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Lodi al network nazionale sul dialogo interculturale

C'è anche Lodi tra le città italiane più impegnate sui temi dell'integrazione e delle politiche per l'immigrazione indicate nel Libro Bianco del Consiglio d'Europa sul dialogo interculturale , che insieme daranno vita al progetto sperimentale di un network nazionale per la diffusione dell'interculturalità. La nascita di questo nuovo organismo verrà sancita a Reggio Emilia sabato 22 maggio, nel corso del convegno Città di incontri-Incontri di città, che si terrà presso la Sala degli Specchi del Teatro Municipale Romolo Valli, nell'ambito della rassegna Mondinpiazza 2010. Con Reggio Emilia e Lodi, all'iniziativa partecipano Torino, Padova, Bari, Genova, Firenze, Viareggio, Fermo, Senigallia, Riace e avignano sul Rubicone.
"Il network delle città italiane - spiega l'assessore comunale alle politiche sociali Silvana Cesani, che interverrà al convegno - vuole essere un'occasione per confrontare e definire, in modo concreto, buone prassi di governance locali ai fini del dialogo interculturale. Il network aiuta le città a capitalizzare il vantaggio derivante dalla diversità culturale, elaborando strategie trasversali tra gli ambienti istituzionali e mobilitando leader politici, funzionari comunali, esperti, il settore privato e la società civile verso un modello di integrazione basato sulla convivenza e sull'interazione tra persone con un diverso retroterra etnico, religioso e linguistico. Inoltre, favorisce la diffusione delle esperienze positive di convivenza, rispetto delle regole e senso di responsabilità istituzionale nel curare la presenza di cittadini di origine non italiana".
Tra gli altri, al convegno del 22 maggio (che sarà trasmesso in diretta web sul sito www.comune.re.it/dialogointerculturale) parteciperanno il direttore generale per l'educazione, la cultura e lo sport del Consiglio d'Europa, Gabriella Battaini Dragoni, e il coordinatore del Dossier statistico sull'immigrazione della Caritas Migrantes, Franco Pittau.

Gli obiettivi del network
Aderendo al network nazionale, che godrà di un rapporto di affiliazione con il network europeo, le città appoggeranno e realizzeranno nei rispettivi territori i principi del programma delle città interculturali del Consiglio d'Europa e della Commissione europea. Il nuovo network si propone come punto di riferimento italiano per il confronto concreto sulle esperienze politico-amministrative realizzate e in progetto, il rilancio dei temi dell'interculturalità e per segnare un cambiamento di fase ed essere stimolo per gli altri Comuni italiani. Gli obiettivi principali indicati nella carta costitutiva del network nazionale sono: promuovere tra i cittadini un'azione di sensibilizzazione ai valori positivi della diversità culturale intesa come una risorsa e non come una minaccia; sviluppare strumenti e pratiche atti a favorire l'incontro tra gruppi diversi tra loro culturalmente, etnicamente e linguisticamente; sviluppare la competenza interculturale all'interno delle istituzioni locali, dei servizi pubblici cittadini, della società civile, delle scuole e dei media; incoraggiare relazioni positive tra gli immigrati e la società locale. Inoltre, il network servirà a: favorire tra le città uno scambio di conoscenze e di migliori pratiche locali; favorire uno scambio tra città a livello di funzionari municipali esperti in materia di gestione della diversità e di mediatori interculturali; informare i suoi membri delle nuove iniziative; fornire ai suoi membri consulenza e mutuo supporto; intraprendere azioni e iniziative congiunte; intraprendere tutte le azioni necessarie a promuovere il dialogo interculturale, strumento imprescindibile per rinforzare la coesione sociale e prevenire violenze e conflitti.

Le azioni
L'attività del network sarà finalizzata a mettere a punto meccanismi concreti per rimuovere gli ostacoli al dialogo, valorizzando l'integrazione e il contributo che gli immigrati e le minoranze sono in grado di offrire allo sviluppo delle città. L'iimpegno dei Comuni aderenti è di mettere a sistema azioni, risorse e risultati già attuati e raggiunti nelle rispettive realtà, in linea con le indicazioni del Consiglio d'Europa. Tra gli esempi da citare, la gestione del conflitto interculturale nei luoghi di incontro, nei quartieri e negli agglomerati residenziali (sulla scorta, per quanto riguarda Lodi, del progetto Viviamo insieme il nostro quartiere)); l'interculturalità presente nelle politiche e nel sistema amministrativo, riguardo all'educazione (nidi e scuole d'infanzia, partecipazione e civismo, iniziative per far conoscere i luoghi, i nomi e la storia delle varie città e dell'Italia), agli alloggi pubblici, all'arte e allo sport, alla conoscenza linguistica (corsi per ragazzi e adulti), alla socialità e alla riqualificazione urbana. La definizione di città interculturale secondo il Consiglio d'Europa Il Consiglio d'Europa definisce la città interculturale come "costituita da persone di nazionalità, origini, lingua o religione e credenze diverse. I leader politici e la maggior parte delle persone considerano la diversità un fattore positivo, una risorsa. La città lotta attivamente contro la discriminazione e cerca di adattare il proprio governo, le istituzioni e i servizi a quelle che sono le necessità di una popolazione diversificata. La città adotta strategie e strumenti adeguati per affrontare le diversità e i conflitti culturali. Essa incoraggia una maggiore fusione e interazione tra i diversi gruppi nelle proprie aree pubbliche".
(19-05-2010)



Ultima Modifica: 25/05/2022