l'Associazione UNITRE, dopo la trilogia di mostre sul mondo affascinante delle città di Venezia, Parigi e Milano, propone un nuovo ciclo espositivo per volgere l'attenzione ad una dimensione più intima dei pittori protagonisti per coglierne lo sguardo, la tecnica e il linguaggio.
di Passioni e di AFFETTI, a cura di Marina Arensi e Vittorio Vailati, è una trilogia di mostre che da novembre 2023 fino ad aprile 2024 presso il Museo Ettore Archinti di Viale Pavia 26/28 proporrà un percorso così articolato:
11-26 novembre 2023
MOGLIE MODELLE AMANTI
La figura femminile nell'arte tra '800 e '900
24 Febbraio - 10 marzo 2024
COSE DI FAMIGLIA IN UN INTERNO
Stanze dipinte di un altro secolo
25 Aprile - 12 Maggio 2024
ETTORE ARCHINTI MAI VISTO - PROROGATA SINO AL 10 GIUGNO
Sculture inedite e nuove acquisizioni
ORARI di APERTURA da sabato 18 maggio:
sabato e domenica - dalle 16,30 alle 19.00
Gli altri
giorni su appuntamento (tel. 329 2037052), con visite guidate gratuite su
richiesta
La proposta espositiva è accompagnata da due eventi collaterali gratuiti:
- SABATO 25 MAGGIO,
ORE 10,15
“I PICCOLI AMICI
DI ETTORE ARCHINTI”
Laboratorio di scultura in creta per bambini dai 7 agli 11
anni, preceduto dalla visita al Museo
(prenotazione al numero 329 2037052)
- SABATO 1 GIUGNO, ORE
17.00 "COME NASCE UNA SCULTURA?" Dimostrazione delle fasi di
realizzazione di un'opera, dal bozzetto in creta all'esemplare in gesso (senza
prenotazione, aperto a tutti)
Inaugurazione giovedì 25 aprile alle 17.00
alla presenza delle autorità
Orari:
sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19
domenica, festivi e venerdì 26 aprile dalle 16 alle 19
(oppure su appuntamento, tel. 329 2037052)
EVENTI COLLATERALI ALLE MOSTRE
Visite guidate gratuite il SABATO E DOMENICA alle ore 16.15
venerdì 3 maggio
VARIAZIONE D'ORARIO: ANTICIPATO ALLE ORE 15.00 anzichè alle ore 16.30 (come riportato in grafica)
Cimitero Maggiore di Lodi - Viale Milano, 103
Le sculture tombali realizzate da Ettore Archinti
giovedì 9 maggio
Società Operaia di Mutuo Soccorso - via Callisto Piazza 7/9, ore 16.00
Testimonianze della presenza di Ettore Archinti alla Società Operaia di Lodi
(esposte dal 25 aprile al 12 maggio 2024)
Il Museo “Ettore Archinti”. Un nuovo allestimento
Il nuovo allestimento del Museo “Ettore Archinti” si accompagna al lavoro di sistematizzazione e valorizzazione del suo patrimonio. Arricchito di inediti apparati critici e documentari, e di un ottimizzato sistema di illuminazione, lo spazio viene presentato nell'ottantesimo anniversario della morte dello scultore nel lager di Flossenburg in Baviera. Tra i gessi, i bronzi e i marmi che al Museo documentano la ricerca di Archinti nata nel clima della tarda Scapigliatura, resta la memoria degli ideali di giustizia e solidarietà che hanno contrassegnato il vissuto dello scultore: una partecipazione alla vicenda dell'umanità, specie quella più umile e indifesa, tradotta nei soggetti delle sue opere.
Ettore Archinti mai visto. Sculture inedite e nuove acquisizioni
La mostra temporanea riunisce un gruppo di sculture che per la prima volta vengono esposte al pubblico, insieme a opere di cui le ricerche recenti hanno consentito di aggiornare o correggere i dati che storicamente li accompagnano. A completare la rassegna sono sculture oggetto di nuove donazioni al Museo, che vengono ufficialmente presentate.
Verso la libertà con Ettore Archinti - Omaggio a Edoardo Meazzi
A completare la mostra è un omaggio alla figura di Edoardo Meazzi che con Archinti condivise gli ideali e, nel 1944, l'azione di aiuto ai ricercati che costò ad entrambi il carcere e la deportazione.
