Il Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, su commissione del Distretto Urbano del Commercio Lodi, sta effettuando uno studio di massima per la riqualificazione e la valorizzazione degli spazi aperti sulle principali vie del centro storico di Lodi.
E' sviluppato in questo progetto per la città di Lodi un ragionamento di ampio respiro, che dalla scala del territorio giunge a definire una strategia di operazioni mirate sul tessuto urbano - il centro storico - e che da qui di nuovo si aprono verso l'esterno. L'obiettivo è quello di connettere attraverso un "filo conduttore" riconoscibile gli spazi aperti fuori e dentro Lodi, verdi di tipologia anche molto differente: campi agricoli, parchi urbani ed extra-urbani, verde di quartiere, giardini e corti privati, aree dismesse in attesa di riqualificazione, percorsi di pregio storico o ambientale. Dal generale al particolare e viceversa, in un continuo dialogo tra centro e periferia, tra spazio urbano e identità agricola, memoria storica e sviluppo auspicato. E' una nuova idea di città quella che si vuole innescare, partendo dal presupposto che "La città sia come una grande casa, la casa come una piccola città", fatta di spazi riconoscibili, ospitali, specifici ma in strettamente relazione reciproca.
I materiali utilizzati per costruire questo segno di continuità sono alberi, essenze floreali, sedute, cordoli modulari, assemblati di volta in volta in combinazioni sempre differenti - e tuttavia identificabili, anche da chi per la prima volta percorre la città -, che si articolano per ora lungo corso Vittorio Emanuele e corso Umberto I, dipanandosi dall'Isola Carolina e dai Giardini F. Barbarossa fino al lungo Adda.
E' operata una serie di tagli strategici lungo l'asse di interesse, quasi come una porzione di sperimentazione progettuale che potrebbe riproporsi altrove, anche in quartieri meno centrali, all'interno di aree residuali urgenti di riqualificazione. Sono questi scavi nel suolo stradale, ove e quanto consentito dalla presenza consistente di sotto-servizi, reti e cantine, ad accogliere fisicamente gli elementi progettuali che vengono approfonditi nel dettaglio, sia da un punto di vista architettonico che botanico, e denominati "Isole Verdi". Le isole sono posizionate lungo i due corsi centrali, a partire da Piazza Castello fino all'inizio di Corso Adda, 27 Isole, vasche realizzate con cordolatura rettangolare in cemento bianco o pietra chiara - altezza 8 cm e larghezza 12 cm - e scavate a profondità variabile tra i 50 e i 100 cm dalla quota di calpestio, riempite di terra fertile adatta alla piantumazione e alla crescita delle specie vegetali selezionate.
Sono infatti gli alberi i veri protagonisti dell'intervento, dal carattere assolutamente innovativo ed in linea con le esperienze di alcune città europee ed extra-europee che sono state fonte di ispirazione importante. Sebbene sia la pietra (materiale duro e durevole) l'elemento che storicamente costituisce il centro storico delle città occidentali, è possibile oggi che l'elemento naturale e paesaggistico divenga parte integrante di questi luoghi, strumento ideale per l'attribuzione di valore, specificità, sostenibilità e vivibilità alla città contemporanea.
Essenze e Trame sono i segni del paesaggio che "entra nella città", che la riconquista punto per punto (come un'agopuntura) e la riqualifica: tutti possono trarre beneficio da queste presenze verdi, nella percorrenza piacevole quotidiana ma anche turistica e didattica, nella percezione sensoriale ed estetica, nella memoria storica evocata (tracce di origine agricola), nella possibilità di incontro e di sosta ombreggiata.
Il punto di partenza è stato proprio il paesaggio, nello specifico paesaggio agricolo che circonda Lodi, fatto di trame e superfici coltivate, di colori e textures variabili, dove la geometria è chiara ma mai rigida. Prendono così forma linee e giaciture ortogonali agli edifici che affacciano sulle vie considerate, sulle quali sono marcati i punti di interesse maggiore (slarghi, spazi collettivi, piazze, corti, luoghi di maggiore sosta o passaggio) e quelli non occupabili (passaggi carrai, accessi commerciali, etc.). Lungo questa prima maglia sono collocate, da un lato o dall'altro della strada, le isole di verde, rettangoli di larghezza costante di un metro e lunghezza variabile.
Si delinea dunque una sorta di "spezzata" che è il filo verde conduttore unificante (senza monotonia), fatta di elementi architettonici belli ed eleganti, che bene si integrano - per colore e proporzioni -, sia con i nuovi arredi scelti dall'amministrazione sia con la pavimentazione esistente (gli stessi sono allineati alla fascia di delimitazione del marciapiede, consentendo il passaggio pedonale e carrabile ma anche evitando una eccessiva rottura del manto stradale in fase di esecuzione.
