SABATO 27 GENNAIO
ORE 16.00
SALA ANTONELLA GRANATA
BIBLIOTECA LAUDENSE
VIA SOLFERINO 72
Nel libro E il
giorno si fece polvere, di Franco A. Cavalleri, Plinio
il Vecchio in persona 'si racconta', nel mezzo delle drammatiche ore che
portano al 'gran finale' dell'eruzione vesuviana.
Non una presentazione
'tradizionale', bensì una performance fatta di immagini, filmati, racconti,
effetti audio e video.
L’anno è il 79 dell’era Cristiana. Il mese, ottobre. In quella che i Romani chiamano ‘Campania Felix’, Campania Felice, la vita scorre, per l’appunto, felice, ricca di sole, di luce, di colori: il mare, i campi, coltivati o punteggiati di enormi mandrie di bufali, di bovini, di pecore o, ancora, disegnati da filari di vigneti. Qui imperatori, senatori, ricchi mercanti e proprietari terrieri, pensatori, intellettuali e artisti, hanno le loro ville, i loro palazzi. Qui c’è anche il cuore della forza militare dell’Impero, la base della sua flotta, delle grandi triremi con cui Roma ha messo sotto controllo il grande mare che, non senza ragione, i romani chiamano ‘Nostrum’, Nostro: da Oriente a Occidente, ogni villaggio, ogni porto, ogni città, ogni insenatura posta lungo le sponde di questo mare appartiene a Roma o a Roma obbedisce. Qui, in definitiva, è il centro, il cuore, del Potere (con la ‘p’ maiuscola) di Roma, dell’Impero. Del Mondo Antico.
Gaio Plinio Secondo, a tutti
noto come Plinio il Vecchio. Personaggio emblematico, da molti ritenuto il
modello dello scienziato.
Lo conosciamo, Plinio
il Vecchio, perché morto, quasi 'immolatosi per la Scienza', in quell'eruzione
del Vesuvio del 79 d.C. che seppellì e rese immortali Pompei ed Ercolano. Ma
lui, Plinio il Vecchio, fu di più:
- Il primo a parlare di ‘sostenibilità
ambientale’, 1900 anni prima di noi, con le sue denunce di malaffare e
degrado ambientale da parte dell'aristocrazia senatoriale romana e dei
ricchi 'parvenu';
- Il primo a coniare slogan come ‘siamo
quello che mangiamo’ o ‘la salute comincia a tavola’ e ‘km
zero’;
- Il primo ‘vero scienziato’
della Storia, tanto assetato di conoscenza da sacrificare, per
soddisfarla, la sua stessa vita e per questo, duemila anni dopo, è ancora
l’icona dell’Uomo di Scienza.
Personaggio, dunque,
assolutamente contemporaneo, le cui notizie, gli studi, le riflessioni, sono
importanti e interessanti oggi, a duemila anni di distanza. I suoi messaggi, le
sue parole, possono tuttora dire molte cose, agli adulti come ai ragazzi, agli
studenti di oggi.
Duemila anni fa Caio Plinio Secondo vedeva i natali a Como. Una città nuova, fondata appena una settantina di anni prima per volontà niente meno che di Giulio Cesare. Fu il grande condottiero a volere la nascita di Como, così come di Lecco, Novara e numerose altre città insubri e padane in generale. Per fare ciò, Cesare portò migliaia di immigrati, romani, latini e greco-siculi. L’incontro tra questi ‘pionieri’ e i nativi Insubri portò nuova linfa, nuova energia, nuove idee: l’ambiente ideale per favorire la nascita di Plinio il Vecchio e, subito dopo, del nipote Plinio il Giovane.
è studioso di
Storia e autore di diversi libri di divulgazione storica. E’ particolarmente
interessato al rapporto tra Uomo e Territorio, e a come si influenzino l’uno
con l’altro.
In occasione del Bimillenario Pliniano, si è impegnato nel
dimostrare la ‘modernità’ dello studioso, storico, cronista e scienziato,
‘Vecchio’ di nome ma non di fatto, o ‘l’Uomo che deve chiedere sempre’.