Dal 29 marzo al 13 aprile 2025
Inaugurazione sabato 29 marzo - ore 16.30
Museo Ettore Archinti (viale Pavia, 28)
Orari di visita:
Sabato
Dalle 10.00 alle 12.30
Dalle 16.00 alle 18.30
Domenica
Dalle 16.00 alle 18.30
Gli altri giorni su appuntamento (tel. 329 2037052)
Ogni sabato e domenica di apertura è prevista una visita guidata alle ore 16.15
(non è necessaria la prenotazione)
«ll mio giardino è il mio capolavoro più bello». E' la celebre frase di Claude Monet, che nei "jardins d'eau" e nei "Jardins fleuris" di Giverny ricreò la pittura sostituendo i fiori e gli alberi ai colori, offrendo uno straordinario esempio di fusione e correlazione tra pittura e giardini.
Nella consapevolezza di come gli artisti di tutti i tempi hanno guardato a questi angoli di natura ricreata, all'ombra delle dimore di cui giungono la vita e le voci, la mostra accompagna dentro giardini dipinti tra gli ultimi scorci dell' 800 e la prima metà del 900. Come per le precedenti rassegne organizzate da Unitre presso il museo "Ettore Archinti", la panoramica attraversa un tempo dell'arte di eccezionali mutamenti, riflessi anche nelle opere selezionate: una linea di figurazione che rivela, nei differenti linguaggi e personalità, il confrontarsi di ciascuno degli autori con il proprio tempo. Pennellata, composizione, disegno, colore e luce, riflettono nelle modalità di utilizzo la storia del rappresentare che si trasforma attraverso le epoche e le pratiche, perpetuando l'affascinante dialogo tra la realtà e la sua interpretazione.
La mostra propone una lettura aperta della tematica, senza circoscriverne il percorso in definizioni rigide, con opere di qualità pittorica di noti autori locali, e di altri significativi nel panorama nazionale. I giardini vi compo-iono nella loro connotazione estetica, poetica e simbolica, luoghi della memoria dove tuti siamo stati o abbiamo de siderato entrare e spesso, per gli autori, anche spazi dove incontrare se stessi. Tra roseti, profumi e sentieri bordati di fiori, la luce è protagonista in chiarori, ombre e contrombre: il giardino vi si annida come luogo della sosta e del tempo ritrovato del contemplare, evocatore di sensi e di emozione.