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Marco De Sanctis. Le Piangenti


Sabato 25 gennaio 2025
Opening pubblico “Le piangenti” - Ore 19.00
Palazzo Galeano, Corso Umberto I, 50

“Cheung” performance musicale di American Ghost Bird - Ore 20.00
in collaborazione con Associazione Argine
Cortile Biblioteca Laudense (Caffè Letterario), via Fanfulla, 2

Domenica 26 gennaio
L'opera sarà aperta al pubblico dalle ore 10.00 alle 19.00
Cortile Biblioteca Laudense (Caffè Letterario), via Fanfulla, 2


Platea | Palazzo Galeano presenta da sabato 25 gennaio a domenica 16 marzo 2025 “Le piangenti”, personale di Marco De Sanctis, che inaugura la nuova programmazione espositiva pensata per il 2025.
La mostra si sviluppa come un duplice intervento che coinvolge la vetrina di Palazzo Galeano in Corso Umberto, dove è esposta una nuova produzione su carta dedicata alle nuvole e il cortile della Biblioteca Laudense in via Fanfulla 2 che ospita una scultura che, come evoca il titolo, è tratta dalla serie intitolata “Les Pleureuses”. Per festeggiare insieme alla comunità lodigiana la ripresa delle attività, in occasione dell’opening pubblico della mostra sabato 25 gennaio 2025, a partire dalle ore 20.00, Associazione Argine presenta “Cheung” performance musicale del sound artist American Ghost Bird.

“Le Piangenti”, termine che declina l’intera serie al femminile anche se non identifica il genere esteriore dei soggetti, raffigurano calchi di frammenti di sculture classiche, modificati con l’innesto di elementi naturali all’altezza della fronte. Attraverso l’apposizione di ossidi e l’esposizione alla pioggia, questi inserimenti generano reazioni chimiche dando così corpo a delle colature che rievocano il pianto. Un pianto liberatorio che non rimanda alla debolezza quanto al lamento funebre, richiamando alla memoria le antiche figure delle prefiche che avevano un ruolo fondamentale nell’elaborazione collettiva del lutto, assumendo comportamenti codificati e rituali.

La scultura “La Pleureuse (The Sweeper)” presentata presso il cortile della Biblioteca Laudense è il risultato della fusione in bronzo di un busto che riprende il modello classico del Laocoonte, sulla cui fronte sono state impiantate due grandi foglie d’agave. La pioggia, convogliata verso le orbite oculari, attraverso la reazione di ossidi metallici, ha generato delle lacrime verderame enfatizzando la carica espressiva dell’immagine.
Anche le opere su carta sono soggette a una reazione chimica. Il nuovo lavoro dal titolo che occupa la vetrina è realizzato su di un supporto preparato con sali (nitrati, solfato di rame e sali minerari mescolati a polvere di bronzo e ossidi di rame) che, posti a contatto con la pioggia, creano delle forme risultate dalle colature. Come se l’artista avesse commissionato alle precipitazioni lodigiane il disegno delle nuvole.


Biografia di Marco De Sanctis

Marco De Sanctis (1983, Milano, Italia) vive e lavora a Bruxelles.
Le opere di De Sanctis sono state esposte in mostre personali e collettive a livello nazionale e internazionale in sedi quali “Sublimated”, Dauwens & Beernaert Gallery, L'Art de Rien, Centrale Brussels, La Chute, Eduardo Secci, Firenze (2022); Appocundria, Dauwens & Beernaert Gallery, Bruxelles (2020); Transalantico, Mana Contemporary, Jersey City USA (2019); Les Portes Royales, Art on Paper, Bozar, Bruxelles (2018); Crepusculo, Artissima, Art Fair, Torino (2018); Ossessione, Palazzo Monti, Brescia (2018); Monographie D'Artiste 10+7, Musée Mediatine, Bruxelles (2017); “a rebour” Dauwens & Beernaert Gallery (2017); Futuri Interiori, Fondazione Rivoli2, Milano (2016); “shoreline” Francis Carrette gallery (2015).
Marco De Sanctis (1983) è nato a Milano, ma è cresciuto nella pianura lodigiana, assorbendone le solitudini, le umide densità e la materialità terrigna. Si trasferisce a studiare a Bruxelles, dove rimane poi a vivere e a sviluppare il suo percorso artistico in una climatologia altrettanto umida e in un ambiente artistico fertile e multiculturale. Come si legge nella sua biografia, il suo dispositivo di pensiero si addensa intorno ai temi dello “statuto dell’immagine, la nozione di tempo e l’atto di creazione”. In un contesto che potremmo definire con Rosalind Krauss “postmediale”, produce i suoi lavori attraverso svariati medium che non sono mai preponderanti o specifici per la sua pratica artistica, che predilige invece l’unità di intenti nella produzione di “food for thoughts” per una riappropriazione dell’atto di creazione da parte dello spettatore; tema particolarmente caro al programma Platea Palazzo Galeano.
In un continuo movimento tra lo scultoreo, l’alchemico, la reazione chimica, la forza dell’energia primaria e l’appropriazione di immagini dalla storia dell’arte e dalla storia culturale, produce materialità visiva di parole su sfere di marmo, rotture gestuali di lastre di vetro Blu di Prussia, reazioni di ossidi metallici con precipitazioni atmosferiche, trasferimento su carta della forma di spade rituali tramite il fuoco, utilizzo di frammenti di sculture classiche o monumenti funebri con impiantati elementi naturali sulla fronte e lasciati reagire, attraverso l’apposizione di ossidi, sotto la pioggia.