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IL 2021 È DANTESCO

Nel Settecentenario della morte

Dante Alghieri moriva nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321 a Ravenna. Settecento anni dopo in Italia e nel mondo si celebrano l'uomo ma soprattutto le sue opere, a partire dalla Commedia che comincia proprio il 25 marzo del 1300, secondo le ricostruzioni degli studiosi, nella selva oscura, con lo smarrimento della "diritta via" e con la discesa agli inferi. 
Per questo il 25 marzo di ogni anno si festeggia il Dantedì, e quello di quest'anno è particolarmente simbolico in quanto sarà il via ufficiale agli eventi per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta.

 

LODI LO CELEBRA

(Si riporta dal comunicato Stampa)

In questa giornata, in cui si ricordano non solo le opere, ma anche la vita di Dante, l’impegno politico e militare, il pensiero linguistico e filosofico, il Comune di Lodi, attraverso la Biblioteca Laudense, organizza un’iniziativa volta a valorizzare i volumi della Divina Commedia appartenenti al fondo antico. In particolare, verranno condivisi sui canali social del Comune (Facebook e Instagram) alcune pagine figurate di una pregevole edizione cinquecentina, la più antica in possesso del Comune di Lodi, mentre sul sito istituzionale sarà messa a disposizione, nella versione integrale, un’interessante edizione ottocentesca dell’Inferno di Dante in dialetto milanese.

La Biblioteca Laudense ha inoltre predisposto un’ampia bibliografia per adulti e ragazzi, che comprende circa un centinaio di volumi dedicati al letterato fiorentino attualmente disponibili per il prestito e organizzati in scaffali tematici.       

Riferimenti alle edizioni antiche del Dantedì

Dante con espositioni di Christoforo Landino et d’Alessandro Vellutello.  Sopra la sua Comedia dell’Inferno, del Purgatorio et del Paradiso. Con tauole, argomenti & allegorie; & riformato, riueduto, & ridotto alla sua vera lettura, per Francesco Sansouino Fiorentino
In Venetia: appresso Gio. Battista, & Gio. Bernardo Sessa, fratelli, 1596 (In Venetia: appresso Domenico Nicolini: ad istanza di Gio. Battista, & Gio. Bernardo Sessa, fratelli, 1596).   

L'Inferno di Dante esposto in dialetto milanese da Francesco Candiani
Milano, a spese di C. Candiani, coi tipi di D. Salvi e comp., 1860.

Francesco Candiani (Milano 1815-1860) fu il primo autore nel secolo XIX a tradurre integralmente l’Inferno in dialetto milanese tra il 1858 e il 1859. L'opera dedicata a Giuseppe Garibaldi, dal quale ebbe il consenso alla pubblicazione, aveva nelle intenzioni dell’editore Cristoforo Candiani la volontà di contribuire attivamente alla causa risorgimentale, devolvendo i proventi della sua prima edizione all’acquisto di un milione di fucili destinati ai garibaldini. 

(24.03.2021)