Regole chiare per gestire in modo sempre più efficace e tempestivo le procedure di avviamento di nuovi servizi socio-assistenziali (asili nido, spazi gioco per l'infanzia, comunità alloggio, comunità terapeutiche etc.) e garantire agli enti locali la possibilità effettiva di svolgere una concreta attività di vigilanza su quelli già esistenti.
Sono questi i due obiettivi di un accordo raggiunto tra l'Azienda Sanitaria Locale ed il Comune di Lodi, in qualità di capofila del Piano di Zona dei distretti di Lodi, Casalpusterlengo e Sant'Angelo Lodigiano. Approvato nei giorni scorsi dalla giunta municipale, l'accordo prende spunto dall'esigenza di coordinare e monitorare l'offerta territoriale di servizi socio- assistenziali, allo scopo di orientarne lo sviluppo verso i bisogni prioritari che si manifestano nel contesto locale e di definire modalità di verifica omogenee per tutto il Lodigiano.
"Si avverte l'esigenza di prevenire l'avviamento di attività prive dei requisiti di funzionamento previsti dalla normativa - sottolinea l'assessore alle politiche sociali del Comune di Lodi, Silvana Cesani - cosa non così semplice, visto che per l'apertura di questi servizi ora basta una semplice Comunicazione Preventiva di Esercizio, una sorta di "Dia" applicata al settore sociale, con cui il soggetto gestore autocertifica il possesso dei requisiti. In questo senso, i Comuni (ai quali spetta disporre gli adempimenti conseguenti alla rilevazione di eventuali non conformità) devono essere messi nelle condizioni di poter esercitare il loro ruolo. Intercettare il più precocemente possibile l'intenzione di avviare nuove attività socio-assistenziali è quindi fondamentale, per promuovere un percorso di collaborazione con i futuri gestori che porti alla realizzazione di servizi che possiedano effettivamente e fin dalla prima fase i requisiti organizzativi, tecnici ed igienico-sanitari necessari, a tutela dei cittadini-utenti. Inoltre, questo tipo di approccio alla questione può contribuire a ricondurre le singole attività ad un sistema territoriale di servizi pubblici e privati che partecipano insieme alla realizzazione degli obiettivi in campo socioassistenziale programmati nel Piano di Zona".
Dopo l'entrata in vigore della legge regionale 3/2008 (che ha assegnato ai Comuni la competenza di governare il sistema dell'offerta socio-assistenziale, istituendo inoltre la Comunicazione Preventiva di Esercizio) ed il decreto regionale 1.254 del 2010, dal febbraio scorso Asl e Ufficio del Piano di Zona hanno dato vita ad un tavolo per la definizione di una procedura condivisa in merito alle Cpe ed alla vigilanza ordinaria sui servizi socioassistenziali.
"L'accordo tra Asl e Comune di Lodi, come capofila del Piano di Zona, è il frutto del lavoro di questo tavolo - spiega l'assessore Cesani - che si è avvalso anche della positiva esperienza del servizio di consulenza per i Comuni promosso dall'Azienda Sanitaria Locale, con la consulenza di professionisti esperti, che si è rivelato molto utile come primo passo per garantire una visione d'insieme del sistema territoriale dell'offerta socioassistenziale".
Per quanto riguarda la procedura di gestione delle Cpe, l'accordo prevede che i Comuni inoltrino le pratiche all'Ufficio di Piano entro 3 giorni dalla data in cui sono state protocollate, inviandone una copia anche al Dipartimento Accreditamento Qualità e Controllo Attività Sociosanitarie dell'Asl. L'Ufficio di Piano effettua quindi una verifica entro 15 giorni ed in caso di incompletezza delle comunicazioni ne richiede l'integrazione ai gestori entro i successivi 7 giorni. Sempre l'Ufficio di Piano, informa l'Asl dell'esito positivo delle verifiche (sia in prima istanza che successivamente ad integrazioni), attivando così la Commissione di Vigilanza per il sopralluogo di competenza, da effettuarsi entro i successivi 60 giorni, con emissione dei relativi risultati in 75 giorni. A quel punto, in caso di conformità la Commissione di Vigilanza trasmette il responso al Comune per l'archiviazione della pratica; in caso di difformità, il Comune, una volta informato, può procedere in tre modi: richiedere un'integrazione della documentazione; fissare un termine per il rispetto integrale dei requisiti; inibire immediatamente lo svolgimento dell'attività. In merito alle procedure di vigilanza sui servizi socio-assistenziali, il piano di programmazione annuale dell'Asl prevede un piano di controlli per le verifiche periodiche sui servizi regolarmente in esericizio; il piano viene elaborato tenendo conto di specifiche richieste avanzate dai Comuni, tramite l'ufficio del Piano di Zona. I Comuni possono inoltre segnalare alla Commissione di Vigilanza la necessità di controlli straordinari anche al di fuori di quanto previsto nei piani di controllo annuali. Infine, una volta ogni sei mesi l'Ufficio di Piano ed il Dipartimento Accreditamento dell'Asl si incontreranno per un monitoraggio congiunto degli interventi effettuati, la valutazione degli esiti emersi e la verifica delle procedure.
(01-12-2010)