SABATO DALLE 10 ALLE 12.30 E DALLE 16.00 ALLE 18.30
DOMENICA DALLE 16 ALLE 18.30
GLI ALTRI GIORNI SU APPUNTAMENTO (329 2037052)
Sono stanze di
un altro secolo, quelle ritratte nei
dipinti di questa mostra che accompagna nella dimensione intima del quotidiano. Coinvolto nella scena, l'osservatore divento
partecipe dell’atmosfera
che avvolge gli spazi, in brani
di cui si può
immaginare un prima e un dopo: immagini come fotogrammi di un film che inquadrano ora le stanze nelI'interezza, ora angoli dove tavoli e piccoli oggetti, specchi, porte e finestre diventano a
pieno titolo parte del mondo degli affetti.
Il fascino della pittura di interni
vive anche deIla presenza della luce che diventa elemento fondante del
linguaggio dell'autore insieme alle inquadrature e ai
tagli prospettici: Iuce
spesso disvelatrice di presenze che nelle stanze si muovono e delle quali l'autore trasrne!te, nell‘interazione con il luogo, emozioni e sentimenti. Il ruolo fondamentale assegnato in questa indagine pittorica agli oggetti, le "Cose di
famiglia in un
interno° immesse
nella loro vita silenziosa che rimanda
al genere dello
natura morta,
è qui considerato specialmente nel dialogo con l'ambiente.
Nel percorso espositivo che
dalla seconda metà dell’Ottocento giunge allo
metà del
secolo successivo, Ia fragrante delicatezza coloristica
di Ugo Vigore Bartolini si affianca alla forza pittorica dl Giorgio Bulloni, rappresentante del territorio lodigiano come Giuseppe Novello che degli interni fece anche Io
sfondo della sua briosa parodia
del mondo borghese;
e come Monico, Zaninelli e Maiocchi
che ambientano nelle stanze momenti di vita. NeII'insieme che espone anche Ia scultura di Archinti, e si completa con i dipinti dei grande fotografo Emilio Sommariva, e con quelli di Augusto Bompiani, Carlo Vitale e Gianni Vagnetti, l'ottocentesca scena dl Zuccoli esemplifica Io raffigurazione di spazi domestici nell'ambito della pittura di genere.
Marina Arensi
Muse e compagne, modelle sensuali o signore nell'intimità di stanze o giardini, le figure femminili ritratte dagli artisti rappresentano un affascinante terreno di esplorazione, non solo intorno ai linguaggi presi in esame dalla mostra di cui costituiscono la primaria sostanza, distintiva delle diverse personalità degli autori.
Dalla rappresentazione di un soggetto come quello della donna sulla quale l'artista posa sguardi di passione o di affetto, emergono infatti anche riferimenti al contesto storico e alle abitudini sociali, al mutare delle idee e delle mode. Muta-menti tanto più significativi se riferiti al cruciale tratto tempora-le preso in esame dal percorso espositivo, che muovendo dagli ultimi anni dell'Ottocento giunge, in oltre quindici opere, ai primi decenni del secolo scorso, manifestandosi in arte tra echi postromantici e tensioni verso la modernità. Annunciato dall'immagine della moglie dipinta da Cesare Ciani, post-macchiaiolo allievo di Fattori, il viaggio incontra la seducente modella di Ottavio Steffenini o le signore del monzese Mosé Bianchi, di Alessandro Milesi seguace del realismo veneto di Favretto, di Giacomo Grosso e Arturo Rietti, per proseguire senza cedimenti qualitativi con Emilio Magistretti, Alessandro Lupo, Giovanni M:iria Mossa e Ugo Vittore Bartolini, e senza scordare i lodigiani Maiocchi, Vajani, Zaninelli e Prada. Un itinerario che culmina con lo stupefacente quadro nel quale Angelo Cantù ritrae la madre "In gramaglie", un dipinto che alla Esposizione Nazionale d'Arte di Brera, dove fu esposto nel 1916, diede immagine alle tante madri colpite dai lutti di guerra. La mostra si completa con due sculture di Ettore Archinti, che al mondo femminile ha dedicato toccanti raffigurazioni.
a cura di Marina Arensi
Cesare Ciani
Ritratto della moglie Maria, 1899, olio su tavola