Il risparmio energetico e la mobilità sostenibile sono i due settori nei quali le politiche ambientali di Lodi hanno fatto registrare negli ultimi anni i più significativi miglioramenti, "trainando" la prestazione complessiva della città nella classifica dei 103 capoluoghi di Provincia italiani elaborata da Legambiente e Ambiente Italia (43° posto, contro il 60° dell'anno scorso). Il riconoscimento dei comportamenti virtuosi di Lodi è giunto oggi a Firenze, in occasione del convegno nazionale promosso per la presentazione dell'edizione 2010 del rapporto Ecosistema Urbano, nel corso del quale l'assessore comunale all'ambiente, Simone Uggetti, è intervenuto per illustrare le esperienze maturate nel campo delle fonti rinnovabili.
"Dopo i forti investimenti degli anni passati sul solare termico, che ci avevano portato al secondo posto in Italia per metri quadrati di pannelli su superfici pubbliche, dal 2009 ci siamo dedicati con grande impegno anche al fotovoltaico - commenta Uggetti da Firenze - Così, se nel primo settore siamo rimasti nelle posizioni di vertice (scendendo al quattro posto), nel secondo abbiamo realizzato un sensibile miglioramento, passando dal 59° al 30° posto, un piazzamento destinato a salire ulteriormente, visto che nella prossima edizione del rapporto verranno conteggiati anche i nuovi impianti realizzati negli ultimi mesi, che hanno più che triplicato la nostra dotazione di fotovoltaico".
Comprendendo altre iniziative a favore del risparmio energetico (come il rinnovo della rete di illuminazione pubblica e la distribuzione gratuita di lampade a basso consumo), l'indice complessivo delle politiche energetiche vede Lodi al 15° posto su 103, rispetto al 16° della precedente edizione del rapporto. Il forte e continuo sviluppo della rete di piste ciclabili (secondo posto in Italia dietro a Reggio Emilia, contro il 3° dell'anno scorso) è invece il fattore che sta alla base dell'ottima performance della città nella classifica della mobilità sostenibile (12° posto, più 14 posizione rispetto al 2009).
"In questo settore - riflette l'assessore Uggetti - dobbiamo e possiamo migliorare intervenendo sul servizio di trasporto pubblico urbano, che tra le città di dimensioni analoghe alle nostre ci vede ancora un po' indietro, sia per numero di viaggi annui per abitante che per chilometraggio medio pro capite. Non è un problema di facile soluzione, soprattutto dal punto di vista economico, anche se alcune iniziative interessanti sono già state realizzate in questi anni, come l'istituzione della navetta gratuita tra il parcheggio dell'Ospedale Maggiore ed il centro storico e la sperimentazione dei bus a chiamata per l'utenza delle fasce serali e dei giorni festivi".
Ai temi della mobilità sostenibile e del risparmio energetico si associa quello dell'inquinamento atmosferico, che pur facendo registrare alcuni miglioramenti continua a penalizzare la città.
"Per quanto riguarda il Pm10 - sottolinea Uggetti - il rapporto non prende in considerazione il numero di giorni di superamento della soglia di attenzione (peraltro negli ultimi anni in costante diminuzione, anche se prevalentemente per motivazioni meteorologiche e climatiche: dai 177 superamenti del 2005 siamo passati agli 83 del 2009), ma la concentrazione media giornaliera, che nel 2009 è comunque migliorata rispetto al 2008, passando da 43 microgrammi per metrocubo a 37, portando Lodi dall'83° al 70° posto. Un consistente progresso si registra anche per il biossido di azoto, con una media annua di 37,5 microgrammi per metrocubo, contro i precedenti 49, ed un salto di 27 posizioni, dalle 74ª alla 47ª. Per la prima volta, inoltre, dal 2009 a Lodi vengono rlevati anche i dati di concentrazione in atmosfera dell'ozono, registrati presso la nuova centralina di via Vittime della Violenza, all'Albarola: sotto questo profilo, come si poteva presumere la situazione è critica, con 86 giorni di superamento della soglia di attenzione ed un 82° posto nella graduatoria nazionale; si tratta tuttavia di un problema che si manifesta con modalità omogenee in tutta la fascia padana e la Lombardia, come dimostra il fatto che dal 72° all'84° posto compaiano 12 città del Nord su 13, di cui 7 lombarde".
L'elevato inquinamento atmosferico appare in contraddizione con il basso tasso di motorizzazione di Lodi (58 auto ogni 100 abitanti, più alto solo di altre 14 città), "ma a parte il fatto che le emissioni del traffico veicolare sono solo una, benché non trascurabile, tra le fonti di inquinamento, bisogna considerare come la nostra città debba sopportare il peso di un consistente traffico di attraversamento, nonché gli apporti degli intensi movimenti sulla tangenziale e la prossimità all'autostrada del Sole".
Ai tutto sommato moderati consumi di carburante (57° posto nel 2009, rispetto al 73° del 2008) si contrappone invece l'aumento dei consumi di energia elettrica (dal 33 al 50° posto). Tra gli indicatori della ricerca il cui andamento è direttamente collegabile alle politiche attuate dall'amministrazione locale, si registra una sostanziale stabilità per quanto riguarda il verde (metà classifica per quello fruibile in area urbana ed un ottimo 5° posto per la superficie di aree verdi rispetto alla superficie complessiva del territorio comunale); il miglioramento della raccolta differenziata (dal 39.8 al 42,4 per cento) non è invece ancora sufficiente a far rientrare Lodi tra i capoluoghi più "ricicloni" (con un 37° posto su 103 comunque accettabile), mentre la sensibile diminuzione della produzione procapite di rifiuti (da 574 a 542 chilogrammi per abitante all'anno, 38° posto rispetto al precedente 50°) è probabilmente il riflesso di una diminuzione dei consumi manifestatasi in forme più evidenti che altrove, per effetto della crisi economica e occupazionale. Infine, da rilevare come restino elevati (aumentando ulteriormente) i consumi idrici per uso domestico (241 litri al giorno per abitante, contro i 211 del 2008, dall'89° al 101 posto), ma quantomeno questa preziosa risorsa non viene sprecata per inefficienze delle rete di distribuzione, le cui perdite (comprendendo gli usi industriali ed agricoli) è stimata nel 10 per centro, la quota più bassa in Italia (insieme a Vercelli, Pordenone e Piacenza).
(18-10-2010)