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LA LOCANDIERA DI GOLDONI,UNA REGINA SENZA POTERE: ALLE VIGNE UNA RILETTURA DI UN GRANDECLASSICO DELLA COMMEDIA DELL'ARTE DI GOLDONI,UNA REGINA SENZA POTERE: ALLE VIGNE UNA RILETTURA DI UN GRANDE CLASSICO DELLA COMMEDIA DELL'ARTE

La grande causticità, l'analisi precisa dei comportamenti e dei caratteri, la costruzione quasi matematica delle alchimie delle relazioni tra le persone, la capacità di diagnosticare ogni debolezza ed ogni meschinità, per poi alludere alle molte vie che invece si aprono quando si smette di affidarsi alle convenzioni e all'abitudine. Carlo Goldoni è questo e molto altro. Sicuramente non è "soltanto" il riformatore della Commedia dell'Arte, e la rilettura de La locandiera elaborata dalla Compagnia Le Belle Bandiere, per unaproduzione CTB Teatro Stabile di Brescia, lo dimostra ampiamente.
Lo spettacolo, che domenica 21 febbraio verrà rappresentato al Teatro alle Vigne per lastagione di prosa, ricolloca la vicenda in un unico spazio, mantenendo le tradizionali pedane della commedia dell'arte ma creando anche un clima da contemporaneo bar notturno e di passaggio, un po' losco e pericoloso e un po' rifugio e zattera per naufraghi della propria esistenza. Tutti i personaggi della storia sono infatti reduci da un fallimento e in cerca di un atto miracoloso - come un amore o un matrimonio idealizzato e travestito da antidoto all'angoscia - che risolva pavidità e sogni infranti. Capitano di questa zattera - e instancabile folletto che provvede a lustrarne il piccolo ponte - è proprio la Locandiera, che intesse una trama di gesti che confortano grandi paure, attraverso la soddisfazione di piccoli bisogni quotidiani, come se fosse la settecentesca - e contemporanea - vestale di un tempio dedicato alla ricostruzione di danneggiate personalità, quasi si illudesse di ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato.
Il suo servire ha la dignità e l'incedere di una regina senza potere, tranne quello che le deriva dalla coscienza del suo ruolo e dallo sguardo lucido e vigile su quanto la circonda.


La locandiera elaborata dalla Compagnia Le Belle Bandiere, per unaproduzione CTB Teatro Stabile di Brescia, lo dimostra ampiamente.
Lo spettacolo, che domenica 21 febbraio verrà rappresentato al Teatro alle Vigne per lastagione di prosa, ricolloca la vicenda in un unico spazio, mantenendo le tradizionali pedane della commedia dell'arte ma creando anche un clima da contemporaneo bar notturno e di passaggio, un po' losco e pericoloso e un po' rifugio e zattera per naufraghi della propria esistenza. Tutti i personaggi della storia sono infatti reduci da un fallimento e in cerca di un atto miracoloso - come un amore o un matrimonio idealizzato e travestito da antidoto all'angoscia - che risolva pavidità e sogni infranti. Capitano di questa zattera - e instancabile folletto che provvede a lustrarne il piccolo ponte - è proprio la Locandiera, che intesse una trama di gesti che confortano grandi paure, attraverso la soddisfazione di piccoli bisogni quotidiani, come se fosse la settecentesca - e contemporanea - vestale di un tempio dedicato alla ricostruzione di danneggiate personalità, quasi si illudesse di ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato.
Il suo servire ha la dignità e l'incedere di una regina senza potere, tranne quello che le deriva dalla coscienza del suo ruolo e dallo sguardo lucido e vigile su quanto la circonda.

Teatro alle Vigne per lastagione di prosa, ricolloca la vicenda in un unico spazio, mantenendo le tradizionali pedane della commedia dell'arte ma creando anche un clima da contemporaneo bar notturno e di passaggio, un po' losco e pericoloso e un po' rifugio e zattera per naufraghi della propria esistenza. Tutti i personaggi della storia sono infatti reduci da un fallimento e in cerca di un atto miracoloso - come un amore o un matrimonio idealizzato e travestito da antidoto all'angoscia - che risolva pavidità e sogni infranti. Capitano di questa zattera - e instancabile folletto che provvede a lustrarne il piccolo ponte - è proprio la Locandiera, che intesse una trama di gesti che confortano grandi paure, attraverso la soddisfazione di piccoli bisogni quotidiani, come se fosse la settecentesca - e contemporanea - vestale di un tempio dedicato alla ricostruzione di danneggiate personalità, quasi si illudesse di ricreare un ordine del mondo a partire dal luogo da lei animato e abitato. Il suo servire ha la dignità e l'incedere di una regina senza potere, tranne quello che le deriva dalla coscienza del suo ruolo e dallo sguardo lucido e vigile su quanto la circonda.

La storia
La locandiera Mirandolina, che gestisce la locanda lasciatale dal padre, è corteggiata dai suoi clienti, il marchese di Forlipopoli ed il conte d'Albafiorita, che sono per causa sua affezionati clienti. Il cameriere Fabrizio, a cui il padre di Mirandolina aveva promesso la figlia, è geloso per i doni e le attenzioni degli ospiti, ma la locandiera lo trattiene presso di  sè promettendogli di sposarlo. Nonostante i litigi tra il conte ed il marchese, tutto va per il meglio per Mirandolina, che anzi riceve molti regali dagli spasimanti.
Alla locanda giunge un nuovo cliente, il cavaliere di Ripafratta, che mostra di disprezzare le donne. Mirandolina si prende però abilmente gioco di lui, che ben presto, ritrovandosi innamorato, decide di partire. La locandiera, fingendo qualche lacrima ed uno svenimento, lo trattiene, anche se rifiuta i suoi regali e si burla di lui che gli confessa di amarla,
fingendo di non credergli. Lo ingelosisce, così il cavaliere sdegnato reagisce in maniera imprevedibile: minaccia Fabrizio e il marchese, sfida il conte a duello perchè non vuole ammettere di essere innamorato di Mirandolina. A questo punto intervengono Fabrizio e Mirandolina, la quale dichiara che il cavaliere non è innamorato di lei, e rivela di aver solo
finto di piangere e svenire; per finire, a ulteriore prova di quanto ha detto sui sentimenti del cavaliere, poiché chi non ama non prova gelosia, annuncia il suo matrimonio con Fabrizio. Il cavaliere, irato per l'inganno, maledice Mirandolina e lascia immediatamente la locanda.
(16-02-2010)

Teatro alle Vigne
Stagione di prosa 2009-2010 (abbonamento Prosa 1)
Domenica 21 Febbraio 2010 - Ore 21.00
La Locandiera
di Carlo Goldoni
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Maurizio Cardillo, Gaetano Colella
progetto di Elena Bucci e Marco Sgrosso
produzione CTB Teatro Stabile di Brescia-Compagnia Le Belle Bandiere
Biglietti: € 21,00 intero, € 17,00 (fino a 25 anni)
Prevendita presso la biglietteria del teatro: martedì e giovedì 10.00-12.30,
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 15.00-18.00,
terzo sabato di ogni mese 09.30-12.30
Nei giorni di spettacolo i biglietti sono in vendita
da un'ora prima della rappresentazione
La biglietteria, nell'orario di apertura,
accetta prenotazioni telefoniche o via mail e fax
Abbonamenti e biglietti possono essere pagati per contanti e bancomat
TEATRO ALLE VIGNE
Via Cavour, 66 - Lodi
Tel 0371.425862/3
Fax 0371.549104
E-mail biglietteria@teatroallevigne.net