Dal 9 al 23 aprile 2025
Inaugurazione
Mercoledì 9 aprile alle ore 17.00 presso la Sala Famiglia Nuova, via Agostino da Lodi 11
A cura di Famiglia Nuova
Per il 2024, CHEAP ha deciso di raccogliere letteralmente da mezzo mondo manifesti contro la guerra, un tema che al collettivo bolognese è sembrato inevitabile: negli ultimi 4 anni il numero di conflitti armati in tutto il pianeta è aumentato del 40%, fino ad arrivare a 56 conflitti attivi, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il dato è tratto dall’edizione 2024 del Global Peace Index, pubblicato a giugno 2024 dall’Institute for Economics & Peace, principale indicatore mondiale della pace, che misura lo stato di pace di 163 Stati e territori considerando tre ambiti: il livello di sicurezza e protezione sociale, la portata dei conflitti interni e internazionali, il grado di militarizzazione.
Tempi di guerra, dunque. Mezzo di risoluzione delle controversie internazionali che dovremmo ripudiare, almeno sulla carta. L’invito di CHEAP è stato quello a disertare l’immaginario della guerra, sabotare la retorica che la sostiene, contrabbandare ordini simbolici che la delegittimino.
E nella selezione di manifesti raccolti per la call for artist e che verranno esposti a Lodi c’è tutto questo: detourment visivo e semiotico, una riappropriazione di spazio pubblico e immaginario, la ricostruzione di una contro narrazione collettiva che individua chiaramente la guerra come diretta conseguenza del capitale, ne riconosce i tratti coloniali, ne denuncia la matrice economica.
Tra mitra che sparano dollari, tank rosa fluo resi innocui come pezzi di modernariato e aquile travestite da colombe, spuntano anche dildi, vibratori e plug: è diffusa l’idea che il sesso consensuale rappresenti ancora la miglior alternativa all’ondata di morte che ogni guerra porta con sé. Fotografia, collage, illustrazione, type digitale e non, AI, tanta grafica. E tanta, davvero tanta, Palestina.
I manifesti rimandano ad un immaginario non solo di pace ma anche di giustizia sociale, invitano ad azzerare la spesa militare per investire in istruzione e sanità, sono visioni di società senza armi, stati senza eserciti, comunità liberate dal lutto della guerra. I linguaggi visivi possono anche questo: criticare l’esistente ed essere acceleratori trasformativi.