Dal 4 ottobre al 20 novembre 2024
In Fondazione Bipielle
Da lunedì a giovedì dalle ore 9:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 16:30
Venerdì dalle ore 9:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 16:00
Chiuso sabato, domenica e festivi
INGRESSO LIBERO
Inaugurazione venerdì 4 ottobre 2024 - ore 17:00
“Arte in Atrio” è il titolo della rassegna artistica proposta dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sua sede operativa situata nello Spazio Tiziano Zalli, la piazza interna del Centro Direzionale Bipielle progettato da Renzo Piano.
L’atrio della sede si propone come una vetrina espositiva dedicata agli artisti, aperta al pubblico.
Dopo il diploma di maturità artistica si laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione alla IULM e in seguito consegue la laurea magistrale in arti visive, indirizzo pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida del professor Renato Galbusera. È docente di Arte e Immagine nella scuola media e ha partecipato a diverse mostre. Ha anche recitato per diversi anni con la Compagnia Teatrale il Pioppo ed è stato docente di teatro presso l’Accademia Gerundia di Lodi.
Occhi, mente e spirito concorrono insieme in perfetta fusione e fanno da riferimento cardine per accendere e alimentare la poetica ispiratrice di Giovanni Amoriello. Le orchestrazioni sceniche danno anima e rivestono le impressioni visionarie contribuendo all’intensità narrativa e rafforzando il vigore rievocativo. La partitura cromatica si avvale di un’attenta pianificazione a monte e sprigiona una potente carica riflessiva, che porta il fruitore ad una partecipe osservazione. Rifugge dalla rigorosa staticità segnica e cerca soluzioni animate e dinamiche. Nelle opere governa un palpito di vita e un movimento fluido, che segue un ritmo cadenzato e rende piacevole alla vista l’insieme compositivo. Espressionista fantasioso e poliedrico, nelle soluzioni creative si lascia guidare da un ricco e variegato apparato simbolico, nonché dal suo pregevole patrimonio spirituale che danno un valore aggiunto al comparto comunicativo. L’osservatore resta stupito e meravigliato e si sorprende di continuo per le combinazioni narrative originali, mai banali e mai scontate che lo conquistano e sollecitano l’immaginario con una visionarietà mai ripetitiva. In Giovanni cadono e si annullano i freni inibitori e le barriere psicologiche della coscienza razionale, lasciando spazio ad un pathos e ad un trasporto genuini e appassionati, dove si sviluppa un humus fertile di potenzialità e risorse espressive. Nella superficie pittorica la rappresentazione e i cromatismi possiedono un’enigmatica profondità di significato, toccando allusioni e riferimenti concettuali sottesi e lasciando emergere un inconscio e recondito fremito introspettivo. I meccanismi strutturali fanno affiorare reale e fantasioso, verità e invenzione, con un articolato linguaggio semantico codificato e comprensibile a livello intuitivo. L’efficacia comunicativa è garantita dalla piena padronanza strumentale e dall’abile perizia tecnica. Come un esperto funambolo dell’arte si accinge a sperimentare più canali e direzioni e si diverte nell’individuare una propria corsia preferita di equilibrio e armonia stilistica, che gli consente di raggiungere traguardi sempre mirati e offre allo spettatore un approccio curioso ed entusiasta. Nel dialogo ad intreccio di forme, colori, figure, segni, le chiavi di lettura acquistano consistenza metaforica e seguono proiezioni di impeccabile fusione. L’arcobaleno colorato ha un’impostazione di immediato effetto visivo e sfrutta gradazioni e combinazioni sempre incisive. Le coreografie narrative realizzate tracciano una visione dell’arte considerata a tutto tondo, che attinge dal passato elementi utili ed efficaci e li rivisita nel presente con un tocco assolutamente sui generis e non convenzionale, all’insegna di una personalità indipendente e mai emulativa che ama sorprendere in primis se stesso e sentirsi sempre all’inizio di un nuovo e imprevedibile cammino di evoluzione, con cui cimentarsi con slancio trepidante e una buona dose di audace sperimentazione.
Elena Gollini