Si è svolta questa mattina, nella cornice di Palazzo del Senato, a Milano, sede della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia la consegna al Sindaco di Lodi, Sara Casanova, di un antico atto notarile, datato 20 maggio 1384, da parte della Soprintendente Annalisa Rossi.
Il documento storico, acquisito dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nel corso di un’attività di indagine sfociata in un procedimento penale presso il Tribunale di Lecco, è stato inizialmente affidato alla competente Soprintendenza che ha svolto i necessari accertamenti in merito alla possibile fuoriuscita del documento stesso da fondi archivistici del Comune di Lodi.
I riferimenti alla città di Lodi riportati nel testo sono infatti evidenti. L’atto è stato sottoscritto presso il Broletto e i contenuti vengono così sintetizzati:
Giovanni de Marobio, figlio del fu Giorgio, di Lodi, investe in perpetuo Giovanni de Buxnate, figlio del fu Catello, di Casolate, diocesi di Lodi, di terreni e beni siti in Mignete, diocesi di Lodi, al fitto annuo di 9 lire, 10 soldi, 4 capponi e un’anatra da pagare il giorno della festa di Ognissanti.
Notaio rogatario Alexius de Laude
Notaio scrittore Zambellinus de Raynerius
Le verifiche condotte dall’archivista comunale Marina Sambusiti hanno permesso di appurare che la pergamena in questione non appartiene al patrimonio dell’Archivio storico di Lodi, tuttavia, i notai Alessio di Lodi e Zambellinus de Raynerius, vengono citati anche in una pergamena che appartiene al fondo diplomatico dello stesso Archivio, datata 11 dicembre 1386.
Considerata l’evidente analogia, la Soprintendenza ha indicato il Comune di Lodi e in particolare il suo Archivio storico come destinatario dell’atto notarile ritrovato.
“L’iniziativa - dichiara la Soprintendente Rossi - è il segno tangibile dell’opportunità offerta dalla Soprintendenza attraverso l’azione di tutela del patrimonio archivistico svolta nell’ambito della collaborazione con gli enti pubblici, nel caso di specie il Comune di Lodi, ed è anche il risultato della proficua collaborazione con il nucleo regionale dell’Arma dei Carabinieri specializzato nel recupero di beni culturali illecitamente detenuti e trafugati, che voglio ringraziare particolarmente nella persona del Comandante Francesco Provenza. Oggi consegniamo al Sindaco di Lodi un atto notarile redatto in Broletto, che ritorna quindi nel suo luogo di origine. Un’occasione simbolica per testimoniare anche la serietà e l’impegno d’approccio dimostrato dal Comune di Lodi nel gestire una criticità emersa in questi anni, quella della chiusura della sede dell’Archivio storico della città, che ha dato seguito alla ricollocazione del patrimonio documentario per garantirne l’adeguata conservazione e la consultazione in attesa dell’apertura della nuova e definitiva sede”.
“Con la Soprintendenza abbiamo sviluppato un’intesa proficua collaborazione, rafforzata dalla necessità di risolvere le problematiche che da tempo affiggevano la storica sede del nostro Archivio - dichiara il Sindaco Casanova -. Abbiamo dovuto, a malincuore, interdire l’accesso all’edificio, dove non potevano più essere garantite le condizioni di agibilità e sicurezza per l’utenza e il personale e la corretta conservazione dei documenti. Da questa dolorosa decisione è scaturito un percorso che ha portato prima al deposito dei materiali archivistici presso l’impresa in outsourcing Microdisegno, dove sono disponibili per la consultazione, e poi all’obiettivo più ambizioso di realizzare la nuova e definitiva sede dell’Archivio storico all’interno del ex complesso industriale del Linificio, sito in piazzale Forni. Un immobile che abbiamo intenzione di trasformare in nuovo polo culturale, oltre che archivistico, con un piano di riqualificazione complessiva che è al suo primo step progettuale. L’ex Linificio ricomincerà dunque a vivere, con un nuovo cuore pulsante, quello del suo Archivio storico e in futuro del Museo civico. La struttura ha un’eccezionale potenziale architettonico e una storia affascinante e strettamente legata al passato produttivo del territorio, che non andrà dispersa, ma anzi sarà riscoperta e valorizzata attraverso la sua nuova destinazione. La collocazione dell’edificio, a pochi passi dal centro storico e dalla stazione ferroviaria, è strategica, e lo è anche sotto il profilo urbanistico, per la presenza di un mix di funzioni che saranno ulteriormente arricchite grazie a importanti trasformazioni che interesseranno l’ambito e che consentiranno di ampliarne la vocazione, tra cui quella culturale individuata per piazzale Forni”.
“Questa giornata è il risultato di una sinergia positiva tra Carabinieri, Soprintendenza, Comune di Lodi - conclude il vicesindaco Lorenzo Maggi -. Ringrazio in modo particolare la Soprintendente che ci ha seguito e supportato nella gestione di una duplice eredità ricevuta dalla nostra Amministrazione comunale: da un lato la straordinaria ricchezza del patrimonio archivistico, ma dall’altro le condizioni critiche dell’immobile che lo ospitava. Quando ci siamo insediati, abbiamo verificato l’impossibilità di mantenere in condizioni adeguate i preziosi materiali conservati nei nostri fondi. Da qui è iniziata un’interlocuzione seria e costante con la Soprintendente, per cercare di trasformare un problema in un’opportunità. Tra i vari passaggi del percorso che punta all’ apertura della sede definitiva dell’Archivio storico, c’è la recente assunzione di una nuova archivista, che si è immersa con entusiasmo in questa avventura. La progettazione dell’Archivio è ormai giunta alla fase conclusiva, ad opera di un raggruppamento temporaneo di professionisti che si è occupato anche della progettazione del complesso del Museo Egizio di Torino. Il risultato finale sarà connettere la memoria industriale a quella archivistica che ha un valore simbolico straordinario per la storia dell’intero lodigiano”.
Lodi, 18 giugno 2021