DAL 31 GENNAIO al 19 MARZO 2024
da Lunedì a Venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 16.30
Chiusa Sabato Domenica e festivi
INGRESSO LIBERO
INAUGURAZIONE
MERCOLEDÌ 31 GENNAIO ALLE ORE 17.00
“Arte in Atrio” è il titolo della rassegna artistica proposta dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sua sede operativa situata nello Spazio Tiziano Zalli, la piazza interna del Centro Direzionale Bipielle progettato da Renzo Piano.
L’atrio della sede si propone come una vetrina espositiva dedicata agli artisti, aperta al pubblico.
Nata a Brescia, dove vive e lavora, Liana Morgese muove i primi passi nel mondo artistico sotto la guida del maestro Antonio Gigante prediligendo la tecnica dell’acquerello. Ha fatto parte del gruppo Incontri di Brescia. Dal 1999 partecipa attivamente a manifestazioni artistiche nel corso delle quali ha riscosso lusinghieri consensi.
Nel 2003 ha vinto il secondo premio del Concorso nazionale di Pittura ad acquerello “Mario Dibi” di Grosseto e il terzo premio al “Concorso nazionale Cremona 2000”. Nel 2002 tiene la prima mostra personale a Ome (Bs) successivamente espone in diverse località.
Fa parte dell’Associazione Italiana Acquerellisti, con la quale partecipa a manifestazioni nazionali e internazionali (Polonia, Colombia). Alcuni acquerelli donati si possono trovare negli archivi del Sharjah Art Museum (Sharjah, United Arab Emirates), Comune di Pavone Mella, Associazione Italiana Acquerellisti, Fondazione Museo Bolivariano (Museo Bolivariano de Arte Contemporaneo, Santa Marta, Colombia).
Sono acquerelli astratti, acquerelli di luce, quelli della pittrice bresciana Liana Morgese. Al di là di ciò che forse verrebbe da ipotizzare la tecnica dell’acquerello non è praticata soltanto da artisti figurativi, ma anche da astrattisti, con risultati spesso sorprendenti. Ne costituisce un eccellente esempio il percorso creativo di Morgese. Questa raffinata artista è infatti riuscita a intraprendere un inter compositivo fondato sullo studio della luce attraverso i colori con i pigmenti ad acqua, pervenendo alla costituzione di opere, anche tridimensionali, che rimandano a una profondità empirica sottile e intensa. I quadri di Liana sono acquerelli di luce, armonie nascenti che nascono e si svolgono nel bagliore di un istante, nella consistenza ovattata della carta da cui paiono trarre origine e ritornare in continuazione.
Un filo conduttore ininterrotto che porta questo discorso verso una meditazione dove la minima variazione di colore, anche la più piccola, anche quella più estrema riposta nella appartenente più semplice velatura, diventa il vincolo e al contempo l’incipit di un desiderio: quello di trovare nel bianco - che sulla tavolozza dell’acquerellista di fatto non esiste - quelle correnti, emotive, da cui si dipartono pensieri inespressi, se non con il colore. Un colore, quello di Morgese, mai aggressivo, né tanto meno violento. Anzi, tutto pare assolutamente misurato, essenziale, quasi che ogni cosa superflua venisse annientata dalla perfezione strutturale dell’opera, che è rappresentazione in atto. Questa apertura, che procede da dimensioni meta-figurali verso misure astratte, è il motivo dominante, onnipresente, dell’acquerello di Liana, che muove nell’alveo di un cammino introspettivo appassionante, ricco di intriganti e seducenti sfumature.
Simone Fappanni