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Tornano I Venerdì dell'Arte a Lodi dal 24 gennaio al 28 febbraio 2025: una serie di incontri con scrittori, critici, studiosi e intellettuali su temi che indagano l'arte contemporanea in ogni suo aspetto.

Tutti gli incontri sono a ingresso libero


 

Franco Mussida. Il bimbo del carillon (Salani)

 

24 gennaio 2025 - ore 18.00
Sala A. Granata, Biblioteca Laudense, via Solferino 72

Dialoga con l’autore Cristiano Brandazzi

Periferia di Milano, fine anni Quaranta. Un bambino gattona sul pavimento attirato da un oggetto sconosciuto. È una scatola di legno che libera nell'aria una serie di suoni cristallini, gioiosi. Coi suoi occhi grandi, illuminati di tenera ingenuità, il bambino insegue quella sorgente di magia, sentendo esplodere nel cuore un'emozione nuova e travolgente. Non lo sa ancora, ma ha appena incontrato quella che per tutta la vita sarà la sua compagna fedele, la Musica. Molto tempo dopo, quel Bimbo ormai più che settantenne sale in macchina per un viaggio in solitaria verso l'Oasi di Ninfa, un luogo speciale dove scavare dentro di sé e trasformare in Musica intuizioni, immagini, frammenti di memoria. È l'inizio di un percorso spirituale, sulle tracce di un ragazzo schivo che negli anni Sessanta e Settanta si trova a calcare i palcoscenici di mezzo mondo; di un compositore e chitarrista formidabile che fonda, con un gruppo di altri visionari, la PFM, pietra miliare del rock progressivo italiano. Un maestro che ha messo la propria arte al servizio di centinaia di migliaia di persone, in comunità e istituti di pena. Un uomo mai stanco di indagare il Suono come strumento per conoscere la propria anima. Con innata schiettezza e con l'imprevedibile creatività che è il suo marchio di fabbrica, Franco Mussida risale all'origine del suo amore per la Musica, quella misteriosa grammatica universale che ci permette di entrare in contatto con la poesia del mondo.

 

FRANCO MUSSIDA

Franco Mussida (Milano, 1947) è musicista, compositore, pittore e scultore. È uno dei fondatori della PFM, la Premiata Forneria Marconi, della quale ha firmato molti dei più grandi successi tra cui Impressioni di Settembre, un brano mitico per tanti italiani. È fondatore e presidente del CPM Music Institute di Milano, un modello per la formazione musicale nel nostro Paese. Dal 1987 tiene laboratori musicali in comunità e in istituti di pena. Con Salani ha pubblicato il saggio Il Pianeta della Musica.

 

 

Massimo Cacciari. La Passione secondo Maria (Il Mulino)

 

31 gennaio  - ore 17.30
Provincia di Lodi, Sala dei Comuni, Via Fanfulla 14

Dialoga con l’autore Fabio Francione

In collaborazione con Osservatorio Culturale della Diocesi di Lodi e Fondazione Caritas Lodigiana

 

Due Angeli aprono il sipario e disvelano la Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi. Una Madonna che mostra da quale ferita si generi Dio: una Donna sta al centro del mistero dell'incarnazione. Non un semplice mezzo attraverso cui si incarna lo spirito. Nella potente icona di Piero, Maria sostiene il suo grembo pieno, e si slaccia la sua veste per rendere manifesto l'enigma: la sua figura ci appare così naturale e divina al tempo stesso. È un cosmo che genera e che dona. Il grido che Ella pronuncia partorendo si ripeterà sotto la Croce, e poi di nuovo ‒ ma forse di gioia ‒ al momento dell'Assunzione. Nell'immagine di questa Donna, attesa e promessa, angoscia, speranza, abbandono, si uniscono senza confondersi e senza età. E il Figlio è il suo bimbo, suo fratello e il suo sposo.

 

MASSIMO CACCIARI

Massimo Cacciari è nato a Venezia nel 1944, si è laureato in filosofia a Padova ed è ordinario di Estetica presso l'Università della sua città. È stato deputato al Parlamento dal 1976 al 1983. È membro di diverse istituzioni filosofiche europee, tra cui il Collège de philosophie di Parigi. È stato sindaco di Venezia, oltre che Preside della Facoltà di Filosofia dell'Università “Vita Salute” del San Raffaele di Milano. È stato tra i fondatori di alcune delle più importanti riviste italiane di filosofia e cultura.

