Eccolo De André, in una storica immagine del 1997 in cui abbraccia Nanda Pivano, che definì il cantautore genovese "il più grande poeta italiano degli ultimi cinquant'anni del Novecento": ed eccolo, in una discussa foto mentre dorme steso per terra, durante un tour ("col culo esposto al radiatore, siera assopito il cantautore... " aveva chiosato, parafrasando la sua celebra canzone) o, ancora, nella quotidianità delle sua cosa milanese o all'Agnata con Dori, o lì, sul palco, con le sue canzoni e la sua chitarra.
Il grande cantautore, di cui ricorre il decennale dalla scomparsa, rivive attraverso gli scatti di Guido Harari - uno dei più affermati fotografi di casa nostra - in una mostra emozionante in programma a Lodi - dal 26 settembre 2009 al 19 gennaio 2010 - nello spazio espositivo Bipielle
Arte, che inaugura così la nuova gestione affidata a Villaggio Globale International.
De Andrè e Harari insieme, dunque, in Sguardi randagi, la prima esposizione - promossa dalla Banca Popolare di Lodi - dedicata alle celebrate immagini realizzate dal fotografo e giornalista che per vent'anni ha seguito da vicino, più di chiunque altro, il poeta e
cantautore.
Harari, che nel 1979 firmò la copertina dei leggendari dischi registrati da De André con la PFM durante una tournée passata alla storia, è stato più volte chiamato dallo stesso De André a collaborare insieme, soprattutto per gli ultimi due dischi Le nuvole e Anime salve.
Quel rapporto di stima e di amicizia, proseguito anche dopo la sua scomparsa con la Fondazione Fabrizio De André Onlus, di cui Harari è uno dei soci fondatori, ha prodotto diversi progetti di alto profilo, tra cui una fortunatissima serie di libri come E poi, il futuro (Mondadori, 2001),
Una goccia di splendore, sorta di autobiografia per parole e immagini(Rizzoli, 2007) e Evaporati in una nuvola rock, diario della tournée conPFM (Chiarelettere, 2008). Non solo, Harari è anche tra i curatori della grande mostra dedicata a De André da Palazzo Ducale, a Genova.
Sguardi randagi presenta circa 60-80 pannelli con immagini piene,sequenze e provini fotografici, molti dei quali assolutamente inediti o
esposti per la prima volta, in un caleidoscopio prospettico che ha poco delle convenzionali esposizioni fotografiche.
La mostra si articola attorno ad alcuni nuclei tematici. Innanzitutto, latournée di De André con PFM che segnò una svolta epocale per l'artista.
All'epoca De André aveva scelto di non cantare più, sentendosi inaridito e anacronistico, e di dedicarsi invece a tempo pieno alla sua tenuta
agricola in Sardegna, all'Agnata. La sfida di reinventare le sue canzoni più famose, vestendole di nuovi arrangiamenti affidati alla PFM, fu vinta nell'arco di pochi concerti che trasformarono il pigro e timido cantautore in un autentico animale da palcoscenico. Quel tour fu la scintilla che lo
proiettò in breve verso sperimentazioni senza precedenti come quelle di Creuza de ma.
Il reportage crudo e ficcante, in bianco e nero, di Harari ce lo restituisce sorprendentemente senza filtri o mediazioni, per la prima volta autentico poeta della strada e frontman di una tribù viaggiante.
La sezione dedicata al periodo del disco Le nuvole vede De André ritrattonell'atmosfera bucolica della tenuta dell'Agnata e colto dal vivo con
Mauro Pagani e una formidabile band di musicisti. Quella dedicata al periodo di Anime salve, la più varia della mostra,coglie De André una volta di più all'Agnata, ma anche nella sua casa milanese. Naturalmente non mancano immagini delle ultime indimenticabili tournées in cui l'artista per la prima volta fu affiancato inscena dalla moglie Dori e dai figli Cristiano e Luvi.
Le immagini dal vivo sono strutturate in specifiche sezioni di passaggio tra un periodo e l'altro. Il tutto scandito dalla viva voce di De André
attraverso virgolettati estrapolati da interviste e appunti personali, a suo tempo selezionati da Harari per il suo libro Fabrizio De André. Unagoccia di splendore. . A questo proposito, oltre alle immagini, la mostrapropone anche, per la prima volta, la versione integrale del manoscritto della lunga e intensa intervista con De André, che Harari realizzò nel 1990 per il mensile "King". Un'intervista particolarmente centrata sul disco Le nuvole, che segnò il ritorno del cantautore a una vena piùfortemente politicizzata, i cui contenuti rimangono ancor oggi di
bruciante attualità. Per l'occasione la calligrafia di De André è riprodotta in grande formato su speciali fogli di policarbonato semitrasparente.
GUIDO HARARI
(Cairo d'Egitto, 1952) è stato per vent'anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André ed è tra i curatori della grande mostra a lui dedicata da Palazzo Ducale, a Genova. Al cantautore genovese ha dedicato tre fortunati libri ufficiali e definitivi: Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Fabrizio De André.Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007) e Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock (Chiarelettere, 2008). Affermatosi nei primi anni settanta come fotografo e giornalista musicale, ha firmato numerose copertine di dischi, tra gli altri, per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, BB King, Ute Lemper, Mia Martini, Paul McCartney, Gianna Nannini, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa.
Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui The Beat Goes On (conFernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006) e Mia Martini. L'ultimaoccasione per vivere (con Menico Caroli, Tea Libri, 2009).