La Belle Hélène (lo spettacolo, nell'allestimento della Compagnia Teatro Musica Novecento di Reggio Emilia, in programma venerdì 4 febbraio al Teatro alle Vigne per la stagione di operetta degli Amici della Lirica Giuseppina Strepponi) fu forse il più grande successo di Jacques Offenbach e diede inizio a quella che Alphonse Daudet definì la "Offenbachiade", ossia il periodo compreso tra il 1864 e il 1870, allorché il compositore tedesco dominò completamente la vita teatrale parigina. Ancora oggi rimane questo il suo titolo più conosciuto e, insieme a Orfeo all'Inferno, ha fatto sì che il nome del compositore venisse legato per sempre alla parodia dell'antichità. In realtà Offenbach non fu il primo a utilizzare soggetti mitologici in modo ironico, né, se si dà uno sguardo al complesso della sua produzione, l'antichità classica risulta il suo scenario favorito, che è casomai il Settecento. Scegliere l'antichità classica significava per Offenbach essenzialmente munirsi di uno schermo al riparo del quale stigmatizzare i costumi della società del suo tempo.
La storia
Il giudizio di Paride assegna la palma dell'avvenenza a Venere: il giovane figlio di Priamo viene perciò ripagato dalla dea con la promessa dell'amore della donna più bella del mondo, Elena di Troia. La notizia arriva presto a Sparta, dove vive appunto Elena, moglie annoiata di Menelao. Ella è ben felice di potere assegnare alla "fatalità", che di continuo invoca, la colpa di un tradimento che la invoglia, così da salvaguardare la sua reputazione. Intanto Paride giunge a Sparta nelle vesti di un umile pastore, accompagnato dal buffo e maldestro fratello, Cleto il piccolo. Qui chiede aiuto a Calcante per ottenere ciò che Venere gli ha promesso. Elena non manca di notare il bel pastore, ma l'arrivo dei re greci dà inizio alla gara di intelligenza voluta da Agamennone. Cleto riesce in modo rocambolesco a risolvere le sciarade proposte e si guadagna così il diritto ai favori di Elena. Nasce però ora la disputa su chi sia realmente Paride, poichè, nella confusione generale, l'identità di Paride rimbalza dall'uno all'altro. La situazione incresciosa può essere risolta solo grazie all'aiuto della "intoccata" vestale di Venere, Margherita, a prezzo della propria concessione ad essi, ma perdendo in tal modo il proprio ruolo di "intoccata" e suscitando in tal modo le ire della dea. L'unico modo per risolvere la questione è allora quello di andare a conferire direttamente con la dea all'isola di Creta. Il prescelto per il viaggio è Menelao, che viene spedito sui monti di Creta, fra l'ilarità generale. Cleto si angoscia per la propria situazione, poiché sa che non riuscirà mai ad avere la bella Elena. Nel frattempo, tuttavia, lui stesso è conteso dai re Agamennone e Achille, insieme a Calcante, che decidono di giocarselo al gioco dell'oca. Mentre Elena e Paride continuano le loro effusioni amorose, Paride confida all'amata la propria reale identità; arriva però Cleto, inseguito dai suoi "pretendenti", che annuncia, causando la disperazione di Elena, il ritorno inatteso di Menelao. Paride, atterrito dall'idea dell'ira del re, invita Cleto a infilarsi nel letto della regina, in modo che il fratello risulti ancora una volta il capro espiatorio della situazione. Al suo arrivo, Menelao, mentre annuncia che la nave non è riuscita ad arrivare all'isola di Creta, vede Cleto, scambiandolo ovviamente per il vero Paride, e lo minaccia di una fine tragica. Cleto riesce tuttavia a fuggire. Il povero Menelao è sottoposto alle pressioni di tutti affinché ceda: Venere ha ispirato alle donne greche tale desiderio "de plaisir et d'amour" che il caos regna ormai sovrano in ogni famiglia. Quando Paride si presenta nella falsa veste di messo di Venere per condurre Elena a Citera, Menelao s'arrende, e accompagna lui stesso la moglie all'imbarco. Ma quando sono già lontani, Paride si svela, provocando le ire generali. Che fine avranno però fatto Cleto e la Pizia? La Pizia sarà ancora "intoccata" vestale o sarà nel frattempo riuscita a soddisfare i propri desideri? Il finale lo svelerà....
La Compagnia Teatro Musica Novecento nasce nel 1995 a Reggio Emilia ad opera di un gruppo di artisti affermati in campo teatrale, lirico ed operettistico, con importanti esperienze maturate nelle più prestigiose compagnie d'operetta e di prosa, nonché in importanti enti lirici. Incoraggiata dai calorosi consensi riscossi con la sua prima produzione, La Vedova Allegra di Franz Lehár, la Compagnia Teatro Musica Novecento ha intrapreso un percorso di ricerca, valorizzazione e modernizzazione nell'ambito del genere operetta, forte di una struttura organizzativa consistente in una sartoria teatrale, un laboratorio per la ideazione e costruzione di apparati scenografici (ArteScenica s.a.s.), una compagine orchestrale a servizio delle produzioni (Orchestra Cantieri d'Arte) e un balletto stabile (Corpo di Ballo Accademia). Cin-Ci-Là, Il Paese dei Campanelli, Al Cavallino Bianco, La Principessa della Czarda, Scugnizza, L'Acqua Cheta sono i titoli che hanno portato la compagnia ad esibirsi nelle migliori piazze teatrali italiane. Ciò che fin da subito ha connotato la compagnia e che è stato fortemente apprezzato da pubblico e critica è una visione corale dello spettacolo, in cui tutti gli elementi hanno una peculiare caratterizzazione e uno specifico rilievo, in virtù anche di sapienti piccoli ritocchi in chiave più moderna ai copioni tradizionali. Dopo il debutto nel 2005 di Ballo al Savoy di Paul Abraham, ambientato negli anni '30, che impegna ad aprirsi ad uno stile più vicino al musical, la compagnia decide di affrontare le grandi pagine dell'operetta francese di Jacques Offenbach: La Vie Parisienne e La Belle Hélène. Seguono Fiore d'Hawaii di Paul Abraham, La Danza delle Libellule di Franz Lehár e La Bajadera di Emmerich Kálmán, titoli meno rappresentati ma allo stesso tempo veri capolavori, spesso trascurati a favore dei più celebri titoli operettistici.
(02-02-2011)
Teatro alle Vigne
Amici della Lirica Giuseppina Strepponi
Stagione di operetta 2010-2011
Venerdì 4 febbraio 2011-Ore 21.00
La belle Helene
di Jacques Offenbach
produzione Compagnia Teatro Musica Novecento
Silvia Felisetti soubrette, Alessandro Brachetti comico,
Claudio Corradi tenore, Silvia Spruzzola soprano,
Fulvio Massa baritono, Susie Georgiadis soprano,
Graziella Barbacini soprano caratterista, Giuliano Scaranello attore,
Francesco Mei attore, Manuele Reitano attore,
Massimiliano Tradii Bersani attore, Mario Stefanini attore
Biglietti: 25 euro
Prevendita presso la biglietteria del teatro, via Cavour 66,
giovedì 10.00-12.30 e 15.00-18.00, venerdì 15.00-18.00,
il giorno dello spettacolo da un'ora prima della rappresentazione;
la biglietteria accetta prenotazioni telefoniche o via mail e fax;
pagamento per contanti, bancomat o tramite assegno circolare
non trasferibile intestato a Comune di Lodi-Teatro
Teatro alle Vigne, via Cavour 66 Lodi, telefono 0371/425862-3,
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