 

 

Alberto Mantovani, Claudio Longhi. Breve storia letteraria e artistica della medicina (La nave di Teseo)

 

14 febbraio  - ore 17.30
Ridotto “Carlo Rivolta” del Teatro alle Vigne – Via Cavour 66

Claudio Longhi dialoga con Oliviero Ponte di Pino

In collaborazione con il Teatro alle Vigne

Si può raccontare la medicina con le parole della letteratura e le immagini d’arte? La risposta che viene da queste pagine è un convinto sì. La cultura scientifica e quella umanistica non sono infatti due mondi contrapposti, ma due sguardi che si confrontano come volti allo specchio, capaci di mostrare imprevedibili e fortissime affinità. Alberto Mantovani e Claudio Longhi – un medico immunologo e un regista e uomo di teatro – raccontano la straordinaria relazione tra immaginazione scientifica e creazione artistica, mostrando quanto l’estetica sia stata una spinta determinante per la ricerca medica, almeno quanto quest’ultima abbia ispirato l’estro di scrittori, pittori e poeti nel corso dei secoli. Un viaggio rigoroso e sorprendente che comincia con la descrizione dei primi effetti di memoria immunologica da parte di Tucidide. Durante la peste di Atene, nel V secolo a.C., chi ha già contratto la malattia non viene colpito dal morbo una seconda volta: è la nascita degli studi sul sistema immunitario, venticinque secoli prima che la peste torni protagonista del romanzo omonimo di Albert Camus. Se Lucano offre squarci poetici ma di grande precisione scientifica su allergie e veleni, Boccaccio mette in guardia dai ciarlatani e dai loro rimedi miracolosi; nell’età dei Lumi gli studi sul vaiolo entrano nelle corrispondenze di Lady Montagu e nelle opere di Parini e Voltaire; il grande romanzo ottocentesco e l’opera lirica raccontano affascinati la tubercolosi, mentre la lotta al cancro è al centro di alcune delle più intense pagine di Solženicyn; nel Novecento un medico come Schnitzler testimonia le inquietudini del nuovo secolo diventando scrittore in prima persona, affrontando in letteratura questioni etiche che ci interrogano ancora oggi.

 

Claudio Longhi

Claudio Longhi, nato a Bologna nel 1966, è direttore artistico, regista teatrale e professore ordinario di Storia della regia e di Istituzioni di regia presso l’Università di Bologna. Al percorso accademico ha sempre affiancato l’impegno teatrale attivo, lavorando dapprima nel campo della regia e della formazione, quindi allargando la propria sfera di operatività al dominio organizzativo. Oltre cento le sue pubblicazioni riguardanti la storia della regia, la storia dell’attore, l’evoluzione della drammaturgia contemporanea e il sistema teatrale italiano. Membro dell’Accademia dei Lincei, dal dicembre 2020 ha assunto la Direzione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.

Alberto Mantovani

Alberto Mantovani è nato a Milano nel 1948 dove si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973. Dopo la specializzazione in Oncologia, ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti. Ha guidato il Dipartimento di Immunologia e Biologia Cellulare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano dal 1996 al 2005, ed è stato docente dell’Università degli Studi di Brescia (dal 1994 al 2001) e successivamente dell’Università degli Studi di Milano. Da ottobre 2005 è Direttore Scientifico di Humanitas e, dal 2014, docente di Humanitas University, di cui oggi è Professore Emerito. È anche full Professor, Chair of Inflammation and Therapeutic Innovation, presso la Queen Mary University di Londra. Ha contributo al progresso delle conoscenze nel settore immunologico sia formulando nuovi paradigmi sia identificando nuove molecole e funzioni. Per la sua attività di ricerca ha ricevuto diversi premi in Italia e all’estero.

 

 

Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsiders (24Ore Cultura)

Vittorino Andreoli. Arte e Psiche [Low]

A cura di Giorgio Bedoni. La forma inquieta. Carlo Zinelli, la linea del sogno. Fra Art Brut e scenari contemporanei (Biffi Arte)

 

21 febbraio 2025 - ore 17.30
Sala A. Granata, Biblioteca Laudense
Via Solferino, 72 

Giorgio Bedoni dialoga con Fabio Francione

 

Catalogo della mostra al MUDEC di Milano dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025. La mostra del Mudec è realizzata in collaborazione con la CAB, la Collection de l’Art Brut di Losanna, la più importante raccolta mondiale sull’argomento (oltre 70.000 opere) nata dal nucleo storico raccolto e donato da Dubuffet alla città di Losanna nel 1971. Il catalogo, introdotto da tre dettagliati saggi dei curatori e arricchito da un’intervista a esperti dell’Art Brut curata da Gustavo Giacosa, presenta un ampio corpus di opere di Jean Dubuffet e una serie di documenti che collocano in prospettiva storica il rivoluzionario concetto da lui teorizzato di Art Brut: l’arte dell’istinto, dell’anima nuda, dotata di una potenza estetica che nasce ai margini del mondo dell’arte ufficiale, frutto di creatrici e creatori autodidatti che dimostrano fantasia, ingegnosità, talento e capacità acquisite da sé. Seguono, una selezione di opere delle maggiori figure storiche dell’Art Brut (tra cui Aloïse Corbaz, Adolf Wölfli e Carlo Zinelli) e due sezioni, dedicate alle tematiche del corpo e delle credenze, che raccolgono opere di artisti dei cinque continenti.

