grazie a chi ha reso possibile questo incontro, alla Cisl ed ai Lavoratori Credenti di don Peppino Barbesta.
Questa è una giornata che resterà nella memoria dei lodigiani, la giornata in cui, con grande emozione, rendiamo omaggio ad un gigante della storia, testimone appassionato del valore della libertà.
Un valore vissuto con sofferenza ed incrollabile fede nella lotta contro il regime totalitario comunista, chiamando prima i lavoratori e poi tutto il popolo polacco a usare le armi della determinazione, del coraggio, della testimonianza e della preghiera in quella immane battaglia.
La sua storia, signor Presidente, e gli straordinari risultati ottenuto con impegno e tenacia (anche quando tutto sembrava negarne la possibilità) sono stati per tanti tra noi (anche per me che allora ero un giovane studente) motivo di ammirazione, di entusiasmo, di solidarietà e di speranza. La speranza, in un mondo allora diviso in due blocchi contrapposti, di una via originale e carica di profezia per giungere riconquistare la libertà e la democrazia. Lei, signor Presidente, è stato ispiratore e guida di un movimento, Solidarnosc, che ha avuto un ruolo deflagrante per l'ex blocco sovietico, in un contesto in cui non c'era spazio per il dissenso politico e sociale.
La sua è stata un'impresa ancor più incredibile perché fondata sul principio cardine della non violenza, portando allo sgretolamento di una dittatura attraverso la protesta popolare e la partecipazione democratica.
La sua presenza oggi tra noi ci porta la testimonianza di un altissimo impegno civile e politico e ci fa sentire al cospetto della storia, ricordando la lotta per la democrazia in Polonia, il superamento della cortina di ferro e la costituzione di una nuova Europa unita.
Quell'Europa che oggi si mostra più per le difficoltà ad affrontare le sfide del nuovo mondo, della globalizzazione e della crisi economica e finanziaria che per l'ambizione di essere all'altezza della sua tradizione, dei suoi valori, del suo patrimonio che, come ha detto lei, signor Presidente, "non riusciamo a mettere in moto".
Nella sua presenza, oggi noi non riconosciamo soltanto il valore della grandissima esperienza che ha realizzato, ma, anche in virtù di quell'esperienza, la capacità di portare uno sguardo lungimirante e credibile per il nostro futuro.
Signor Presidente, oggi la città di Lodi riconosce in lei, in forma solenne, un simbolo mondiale di libertà, pace e democrazia, valori di cui lei è testimone vero ed autentico.
Siamo grati per la sua presenza tra noi e vendendola oggi qui ci viene naturale accostarla ad un'altra tra le più grandi figure del XX secolo, quella di Giovanni Paolo II, come lei protagonista assoluto non solo della storia polacca ma di quella universale, entrambi portatori di pace e speranza per i popoli del mondo.
Conferendole la cittadinanza onoraria, non ci limitiamo allora a rendere omaggio agli straordinari meriti che lei ha acquisito al cospetto della storia, ma traiamo dalla sua presenza stimolo e sprone per provare a capire il senso profondo per noi del suo indimenticabile esempio.
Non possiamo garantirle che ne saremo capaci, ma possiamo assicurarle che quando penseremo all'onore che ci ha fatto accettando di condividere l'appartenenza ideale alla nostra città, ci sentiremo più responsabili dei nostri comportamenti e ci domanderemo se stiamo agendo con coerenza e lavorando con efficacia a servizio della pace, della democrazia e del progresso sociale.
Grazie signor Presidente, della sua testimonianza di vita e di fede; grazie della speranza che infonde ai nostri cuori; grazie per l'onore che ci riserva di diventare, oggi, cittadino onorario della nostra Comunità.
Lorenzo Guerini
Sindaco di Lodi