L'INTERVISTA, LO SGUARDO DI NATALIA GINZBURG SULL'ITALIA TRA GLI ANNI '70 E '80
È il 1978, Marco Rozzi, giovane giornalista, arriva in una casa di campagna per realizzare un'intervista a un importante studioso, Gianni Tiraboschi, oggetto della sua giovanile ammirazione. Ma ad accoglierlo troverà solo Ilaria e Stella, rispettivamente la compagna e la sorella di Gianni Tiraboschi. Nella vana attesa del suo interlocutore, Marco si intrattiene con Ilaria, e tra di loro si crea un'intimità non cercata che li porta a rivelarsi l'un l'altra le proprie ingenue ambizioni. A distanza di poco più di un anno la scena si ripete: di nuovo la mancata intervista, e di nuovo tra Marco e Ilaria nasce uno scambio semplice ed intenso sui sogni e le sconfitte della vita. L'incontro tra Marco e Gianni Tiraboschi avverrà solo dieci anni dopo, quando Marco avrà abbandonato il giornalismo e perso ogni interesse all'intervista e Tiraboschi si sarà ritirato dalla vita pubblica in seguito a una crisi depressiva. E' L'intervista, opera con cui Natalia Ginzburg, prendendo spunto di partenza per l'azione drammatica dalla condizione della categoria giornalistica (a lei ben nota), tenta di fornire una lettura atemporale della necessità di preservare una purezza di intenzioni da cui la modernità sembra lontana. La versione di questo spettacolo prodotta dal Teatro Stabile di Firenze e diretta ed interpretata da Valerio Binasco nei panni del protagonista maschile, approderà lunedì 30 novembre al Teatro alle Vigne, per il secondo appuntamento della stagione di prosa (abbonamento Prosa 1).
"L'intervista - scrive Binasco nelle sue note di regia - mi ricorda certe favole. Le tre scene che la compongono, quasi uguali e nella struttura e nella musicalità delle frasi, creano l'effetto di un rituale comico: passano mesi e anni, ma ogni volta che i tre personaggi si incontrano succedono sempre le stesse cose, si dicono quasi le stesse parole, secondo una scansione rituale un po' più assurda della vita stessa. Ma tale ritualità non ha quasi peso, perché la grazia e l'umorismo dolce della Ginzburg poco si adattano a fardelli stilistici esposti. L'assurdo, in lei, non è una provocazione intellettuale. È semplicemente un destino possibile. Probabilmente l'unico. L'assurdo, in lei, è innocente. Come una favola, L'intervista ha almeno due livelli di lettura: uno riguarda i personaggi e le loro peripezie; l'altro riguarda qualcos'altro, più o meno segretamente nascosto nel testo. Ed è un pensiero rivolto all'Italia. L'intervista non racconta solo dieci terribili anni della vita di quattro personaggi, ma attraverso le loro vite ci fa percepire fortissimamente anche che cosa siano stati quegli stessi anni per la nostra nazione. Dal 1978 al 1988. Ci sono quattro personaggi, di cui uno che non si vede mai. Il personaggio assente, Giovanni Tiraboschi, è per me il protagonista occulto della pièce. Assomiglia ai grandi uomini dell'Italia di ieri: vitali, seducenti e colti."
"Ho scritto questa commedia nello scorso agosto. Da un po' di tempo avevo l'idea di fare una commedia dove una persona, uomo o donna, arrivava in una casa per intervistare qualcuno, uomo o donna, non sapevo bene. Poi l'idea che avevo mi si è precisata. I personaggi dell'intervista erano una donna e un uomo, però l'intervista era una sorta di intervista-fantasma, e reale era soltanto il rapporto che si creava fra quella donna e quell'uomo, l'intimità casuale e involontaria che nasceva fra loro, involontaria e impreveduta sia dall'una, sia dall'altro. Avevo in testa il luogo, una casa di campagna piuttosto vecchia, cadente e in disordine, e dopo alcune false partenze, la commedia è venuta fuori. L'intervista è, come ho detto, un'intervista-fantasma e forse diventerà reale quando chi l'ha chiesta non la desidera più affatto e anzi ne ha spavento. Non ho voluto per nulla illuminare il mondo del giornalismo di oggi, ma piuttosto volevo che apparisse in qualche modo l'Italia di oggi, dove tutto si dissipa e muore e ciò che resta è il desiderio confuso di mettere in salvo qualcosa che è stato bello e nobile, qualcosa che è degno di sopravvivere alla dissipazione e alla distruzione. Il personaggio di Ilaria è nella commedia la figura che si rifiuta di accettare la distruzione. È un essere che sa conoscere la forza del dolore, del sacrificio e della dedizione. Il giornalista, Marco è un essere ingenuo, maldestro, con ambizioni ingenue, destinate a venir deluse sul nascere, ma è un essere dotato di pietà e all'ultimo anche capace di conoscenza adulta, sincera e veritiera della vita. Le figure che non compaiono mai sulla scena ma sono evocate di continuo - un uomo politico, le sue donne e le loro vicende - sono figure di sconfitti. L'intervista è una storia di sconfitti. Li salva e manda luce quello che ciascuno ha cercato di fare, anche se non può in alcun modo chiamarsi una vittoria".
Natalia Ginzburg (1989)
Teatro alle Vigne
Stagione di prosa 2009/2010
Lunedì 30 novembre 2009 - Ore 21.00
L'intervista
di Natalia Ginzburg
con Maria Paiato, Valerio Binasco
e con Azzurra Antonacci
regia Valerio Binasco
scene Antonio Panzuto
luci Pasquale Mari
costumi Sandra Cardini
musiche originali Antonio Di Pofi
Produzione Teatro Eliseo/Teatro Stabile di Firenze
Biglietti: 21,00 intero, 17,00 (fino a 25 anni)
Prevendita: martedì e giovedì 10.00-12.30,
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 15.00-18.00,
terzo sabato di ogni mese 09.30-12.30
Nei giorni di spettacolo i biglietti sono in vendita
da un'ora prima della rappresentazione.
La biglietteria, nell'orario di apertura, accetta
prenotazioni telefoniche o via mail e fax.
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