 

Ai tempi dell’antica Grecia, perché la bellezza scendesse sulla terra occorreva che una divinità ispirasse l’uomo a comporre versi o a scolpire una statua. Secondo l’Antico Testamento, invece, ad animarci è un soffio vitale intangibile ed essenziale, dono del vero Dio. Sia l’arte, sia la psiche giungevano quindi da lontano. Forse perché si trattava di cose troppo preziose per pensare che fossero di questo mondo. Ci sono voluti secoli per appropriarcene, ma ora sappiamo che l’arte dipende da noi e che psiche rimanda alla nostra personalità e alle funzioni biologiche del cervello. E questo ci porta a formulare una domanda: in che rapporto stanno tra di loro? Vittorino Andreoli ce lo spiega attraverso la lezione dei grandi maestri, da Karl Jaspers a Hanz Prinzhorn, da Carl Gustav Jung a Jacques Lacan, fino a giungere alle neuroscienze. Rispondendo a un ulteriore interrogativo: può un paziente psichiatrico essere un vero artista? Follia e bellezza sono compatibili? La vicenda di Carlo Zinelli, schizofrenico grave seguito da Andreoli negli anni Sessanta, ha ribaltato la concezione diffusa all’epoca. Il “matto” non ha bisogno che la malattia gli dia tregua per dipingere. Arte e follia sono compatibili. E oggi le opere di Zinelli – amate da Jean Dubuffet e da André Breton – figurano tra i capolavori dell’Art Brut.

 

Catalogo della mostra curata da Giorgio Bedoni presso la Galleria Biffi Arte, che celebra uno dei maggiori esponenti dell'Art Brut, Carlo Zinelli.

Giorgio Bedoni Psichiatra e psicoterapeuta, dal 2005 insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 1997 presso il Centro di formazione nelle arti terapie di Lecco.Ha insegnato come docente a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università di Pavia.È autore di saggi: “Visionari. Arte, sogno, follia in Europa”, Selene  Ed. e “Arte e psichiatria. Uno sguardo sottile”, Mazzotta Ed.In questi anni ha pubblicato oltre 70 saggi e articoli per giornali, riviste, libri, cataloghi d’arte. Curatore di 14 tra volumi e cataloghi d’arte editi a stampa in tema di arte e psichiatria, art brut.

 
 

 

Paola Jacobbi. Luisa (Sonzogno)

 

28 febbraio 2025 - ore 17:30
Sala ex-Chiesetta della Provincia di Lodi
Via Fanfulla 14

Dialoga con l'autrice Caterina Belloni

 

Il banco in legno e ottone, le alzatine colme di dolciumi e l’inconfondibile aroma di zucchero e mandorle. Quando Luisa scopre che la confetteria nel centro di Perugia è in vendita, la sente subito sua. Poco importa che il marito Annibale sia lontano, che lei sia prossima al parto e non sappia nulla di pasticceria. Imparerà. Per una ragazza che è cresciuta tra le difficoltà, non esistono ostacoli insormontabili: il nuovo secolo le ha promesso un sogno, ed è pronta ad afferrarlo. Ma neppure lei può immaginare fin dove la porterà: dal vecchio negozio nascerà la Perugina, e dalle sue mani le caramelle e i cioccolatini che hanno accompagnato generazioni. Come il Bacio, che nel cuore di Luisa occupa un posto speciale perché suggella lo scandaloso amore con Giovanni Buitoni, più giovane di quattordici anni. Instancabile, trasformerà un semplice hobby – l’allevamento dei conigli – nell’Angora Spagnoli, che diventerà poi un’importante azienda di abbigliamento che ancora oggi porta il suo nome. Esempio di indipendenza allora come oggi, sarà Luisa – che ha assunto le donne in fabbrica, ha inventato gli asili aziendali, ha volato sopra pettegolezzi e convenzioni – a ispirare anche Marina Vasconcellos, nipote di un’ex dipendente Perugina che, leggendo i quaderni scritti dalla nonna Ida, riuscirà a trovare la propria strada. Attingendo agli archivi della famiglia Spagnoli, Paola Jacobbi intreccia l’ascesa visionaria di Luisa con le sue coraggiose vicende private, sullo sfondo della grande Storia – dalle rutilanti speranze di inizio Novecento ai cupi venti fascisti –, restituendoci la complessità di una donna che non ha mai avuto paura di andare controcorrente.

 
 

PAOLA JACOBBI

Paola Jacobbi è giornalista e critica cinematografica. Collabora con diverse testate, tra cui il Venerdì di Repubblica, Esquire e Harper’s Bazaar. Ha inoltre collaborato come sceneggiatrice al film The Girl in the Fountain (2021), protagonista Monica Bellucci, regia di Antongiulio Panizzi, e al documentario Mostruosamente Villaggio (2024), con la partecipazione di Luca Bizzarri e la regia di Valeria Parisi.