DAL 3 LUGLIO al 1° OTTOBRE 2024
FONDAZIONE BIPIELLE
da Lunedì a Venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 16.30
Chiusa Sabato Domenica e festivi
INGRESSO LIBERO
INAUGURAZIONE
MERCOLEDÌ 3 LUGLIO ALLE ORE 17.00
“Arte in Atrio” è il titolo della rassegna artistica proposta dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sua sede operativa situata nello Spazio Tiziano Zalli, la piazza interna del Centro Direzionale Bipielle progettato da Renzo Piano.
L’atrio della sede si propone come una vetrina espositiva dedicata agli artisti, aperta al pubblico.
Nata a Crema, dopo aver lavorato in vari settori legati alla conoscenza delle lingue cambia totalmente direzione e ritorna alla passione per l’arte abbandonata in giovane età. Da una ventina d’anni si dedica alla sua espressione artistica. Inizia con la co-fondazione di un atelier artistico permanente dove conduce una libera ricerca che spazia dalla rivisitazione e il recupero di vecchi oggetti alla creazione di installazioni e progetti artistici (2004-2009).
Prosegue poi individualmente sotto la preziosa guida del pittore e maestro d’arte Tzugane Mizu (2009-2011) con il quale esplora e definisce meglio la sua personale poetica e inizia a esporre i suoi lavori in mostre collettive e personali.
Vive e lavora a Crema dove continua a dedicarsi alla sua ricerca artistica. Si occupa anche dell’organizzazione di piccole mostre di e con altri artisti.
La mostra “Facce” di Letizia Merati presenta alcuni esempi di una poetica ben specifica dell’artista, le cui radici sono germogliate in modo del tutto spontaneo nel 2009. La prima (mezza) faccia emerse durante la realizzazione di un quadro astratto, nel quale l’accostamento di diversi materiali era stato successivamente rielaborato per trovarvi un’immagine: quella che affiorò colpì profondamente la sua creatrice, al punto che, undici anni dopo, ne vennero recuperati soggetto e composizione per un nuovo progetto. L’impostazione delle “Facce” si presenta come ben delineata: figure caratterizzate da testa voluminosa, collo sottile, spalle strette, e un semplice accenno di busto; volti realizzati con uno stile giocoso, variopinto, dai richiami infantili, nel quale coesistono disegno e colori tenui, e il cui carattere ludico viene rafforzato dal ricorso all’asimmetria (soprattutto degli occhi); personaggi le cui sagome si stagliano nettamente sullo sfondo, dove appare evidente il gusto per la decorazione dal quale Letizia Merati è nata come artista. Eppure sarebbe errato considerare le “Facce” come caricature o come mera ripetizione di forme e contenuti: benché sia innegabile la presenza di un modello comune e di un linguaggio che prende le distanze dal naturalismo, è altrettanto vero che ciascuna di esse appare dotata di una propria individualità. La fisionomia, i colori e le trame dei visi differiscono gli uni dagli altri; i corpi non sono perfettamente sovrapponibili e si adattano alla conformazione specifica di ogni superficie pittorica; le espressioni traspaiono dalle bocche e dagli sguardi;
l’abbigliamento e gli spazi in cui si trovano offrono nuove chiavi di lettura. Nelle sue “Facce” Letizia Merati presenta quindi una fantasiosa e giocosamente enigmatica galleria di storie umane, nella quale viene lasciato all’osservatore il piacere di decifrare ciascun protagonista e il mondo di cui è parte.
Angelica Zaniboni