"Invito Giulio Cavalli a rispettare il lavoro ed il percorso artistico e culturale del Teatro alle Vigne, così come noi rispettiamo il suo e quello del Teatro Nebiolo. Espressioni come quelle utilizzate da Cavalli in occasione della presentazione della nuova stagione della sala di Tavazzano, riprese anche dalla stampa, sono del tutto fuori luogo e appaiono immotivatamante offensive".
Andrea Ferrari, assessore alla cultura del Comune di Lodi, replica così alle recenti affermazioni di Cavalli, che ha definito "deprimente che una città si atteggi a metropoli, quando ha i soldi di una frazione di paese".
"Noi non ci atteggiamo a nulla - sottolinea Ferrari - Ci siamo impegnati intensamente in questi anni per migliorare sempre più l'offerta del Teatro alle Vigne, sia per qualità che per versatilità delle proposte, dalla prosa al cabaret, dalla musica classica alle operette, dagli spettacoli per le famiglie a quelli per le scuole. I risultati sono stati confortanti, con un aumento anno dopo anno del numero di spettatori e l'evidente apprezzamento del pubblico, che resta il principale indicatore della validità delle scelte fatte".
Particolarmente sgradevole a giudizio dell'assessore Ferrari è stato il riferimento ai presunti costi sostenuti alle Vigne per "hostess e aperitivi", che secondo Cavalli sarebbero pari a quelli complessivi di gestione del Nebiolo:
"Innanzitutto, nel nostro, come in tutti i teatri, non ci sono "hostess", ma maschere, che svolgono con professionalità una funzione importante: se Cavalli dicendo ciò pensava di essere spiritoso, sappia che è risultato solo offensivo. Non spetta poi a Cavalli emettere verdetti sulla sostenibilità economica della gestione delle Vigne, ma ai cittadini lodigiani, tenendo poi sempre conto del fatto che si tratta di dati pubblici, desumibili dal bilancio comunale. Su questo punto non accettiamo alcuna lezione. Vorrei essere ancora più chiaro: le risorse investite dal Comune di Lodi per l'attività delle Vigne non sono risorse sottratte al "teatro civile" di Cavalli. Non si lamenti con noi della scarsità di mezzi di cui dispone; Cavalli gestisce una sala di proprietà pubblica, per incarico conferito con bando, al quale ha aderito conoscendo le condizioni contrattuali. Se non le trovava convenienti non doveva presentare un'offerta. Cavalli ci accusa di vanità metropolitana; io invece trovo provinciali atteggiamenti come il volantinaggio promosso l'anno scorso a Lodi, con lo slogan "Più Nebiolo, meno Vigne". E' ridicolo, perché solo lui si sente in competizione. Noi facciamo la nostra strada, lui segua quella che predilige, se possibile con una maggior capacità di distinguere tra il ruolo di gestore di un teatro e quello di politico".
"Tra l'altro - conclude con rammarico Ferrari - è stato proprio il Comune di Lodi ad accompagnare e sostenere Cavalli nei suoi primi passi nel mondo del "teatro civile". Forse è il caso di ricordare che lo spettacolo sul tragico incidente aereo di Linate, che per primo ha dato notorietà a Cavalli fuori dal Lodigiano, è stato coprodotto da noi e altri Comuni in accordo con l'associazione dei parenti delle vittime. Così come lo spettacolo "Do ut des", non meno importante nel percorso artistico di Cavalli, ha visto l'amministrazione comunale di Lodi direttamente coinvolta, instaurando un positivo rapporto di collaborazione con quella di Gela. Parlo di un sostegno concreto, istituzionale, organizzativo ma anche economico, per un importo di decine di migliaia di euro".
(27-10-2010)