150 anni fa, nel 1861, il commediografo e librettista francese Henri Meilhac (lo stesso di Carmen di Bizet), scrisse un piacevole vaudeville che però divenne famosissimo solo grazie alla musica di Franz Lèhar: era nata La Vedova Allegra.
"Non si offenda , ma questa non è musica": questa frase, dettata dallo stesso Lèhar, appariva incisa sulle medaglie omaggio che la direzione del teatro An der Wien offrì durante la trecentesima replica de La Vedova Allegra; una rivincita che il musicista volle concedersi nei confronti della direzione del teatro stesso e dei critici, che la sera della prima gli avevano rivolto lo scettico e non lungimirante apprezzamento.
Ma forse avevano ragione. La Vedova Allegra non è musica, è molto di piu: è una emozione, una esperienza sensitiva che si stampa a lungo nella memoria di chi l'ascolta.
La Vedova Allegra è un capolavoro di genuina ispirazione, dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi, con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l'aitante diplomatico Danilo. Così al finale tutti cantano la celeberrima marcetta E' scabro sole donne studiar!, in una Parigi elegante e spensierata, come elegante e spensierata vuole essere l'edizione de La vedova allegra che la Compagnia Abbati propone anche per la stagione 2010-2011 e che tornerà ad essere rappresentata al Teatro alle Vigne venerdì 4 marzo, per la stagione di operetta degli Amici della Lirica Giuseppina Strepponi: un'edizione in cui si va da Maxim (ancora oggi simbolo mondano-turistico parigino), si danno nomi capricciosi alle donnine che allietano le serate piccanti dei diplomatici, si cantano valzer pervasi da un erotismo scintillante, si ballano indemoniati can can e si ama in assoluta gaiezza, in una atmosfera gioiosa e contagiosa che assimila attori e pubblico. Ed è in questa sinergia che l'operetta vola sulle ali del canto, della danza, della prosa, della maschera, del gesto, facendosi teatro perfetto o, in modo meno presuntuoso, perfettamente teatrale.
"Dopo 150 anni - osserva Corrado Abbati - la storia della vedova allegra è ancora qui fra di noi ed è ancora oggi uno degli spettacoli più rappresentati al mondo. Cosa è successo? Nulla nella partitura di Lèhar, molto in noi, che abbiamo capito che si può tranquillamente accettare la dimensione intellettuale della nostalgia che sa renderci più sereni. E chi, di questi tempi, non ne ha bisogno? Buon divertimento!".
La vicenda
All'ambasciata del Pontevedro a Parigi, c'è grande fermento. Sta arrivando la signora Anna Glavari , giovane vedova del ricchissimo banchiere di corte. L'ambasciatore, il Barone Zeta, ha ricevuto l'incarico di trovare un marito pontevedrino alla vedova e questo per conservare in patria i milioni di dote della signora. Infatti, se la signora Glavari passasse a seconde nozze con un francese, il suo capitale lascerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e per il Pontevedro sarebbe la rovina economica. Njegus, cancelliere dell'ambasciata, è un po' troppo pasticcione per una simile impresa, ma c'è il conte Danilo che potrebbe andare benissimo. Njegus e Zeta tentano di convincerlo ma lui non ne vuole sapere. Tra Danilo e Anna c'era stata una storia d'amore finita male a causa della famiglia di Danilo. Da parte sua la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per farlo ingelosire. Frattanto si snoda un'altra storia d'amore che vede protagonisti Valencienne, giovane mogliettina di Zeta, e Camillo de Rossillon, un diplomatico francese che la corteggia con assiduità. I due si danno convegno in un chiosco. Li sta per sorprendere il barone Zeta, quando Njegus riesce a fare uscire per tempo Valencienne ed a sostituirla con Anna. La vedova sorpresa con Camillo! Tutti sono sconvolti, Danilo furioso abbandona la festa. Tutto ormai sembra compromesso ma Njegus, vero deus ex machina, riesce a sciogliere gli equivoci e a far confessare ad Anna e Danilo il loro reciproco amore. La patria è salva. D'ora in poi la signora Glavari non sarà più "la vedova allegra" ma la felice consorte del conte Danilo Danilowitch.
(02-03-2011)
Teatro alle Vigne
Amici della Lirica Giuseppina Strepponi
Stagione di operetta 2010-2011
Venerdì 4 marzo - Ore 21.00
LA VEDOVA ALLEGRA
Operetta di Victor Léon e Leo Stein
Musica di Franz Lehár
Adattamento di Corrado Abbati
Edizioni Suvini-Zerboni, Milano
Personaggi e interpreti: Njegus Cancelliere d'Ambasciata Corrado Abbati; Il Barone Mirko Zeta ambasciatore del Pontevedro Fabrizio Macciantelli; Valencienne sua moglie Antonella Degasperi; Il Conte Danilo Danilowitch segretario d'ambasciata Carlo Monopoli; Anna Glavari Raffaella Montini; Camillo De Rossillon Romolo Tisano; Kromow consigliere d'ambasciata Romolo Tisano; Kromow consigliere d'ambasciata Alessandro Pini; Olga sua moglie Francesca Dulio; il Visconte Cascada Roberto Riganello; Raoul di Saint Briosche Marco Gabrielli; Bogdanowitch console del Pontevedro Matteo Catalini; Silviana sua moglie Francesca Araldi; Pritschitch Luis Vasquez; Praskowia sua moglie Silvia Chizzolini; grisettes, parigini, suonatori, pontevedrini Lucia Antinori, Francesca Araldi, Silvia Chizzolini, Elisa Mazzoli, Chiara Maruccia, Chiara Pellegrino, Gioele Calorio, Matteo Catalini, Marco Gabrielli, Alessandro Pini, Roberto Riganello, Luis Vasquez
Regia Corrado Abbati
Scene Stefano Maccarini
Costumi Artemio Cabassi
Coreografie Giada Bardelli
Direzione musicale Marco Fiorini
Organizzazione Generale Stefano Maccarini
Biglietti: 25,00
Prevendita presso la biglietteria del teatro giovedì 10.00-12.30 e 15.00-18.00,
venerdì 15.00-18.00 e da un'ora prima della rappresentazione.
La biglietteria accetta prenotazioni
telefoniche o via mail e fax.
I biglietti possono essere pagati per contanti e bancomat
TEATRO ALLE VIGNE Via Cavour, 66 - Lodi
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