La costruzione delle isole verdi è semplice e lineare: a partire da un minimo di 1,5 mt dal filo degli edifici (o dall'ingombro del marciapiede) sono posizionate questi scavi rettangolari, che di poco emergono dal porfido esistente, ma ben distinte per il colore chiaro (bianco) di finitura variabile (più o meno porosa). L'elemento cementizio di sezione costante di volta in volta si solleva e ripiega a divenire seduta allungata (lunghezza 2mt, sezione ad L) o quadrata piena (1 x 1 mt), quasi un piccolo tavolo di gioco per i più piccoli. Al loro interno sono collocate pacciamatura, tappeto floreale o vegetale, alberi di Terza grandezza (ovvero altezza contenuta tra i 3 e i 5 mt), compatibilmente con le possibilità di scavo e di soleggiamento, nonché con la presenza di aperture e passaggi nei prospetti degli edifici prospicienti.
E' stimata tra i 130 e i 170 mila euro una cifra indicativa per la realizzazione delle opere, variabile a seconda dei materiali costruttivi utilizzati. Sono due le proposte considerate ed i relativi computi preliminari: una con la realizzazione degli elementi in pietra chiara (pietra serena, toscana), assai pregiati ma costosi, l'altra con i medesimi elementi in cemento lisciato, più economici ma molto belli e durevoli, se trattati con gli adeguati metodi e realizzati ad hoc. Il sistema costruttivo sarà in ogni caso modulare, con la realizzazione in fabbrica di tutti i pezzi studiati su misura e poi assemblati in loco, in modo ridurre tempi e oneri del progetto. L'attenzione posta nelle scelte progettuali mira a contenere le cifre necessarie per l'auspicata realizzazione futura. Sono studiati nel dettaglio tre gruppi dimensionali di moduli, di lunghezza di 3, 4,5 e 6 metri: ciascun gruppo si può presentare poi nella versione semplice di solo cordolo di contenimento del terreno e delle specie, o in quelle più ricche con le differenti sedute, può contenere uno o più alberi e presentare cromie e profumazioni variabili.
Le composizioni botaniche scelte, tematizzate a partire dalla natura stessa del territorio che circonda la Città di Lodi, sono distinte per cromatismi e specificità percettive, e vengono distribuite lungo il percorso creando una esperienza complessiva ricca e non ripetitiva, pur mantenendo il carattere unitario dell'insieme, garantito dalle proporzioni e dai materiali dell'architettura.
Paesaggio agricolo: il primo gruppo trae ispirazione dal territorio lodigiano storicamente rurale, richiamando la consistenza della terra lavorata attraverso il lapillo bruno per pacciame, ed individua come esemplare arboreo il Pero da fiore, dall'abbondante fioritura primaverile (Pyrus Calleryana); il tappeto fiorito è formato da una varietà di specie erbacee ed arbustive di carattere aromatico ma anche officinale. Tali specie offrono una lunga e variegata fioritura nel periodo estivo/autunnale.
Paesaggio Urbano: rappresenta il carattere della città, elegante e compatto, pertanto si è scelto come esemplare arboreo il Ligustro (Ligustrum lucidum), dal portamento globoso e dalla profumata fioritura estiva su pacciamatura secca a corteccia, e come tappeto fiorito una varietà di specie erbacee caratterizzate da abbondanti fioriture con tonalità bianca.
Paesaggio Fluviale: il terzo tema ha come riferimento il fiume Adda, introducendo elementi suggestivi come il ciottolo bianco alla base delle alberature e specie erbacee che evocano luoghi acquatici e ripariali. L'esemplare arboreo è il Mirabolano dal fogliame violaceo (Prunus pissardi) di forte impatto cromatico, mentre il tappeto fiorito mantiene una tonalità gialla e si alterna ad erbacee di forme allungate anche scultoree (canneto).
Tutte le specie vegetali scelte presentano un comportamento rustico e con caratteristiche di resistenza al sole notevole, che pertanto non necessitano di elevate cure manutentive e di abbondante irrigazione, nell'ottica di realizzare un intervento facilmente gestibile anche da un punto di vista agronomico, e di reale effetto e durabilità. In generale le tre tematizzazioni, con tipi di alberi e fiori o arbusti - individuati ad hoc anche grazie alla consulenza del dottor Mistrangelo - sono indicativi di temi selezioni possibili all'interno delle Isole, ben integrate con il contesto di lavoro ma anche aperte a possibili sperimentazioni future, quali la creazione di percorsi didattici e ricreativi, di forme di micro orticoltura urbana, dimostrazioni erboristiche o installazioni d'arte.
Le viste costruite sulle immagini dei luoghi reali sono suggestioni nitide degli scenari futuri che si andranno a creare, atmosfere poetiche ma possibili sui luoghi della percorrenza (quella lenta di chi cammina o va in bicicletta) e che divengono allora spazi per lo stare e l'incontrarsi, occasioni di sosta e di benessere. Gli elementi di progetto - isole verdi, trame ed essenze - divengono punti di riferimento tutto il territorio: sono minimi meccanismi benefici attraverso i quali si vuole sperimentare una nuova ambiziosa idea di città, che può prender forma concreta.
Il valore estetico, della Natura con l'Architettura, è eccezione che stupisce e che lavorando per interferenza scardina i sistemi sui quali si innesta e provoca dinamiche rigenerative inattese.
Testo a cura dell'arch. Anna Arioli